Stati generali del Sud di Forza Italia: seconda giornata a Reggio

Gli Stati generali del Sud di Forza Italia hanno iniziato ieri a Catona di Reggio Calabria una tre giorni molto partecipata e superaffollata. Un weekend azzurro caratterizzato, ovviamente, dalle dimissioni del Presidente Occhiuto che ha trovato piena solidarietà e naturalmente il massimo appoggio da Antonio Tajani, nella qualità di Segretario di Forza Italia. Il ministro degli Esteri ha annunciato il pieno appoggio per una campagna elettorale “importante” definendo il sicuro successo di Occhiuto il «trampolino di lancio per il partito per le prossime elezioni politiche del 2027». Oggi la seconda giornata con cinque panel che vedranno protagonisti, tra gli altri, i governatori del Sud: Occhiuto, Schifani (Sicilia) Roberti (Molise) e Bardi (Basilicata), con ospite quello del Piemonte Alberto Cirio, moderati dalla vicepresidente del Senato Licia Ronzulli. Si parlerà poi di Economia reale e investimenti, di agricoltura e turismo, degli enti locali e il territorio e il Sud come motore dell’Italia.

Forse un po’ angusta la location: il Kalura di Catona, a pochi km da Villa San Giovanni e Reggio,  affacciato sullo Stretto, uno dei posti più incantevoli del mondo, gremito all’inverosimile. Dalla riva dello Stretto, al termine di questa tre giorni, si tireranno le conclusioni di quanto scaturito dagli Stati generali del Mezzogiorno “Le radici del Sud,La Forza dell’Italia”, per una convergenza importante su tematiche cruciali per il futuro, non soltanto di questa parte del Paese. Una riflessione condivisa che non si limita alla sola analisi delle problematiche, ma che intende farsi motore di proposte, visioni e strategie orientate alla ripresa.

A fare gli onori di casa aprendo i lavori dell’evento è stato il Segretario regionale della Calabria e Vice Capogruppo alla Camera dei Deputati, Francesco Cannizzaro, insieme al Presidente della Regione Calabria e Vice Segretario Nazionale, Roberto Occhiuto, seguito dall’intervento del leader di Forza Italia e Vice Premier, Antonio Tajani, che ha sottolineato l’impegno concreto del  Governo di CentroDestra per il Sud Italia.

“La Calabria vi accoglie!” così Francesco Cannizzaro ad amministratori, sindaci, deputati, senatori, sottosegretari, eurodeputati, ministri, rappresentanti del mondo dell’impresa e delle associazioni, che da tutta l’Italia si sono ritrovati a Reggio Calabria per questo evento senza precedenti in questa regione.

Inevitabile per Roberto Occhiuto nel suo saluto non affrontare l’argomento dimissioni: “La politica deve avere il coraggio di guidare i processi, nel rispetto della magistratura, e gli elettori hanno il diritto di scegliere da chi essere governati”.

Nel suo atteso intervento Antonio Tajani ha parlato di una famiglia che non si ferma mai, quella di Forza Italia: “In agosto non andiamo in vacanza ma parliamo di politica e di sud, che rappresenta una straordinaria risorsa di idee, energie, donne e uomini che si impegnano in politica. Una fucina culturale di buon governo. E FI governa ben 4 regioni del sud, perché per noi il sud è straordinaria risorsa, una fucina culturale. L’obiettivo che perseguiamo non è chiedere soldi a Roma, ma usarli! Usare quei soldi per cambiare la regione, e questo è accaduto col governo Occhiuto. La dignitàper il sud è valore fondamentale edin questi ultimi anni è stata restituita ai calabresi. Ciò non toglie che continueremo a prestare attenzione alla Calabria ed a tutto il meridione. Sempre più amministratori locali aderiscono al nostro modo di fare politica perché credono nel nostro progetto, si sono resi conto che abbiamo idee chiare ed una prospettiva di futuro”.

Durante il primo panel “Giovani, Politica, Sport e Impresa” è emerso un passato prossimo fatto di difficoltà legate all’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, soprattutto in settori tradizionalmente maschili, dove oggi cresce la presenza e il contributo femminile, come testimoniato da imprenditrici e imprenditori intervenuti. La Calabria sta guadagnando sempre più attenzione positiva, anche grazie alla valorizzazione di vari comparti con imprenditori e imprese che si fanno portavoce del territorio e delle sue eccellenze. Lo sport è stato riconosciuto come un valore aggiunto, non solo sotto il profilo sociale e formativo, ma anche economico e sanitario.

A seguire il panel “Capitale Umano e Mercato Unico Europeo: competenze, istruzione e pari opportunità”: negli ultimi anni, c’è stato un netto cambio di passo: la Regione ha iniziato a investire concretamente nel capitale umano, arrivando a finanziare master di I e II livello per favorire il ritorno e la permanenza dei giovani qualificati sul territorio. “Oggi, le opportunità ci sono: non ci sono più scuse” è stato affermato. Sono numerosi i bandi attivi per chi vuole lavorare e investire in Calabria. Anche Forza Italia ha dato un contributo importante, promuovendo politiche e azioni concrete per favorire lo sviluppo locale. I giovani chiedono opportunità ma serve anche un impegno forte contro la burocrazia, che spesso rappresenta il principale ostacolo all’iniziativa e alla crescita.

Il panel “Piano strategico per il servizio sanitario pubblico” ha visto a dibattere ordini professionali di Medici e farmacisti, esponenti di massimo livello di SUMAI, ANAAO e AIFA, parlamentari a cui è affidato l’arduo compito di far parte delle Commissioni Sanità e Tutela della Salute presso la Camera dei Deputati, sfaccettature diverse dello stesso complesso mondo, che hanno fornito chiavi di lettura differenti per migliorare la Sanità.

“Infrastrutture e trasporti – un ponte … verso il futuro” è stato l’ultimo panel, dove il focus inevitabilmente è stato il Ponte sullo Stretto; ma non è stato certo l’unico argomento: SS 106, alta velocità e capacità ferroviaria, porti e aeroporti, sono stati gli altri argomenti del panel, da cui è emersa la cruciale necessità di pigiare sull’acceleratore della realizzazione di opere pubbliche per consentire uno sviluppo della Calabria e del Sud più al passo con l’Europa oltre che col Nord Italia.

La prima giornata si è conclusa con l’intervista live alla deputata Rita Dalla Chiesa sul tema della Legalità, tema a lei particolarmente caro per questioni personali. Al centro del face-to-face col giornalista RAI Riccardo Giacoia, infatti, il confronto di una vita vissuta da figlia del Generale Dalla Chiesa e da volto noto di Mediaset e amica del Presidente Silvio Berlusconi. (dr)

scarica il programma del 2 agosto

Si potrà seguire la diretta su:

https://youtube.com/@forzaitalia?si=rTibNa8Ux1ZBuxXE

La decima edizione del Concorso Internazionale dei Madonnari – Città di Taurianova”

Dal 2 al 5 agosto a Taurianova si terrà la decima edizione del Internazionale dei Madonnari – Città di Taurianova”, con la direzione artistica di Antonella Larosa.

Sotto il tema “Artisti di Speranza”, ben 50 madonnari provenienti da tutta Italia e dall’estero daranno vita a opere che uniscono tecnica e fede, creatività e silenziosa preghiera. Un abbraccio simbolico di oltre 800 metri di percorso collegherà le due parrocchie cittadine in cui si venera la Madonna, rendendo l’intera città un grande laboratorio artistico che nasce a terra e guarda al cielo.

La manifestazione gode del patrocino del Presidente della Regione Calabria,  del  Dipartimento Turismo, Marketing territoriale e mobilità sostenibile Regione Calabria, del Consiglio Regionale della Calabria, della Città Metropolitana di Reggio Calabria, del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, della diocesi di Oppido Mamertina – Palmi, del Comune di Taurianova, del Polo Museale di Soriano Calabro, dell’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, dellaConsulta delle Associazioni di Taurianova, del Festival Bella Via del Messico, della Fondazione Istituto Regionale per la Comunità Greca di Calabria, di Calabria Straordinaria.

Ideata e organizzata dall’associazione Amici del Palco, la manifestazione – che con un gesto di fede e bellezza si posa sull’asfalto come preghiera, trasformando la strada in tela e il passaggio in meditazione – quest’anno assume un significato ancora più profondo. Il concorso si inserisce infatti nel contesto dell’Anno Giubilare, e il agosto coinciderà con il Giubileo Diocesano degli Artisti: un momento di condivisione vedrà riuniti pittori, madonnari, scultori e creativi per celebrare la forza generativa dell’arte, insieme al vescovo della diocesi di Oppido M. – Palmi, mons. Giuseppe Alberti.
Il concorso vedrà anche la presenza di artisti di strada, musica dal vivo, tra cui il concerto di Mimmo Cavallaro, laboratori creativi per bambini e ragazzi, e momenti di animazione e intrattenimento serale per tutta la famiglia come lo spettacolo delle Fontane danzanti.
Tante le mostre e le attività culturali con esposizioni a cura del MArRC – Museo Archeologico di Reggio Calabria, del Polo Museale di Soriano Calabro, del MUDOP – Museo Diocesano Oppido-Palmi, dellaFondazione Cesare Berlingeri ETS e del maestro Luciano Tigani.
«Il decimo anno rappresenta un traguardo significativo, una vera festa per tutti gli artisti che, con passione e dedizione, donano alla città opere straordinarie e irripetibili – dichiara l’arch. Giacomo Cariotipresidente dell’associazione “Amici del Palco” –. È una gioia immensa poter celebrare dieci anni di arte, fede e partecipazione collettiva, in una manifestazione che negli anni è cresciuta grazie al sostegno di tante istituzioni, enti, associazioni, professionisti e amici che hanno creduto nel valore culturale e spirituale del nostro concorso. Senza il loro supporto concreto e appassionato, non sarebbe stato possibile festeggiare questa edizione così speciale».
In dieci anni, Taurianova è infatti diventata punto di riferimento per l’arte madonnara internazionale, luogo d’incontro e dialogo tra culture, fede e creatività. E anche quest’anno, per quattro giorni, sarà una città che guarda a terra… per riscoprire il cielo(rrc)

Gli scout di Calabria alla scoperta del Porto di Gioia Tauro

È stata una giornata all’insegna dell’entusiasmo e della voglia di conoscere il porto di Gioia Tauro, quella che i ragazzi di Agesci, l’associazione Guide e Scout Cattolici Italiani della Calabria hanno trascorso con il presidente dell’Autorità di Sistema portuale dei mari Tirreno meridionale e Ionio, Andrea Agostinelli, che ha illustrato loro la bellezza di una infrastruttura da guardare con gli occhi del futuro. I ragazzi sono stati accompagnati al referente del Clan di Formazione Fabio Caridi.

Nell’ambito del loro incontro regionale, la “Route di Branca”, dal tema “Custodi di Comunità su Strade di Speranza”, nata dall’esigenza di fare incontrare tutti i clan Agesci calabresi per vivere percorsi di partecipazione e conoscenza della propria regione, i cinque gruppi del Clan Formazione, provenienti da Locri, Serra San Bruno, Rosarno, Lamezia Terme e Montalto Uffugo, hanno voluto scoprire le peculiarità del porto di Gioia Tauro.

Dopo un tour all’interno dello scalo, nel corso del quale gli scout hanno potuto toccare con mano la maestosità dell’infrastrutturazione, le sue navi, i cosiddetti giganti del mare, lunghe quanto quattro campi di calcio, e gli infiniti piazzali stracolmi di container colorati, provenienti da tutto il mondo attraverso lo scalo portuale calabrese, posto al centro del Mediterraneo, si sono spostati nella sala consiliare del Comune di San Ferdinando dove il presidente Andrea Agostinelli ha illustrato, nel dettaglio, l’intera programmazione di sviluppo posta in essere dall’Autorità di Sistema portuale dei mari Tirreno meridionale e Ionio per definire e sostenere la crescita del porto di Gioia Tauro, primo scalo portuale di transhipment in Italia. 

Nel corso dell’incontro, Agostinelli si è soffermato sulla illustrazione delle opere completate e di quelle in corso d’opera, per poi dare spazio alla programmazione futura fondamentale a garantire il primato dello scalo per i prossimi decenni.

Dalla fervida curiosità dei ragazzi sono giunte al presidente Andrea Agostinelli diverse domande che hanno toccato varie tematiche, dalla capacità di gestione e sistemazione dei container nel piazzale, in base all’ordine di arrivo e di partenza, alle misure adottate dalle forze dell’ordine per contrastare le ingerenze della malavita, fino alla possibilità di ulteriori sviluppi mirati a garantire occasioni di lavoro e di vita ai giovani in Calabria. 

La giornata si è conclusa con una colorata foto di gruppo insieme al presidente dell’Autorità di Sistema portuale dei mari Tirreno meridionale e Ionio, Andrea Agostinelli, e al sindaco di San Ferdinando, Luca Gaetano. (rrc)

La missione visionaria e identitaria e digitale di Calabria.Live

di MAURO ALVISI – Prevale oggi ancora una visione schiacciata e semplicistica del rapporto che gli italiani residenti o emigrati, con le loro frammentate e peculiari appartenenze regionali, localistiche, mantengono o intrattengono con i mezzi di comunicazione classici e digitali. I quali, a vario titolo editoriale o radicale del progetto d’informazione, tentano una narrazione identitaria del Paese o di parti rilevanti dello stesso quanto più distante dagli stereotipi arcaici, tipici di una iconografia, di una memetica neorealista, che il cinema italiano ha portato nel mondo con grande e diffuso merito, contribuendo a sedimentare caratteri narrativi che si sono installati nell’immaginario collettivo, finendo per costituirne dei veri e propri recinti espressivi dell’identità di una nazione, di fatto costituita di evidenti diversità popolari.

Da tempo si è aperto il problema della costruzione dell’identità e delle appartenenze, delle radici e dei marcatori territoriali connotativi di intere generazioni di “nativi mediterranei“ come io definisco coloro che spesso vivono in una sorta di “riserva culturale coatta“, la gente del mezzogiorno italiano, (Alvisi-Mortelliti Meditans 2025), così come a loro volta gli indiani d’America nelle loro.

Il bisogno autentico di intercettare e dare voce ad una nuova narrazione indipendente, libera e profonda, mai scontata, dei tratti identitari e identificanti di uno stile di vita, dentro a nuove cornici di senso collettivo.

È uno scenario cangiante, in repentina evoluzione e altrettanto rapida trasformazione, che può essere raccontato solo mediante un’osservazione quotidiana, che ne diventa osservatorio.

È quasi una nuova odissea, priva di un’Itaca a cui tornare, muoversi nel racconto di territori, spesso terre di mezzo del mezzogiorno, come Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata, Campania, Abruzzo e Molise, sballottati in una continua tempesta mediatica degli eventi. Tra evidente e cogente crisi del modello globalizzante, messa in discussione di una società multi etnica e multiculturale che rischia di insediarsi, disintegrando i valori autoctoni pregnanti della storia e della tradizione di un territorio. Con risposte che spesso sono convulse, difese impulsive e non ragionate a sufficienza, prive di una pianificazione strategica delle nuove convivenze, che invece che integrare e includere finiscono per disintegrare ed escludere. Termini come rinserramento territoriale sono indecifrabili dalla gente comune e ho il sospetto che lo siano anche per chi il territorio ha il compito di governarlo e gestirlo politicamente.

Sostituiteli con desertificazione dei borghi e delle aree interne e fragili del mezzogiorno, e anche qui non è che abbiamo poi progredito di molto. Per questo diventa irrinunciabile la funzione di raccordo e racconto mediatico dei territori nativi, spesso territori lenti, distanti dall’alta velocità delle decisioni oltre che del collegamento ferroviario. Abbandonarli a se stessi o alle ricorsive litanie dei telegiornali del servizio pubblico nazionale e regionale, o di incursioni, spesso disforiche e lesive, di servizi speciali degli ormai esigui (ed esangui nella metafora della loro decrescente readership) quotidiani nazionali, che non fanno che accentuare a tutta pagina la colpa di una latitudine povera, significa condannarli all’annunciato e irreversibile declino.

Gli ultimi rapporti del Censis invitano a focalizzare meglio l’attenzione sul senso di abbandono, vulnerabilità e risentimento di quei nativi mediterranei che non trovano e non si ritrovano in una narrazione identitaria, coerente e volta al loro proprio, ormai ineludibile e necessario, riscatto reputazionale.

Il cambiamento dell’informazione e della comunicazione identitaria dei territori è qualcosa che la politica, le istituzioni centrali e periferiche dello stato, gli intellettuali, gli studiosi massimamente impegnati a dibattere sui cd divari territoriali, stanno trascurando, più nell’ignavia che nell’ignoranza del tema.

Lo spazio per la personalizzazione dell’impiego dei media e dei new media digitali, senza la cui esistenza, basata sul necessario sostegno pubblico e privato, si cadrebbe nella voragine della disintermediazione del vissuto popolare con la conseguente polarizzazione dell’informazione, va restringendosi di pari passo con la improba sostenibilità imprenditoriale, di tenere in piedi iniziative qualitative d’informazione, in verità puntualmente e largamente lette, quanto puntualmente e largamente disertate dagli stakeholder del territorio.

Una miopia suicida anche in termini di spessore democratico del villaggio mediatico. Occorre prendere coscienza del ruolo giocato da iniziative editoriali di fortissimo impegno imprenditoriale, come quelle del quotidiano digitale Calabria LivŒ, che da anni incessantemente racconta quotidianamente una terra straordinaria ai suoi abitanti, ai calabresi e agli italiani residenti o espatriati per cercare fortuna. Una comunità di lettori cresciuta nel tempo fino a superare il mezzo milione di persone. Dati che l’editore, il giornalista reggino Santo Strati, ha deciso da poco di portare a certificazione scientifica internazionale, ormai nelle sue fasi finali accertative, o come piace agli inglesi patent pending.

Si è aperta una nuova frontiera per il mondo dell’informazione identitaria e reputazionale dei territori. Una frontiera che andrebbe decisamente varcata. Ci troverete i migliori sforzi editoriali di veri visionari e missionari del territorio come lo stesso Strati.

Gente incorruttibile, che non appartiene ad alcuna militanza di convenienza e scambio elettorale del consenso. Gente al servizio del proprio popolo. Nativi intelligenti, di cui il Mezzogiorno è pieno e che il Mezzogiorno schiva riempendosi la bocca di banali giustificazioni.

Se facciamo ciò che abbiamo sempre fatto avremo ciò che abbiamo sempre avuto.

(Jim Rohn, massimo filosofo della motivazione 1930-2009)

(mal)

Contro l’indifferenza in Calabria verso chi semina cultura

di FRANCESCO RAO –In una regione come la Calabria, dove spesso la speranza ha il volto stanco di chi resiste e non quello scintillante di chi arriva, ogni segnale positivo dovrebbe essere accolto con cura, valorizzato e protetto. E invece, troppo spesso, accade il contrario: ciò che è autentico, generoso, resiliente viene avvolto dall’indifferenza. Come se la bellezza non meritasse attenzione, come se la coerenza desse fastidio, come se il cambiamento, anche se timido, andasse scoraggiato.

È con questo spirito che osservo — con amarezza e insieme con indignazione — l’assenza delle pagine di Calabria.Live dalla rassegna stampa ufficiale poggiata ogni mattina sui tavoli di chi guida la cosa pubblica. Quelle stesse scrivanie da cui si decidono scelte strategiche, si firmano delibere, si disegnano politiche che dovrebbero guardare al futuro. Eppure, tra quelle carte, manca spesso proprio lo sguardo di chi, quotidianamente, racconta la Calabria senza secondi fini. Di chi non si limita a documentare il disastro ma prova, con ostinazione, a raccontare i germogli nel deserto.

Calabria.Live è un progetto editoriale nato per veicolare visioni, bellezza, speranza. Non per assecondare cortigiani, non per adulare l’apparato, non per rientrare nei giri di potere. Il Direttore Santo Strati ha avuto il coraggio — raro, oggi — di costruire un quotidiano libero, radicato sul territorio ma capace di parlare a chi ha dovuto lasciarlo. Perché i calabresi nel mondo — quelli veri, non quelli che vendono la Calabria come souvenir da campagna elettorale — hanno fame di verità, di dignità, di futuro. Eppure questo non basta. Non basta essere letti da centinaia di migliaia di persone ogni giorno, non basta offrire spazio a chi semina cultura, visioni, impegno. Se la politica — quella vera, fatta di sguardi lunghi e spalle larghe — ignora tutto questo, allora la domanda diventa amara e necessaria: che utilità ha un quotidiano libero se viene sistematicamente ignorato da chi dovrebbe accoglierlo come strumento di confronto e crescita?

Abbiamo assistito per anni — decenni — a una narrazione tossica della Calabria: affamata, criminale, arretrata. E nessuno nega che questi problemi esistano. Ma ciò che è stato fatto, nella stragrande maggioranza dei casi, non è stato finalizzato alla soluzione. Al contrario: si sono alimentati sospetti, diffidenze, delegittimazioni. Ogni volta che qualcuno ha provato a costruire, a cambiare passo, a proporre un metodo nuovo, è stato isolato, schiacciato, sfiancato. A volte, persino deriso.

È questa la vera povertà: l’assenza di riconoscimento verso chi lotta con onestà, con la schiena dritta, senza padrini o padroni. Ed è questa l’amarezza più grande: vedere che anche ciò che funziona, che informa e ispira, viene trattato come un fastidio. Perché non si può controllare, perché non si piega.

Ma la Calabria non è solo questo. È anche — e soprattutto — una regione che resiste. Che ha tramandato, da generazioni, la speranza come patrimonio familiare. Lo sanno bene coloro che sono rimasti, che hanno continuato a vivere con poco, senza piegarsi, senza chiedere sconti. E lo sanno anche quelli che sono partiti, che si portano dietro una Calabria interiore, che non smette di bruciare nei cuori, anche se lontani.

La sfida, oggi, è tutta qui: continuare a sperare anche quando la speranza non è conveniente. Continuare a scrivere anche quando nessuno ti legge nei palazzi.

Continuare a raccontare il bene, anche se fa meno rumore del male. Calabria.Live non è una voce qualsiasi. È una voce libera, e per questo scomoda. Ma proprio per questo indispensabile. Il futuro della Calabria non passa solo dai fondi europei, dai masterplan o dalle inaugurazioni. Passa anche — e soprattutto — dalla capacità di costruire una nuova narrazione. Di offrire uno specchio diverso, in cui potersi riconoscere senza vergogna.

Allora la domanda finale non è se valga la pena continuare. La vera domanda è: quanti avranno il coraggio di ascoltare, sostenere, condividere ciò che davvero merita attenzione?

Perché nel castello bellissimo che è la Calabria, Calabria.Live è una delle poche luci accese nella stanza buia. Spegnerla — o far finta che non esista — è un crimine culturale. Ma finché ci sarà anche un solo lettore che crede nel riscatto, quella luce continuerà a brillare.

E noi, ostinatamente, continueremo a scrivere. (fr)

L’OPINIONE / Gianfranco Trotta: Il governo non ascolta ed è latitante su morti sul lavoro

di GIANFRANCO TROTTA – Di fronte ad un bollettino rosso emergenziale, di fronte ad una lunga catena di incidenti e morti sul lavoro e ad una statistica che ci dice che i numeri sono in aumento rispetto allo scorso anno  e la Calabria è tra i territori che paga il pegno di sangue maggiore, la solidarietà e la vicinanza ai familiari delle vittime non basta più. Serve solo il ‘voler fare’ e da questo governo non stiamo vedendo nessun atto concreto per migliorare salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.

Sono tanti gli aspetti su cui si può incidere, ma il governo è completamente sordo e latitante. Già con il nostro referendum avevamo chiesto che nel caso di incidenti e morti sul lavoro la responsabilità fosse in capo al committente. Questo perché con il sistema degli appalti a cascata e non solo, la giustizia fa fatica a fare il suo corso e sono troppi i familiari che non hanno visto nessuno pagare per il lutto subito.

Vanno incentivati i controlli,  iniziando ad incidere sugli ispettori. In Calabria ci sono gravi carenze organiche nelle province di Vibo, Catanzaro e Crotone, così come diversi ispettori vengono dirottati su incarichi amministrativi per riempire scrivanie rimaste vuote. La Corte dei Conti ha bacchettato il nostro Paese evidenziando come l’Ispettorato del Lavoro faccia fatica ad assumere nuovo personale perché gli stipendi e le indennità degli ispettori non sono abbastanza attrattivi. Conseguenza anche di scelte contraddittorie, come quella di non riconoscere il salario accessorio ai dipendenti dell’Inl, a differenza di come avviene in altre agenzie statali. Il risultato sono concorsi con pochi candidati, vincitori che rinunciano per spostarsi in amministrazioni meglio remunerative e un turn over di fatto bloccato.

Per Cgil c’è molto da fare anche in termini di un’adeguata formazione sulle dinamiche legate alla salute e alla sicurezza sui luoghi di lavoro, sull’uso dei dispositivi di sicurezza e sulla crescita di un’adeguata cultura.

Determinante anche l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro  per rendere più severe le pene e responsabilizzare le aziende. Va in questa direzione anche la nostra proposta di una patente a punti finalizzata ad agevolare negli appalti chi è riuscito a garantire la salute e la sicurezza sui posti di lavoro.

Al governo chiediamo responsabilità e ascolto. Fermiamo questa strage silenziosa. Rendiamo il lavoro dignitoso e sicuro. (gt)

[Gianfranco Trotta è segretario generale di Cgil Calabria]

In Regione ascolto e confronto con la ministra Locatelli e il Terzo settore

È stata una giornata di confronto e ascolto con le associazioni del terzo settore, quella svoltasi in Cittadella regionale con la ministra alla disabilità, Alessandra Locatelli e l’assessore regionale alle Politiche sociali, Caterina Capponi, alla presenza del presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso.

L’incontro è iniziato con un minuto di raccoglimento chiesto dal presidente del Consiglio Mancuso per la prematura scomparsa di Emanuele Scafidi e della piccola Giorgia.

«Con profonda tristezza e commozione – ha detto –, in questa giornata di lutto cittadino, ci uniamo al dolore per la perdita di questo padre e di sua figlia, deceduti domenica in un drammatico incidente».

«Sui temi della disabilità e dell’inclusione sociale – ha poi sottolineato il presidente del Consiglio – si sta facendo tanto in Italia e in Calabria, ma non è mai abbastanza. Lodevole è il lavoro e l’impegno della ministra Locatelli e l’enorme contributo che sta apportando su questi temi così delicati. Il Consiglio regionale ha istituito per la prima volta in Calabria il garante della disabilità e un osservatorio sull’autismo, a dimostrazione della grande attenzione che poniamo su queste materie. C’è l’impegno di tutti, della Regione e del Governo, per cercare di dare anche alla Calabria maggiori possibilità di inclusione».

L’assessore Capponi, ha introdotto i temi dell’incontro con la ministra. «È con profondo senso di responsabilità e partecipazione che oggi ci ritroviamo insieme per un momento di confronto e di ascolto dedicato a una delle sfide più nobili e urgenti del nostro tempo: garantire dignità, equità e inclusione alle persone con disabilità».

L’assessore ha focalizzato l’attenzione sui punti fondamentali che insieme alla ministra Locatelli si sono toccati nel corso dell’incontro con le associazioni e i professionisti del terzo settore. Ha ringraziato la ministra per la sua presenza, «segno tangibile di attenzione e impegno concreto da parte del Governo nazionale verso queste tematiche», il prefetto di Catanzaro, Catrese De Rosa, e la senatrice, Tilde Minasi.

«Un grazie speciale – ha proseguito l’assessore – va alle associazioni che operano instancabilmente sul territorio. Oggi è tangibile la sinergia tra Stato, Regione e realtà territoriali: la chiave per costruire politiche che non siano solo dichiarazioni, ma strumenti di vita quotidiana. Come assessore alle politiche sociali, mi preme sottolineare che l’inclusione non può essere solo un obiettivo, ma una prassi che non si realizza solo con le leggi, ma con il riconoscimento della persona nella sua interezza».

Ha proseguito ricordando come la Regione Calabria ha avviato importanti percorsi di riforma, investendo non solo in strutture e servizi, ma anche in cultura, formazione e partecipazione.

«Oggi dedichiamo spazio all’ascolto, perché è solo attraverso il dialogo con chi vive quotidianamente le realtà della disabilità che possiamo delineare politiche efficaci. Voi siete il cuore pulsante dell’innovazione sociale. In questa Regione, ogni persona con disabilità non è vista come portatrice di limiti, ma come seme di possibilità. Ho incontrato genitori che, giorno dopo giorno, trasformano le sfide in alleanza. Ho visto giovani con disabilità contribuire con passione a progetti che parlano al futuro. E allora non è forse questa la più vera forma di inclusione? Costruiamo insieme una Calabria più giusta, più inclusiva e più consapevole, lo dobbiamo alle persone con disabilità, alle loro famiglie e a tutti coloro che credono nella forza della comunità».

«La disabilità – ha sottolineato l’assessore Capponi – è davvero un limite o è la lente che ci permette di vedere il mondo con più umanità? Come istituzioni, abbiamo il dovere di porci questa domanda ogni giorno. E di agire di conseguenza. L’inclusione è un cammino che percorriamo insieme, ogni giorno, con coraggio e rispetto. E da oggi, questo cammino lo percorreremo con ancora più determinazione, insieme alle associazioni, alle famiglie, ai cittadini».

Subito dopo i saluti, la ministra Locatelli è entrata nel vivo dell’incontro sottolineando come sia fondamentale la sinergia tra i diversi attori per tracciare una strada che porti lontano e con risultati concreti.

«È una strada che abbiamo imparato a seguire già nei momenti più difficili – ha affermato la ministra – penso, per esempio, alla pandemia. Solo insieme siamo andati lontani e abbiamo rialzato la testa. E oggi questo è l’insegnamento che ci dobbiamo portare dietro, da qui e per il futuro lavorare insieme per dare delle risposte, con un percorso tracciato grazie anche alla riforma sulla disabilità. Uno strumento unico e prezioso che abbiamo a disposizione oggi per cambiare il futuro, per dare delle risposte che superino la frammentazione tra il mondo sanitario e il mondo sociale. La riforma della disabilità è lo strumento, l’occasione che abbiamo per scardinare un sistema che è tale da quarant’anni. Noi vogliamo – ha proseguito – che siano le istituzioni a muoversi al servizio delle persone. Abbiamo bisogno di semplificare e di sburocratizzare».

La ministra Locatelli ha proseguito parlando del grande lavoro che si sta facendo in Calabria grazie all’assessore Capponi, ricordando la sperimentazione in atto a Catanzaro, augurandosi che la regione possa diventare la prima a sperimentare totalmente la nuova riforma con un nuovo modo per valutare l’invalidità civile e il progetto di vita delle persone con disabilità.

«Ringrazio anche il presidente Occhiuto che – ha sottolineato la ministra – nonostante il momento difficile che sta vivendo, governa una regione complessa, importante, strutturata che ha bisogno di essere incoraggiata e non massacrata. Noi dobbiamo puntare su quelle che sono il valore, le capacità, i talenti delle persone che ci sono in Calabria, che sono presenti nelle istituzioni, nel mondo delle associazioni e in quello privato. Per dare risposte serve lavorare insieme in questa direzione».

«Non contano solo i limiti – ha concluso la ministra Locatelli – perché se continuiamo a trasmettere, anche come media, solo le storie tragiche, tristi e non facciamo mai vedere le potenzialità che sono proprie anche di questo territorio, allora non andiamo lontano. E se non mettiamo al primo posto le persone, ci possiamo dimenticare di andare avanti. Noi abbiamo bisogno di investire sui talenti, sulle competenze, sulle potenzialità di ogni individuo».

«Questo significa formazione, lavoro, significa puntare alla qualità della vita e al tempo ricreativo. Perché la vita di ognuno di noi è dignitosa se possiamo vivere in un ambiente decente, decoroso, accogliente, in uno spazio abitativo dignitoso, se possiamo avere un lavoro che, come è scritto nella nostra Costituzione, sarebbe prima di tutto un diritto». (rcz)

Premio L’Alveare 2025, 10 anni di storie di eccellenze italiane

Un’edizione memorabile, tra emozioni, riconoscimenti e grandi ospiti in Calabria,  la decima edizione del Premio L’Alveare, promosso da Confapi Calabria e dal suo presidente Francesco Napoli.

Il momento forse più significativo di questo decennale del Premio Confapi è il conferimento del premio destinato alla “politica” a Gigi Sbarra, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega per il Sud, «per il suo instancabile lavoro a favore del riscatto del Mezzogiorno e dei diritti del mondo del lavoro». È lo stesso Presidente Nazionale Cristian Camisa che riserva a Gigi Sbarra gli onori dei numeri uno «per il valore aggiunto altissimo che l’arrivo di Sbarra a Palazzo Chigi ha significato per il Governo Meloni».

«Dieci anni fa – esordisce così Franco Napoli Vice Presidente Nazionale di Confapi – questo Premio nasceva per raccontare una Calabria diversa. Oggi, dopo un lungo cammino fatto di storie, volti e valori condivisi, possiamo dire che quell’intuizione si è trasformata in una realtà che ispira e unisce. L’Alveare è ormai una casa per tutti coloro che credono che impresa significhi anche responsabilità, visione e futuro».

Veniamo ai premiati.

Il Premio alla Legalità, premio centrale della serata per una scelta fortemente voluta dallo stesso Franco Napoli Vice Presidente Nazionale di Confapi, è stato invece assegnato a figure istituzionali di altissimo profilo, «magistrati e forze dell’ordine che ogni giorno si impegnano per la tutela della legalità e la difesa del bene comune».

Madrina di questo sipario così solenne, il Prefetto di Cosenza Rosa Maria Padovano. Parliamo di Marisa Manzini, Sostituto Procuratore Generale a Catanzaro, Vincenzo Capomolla Procuratore della Repubblica a Cosenza, Camillo Falvo Procuratore della Repubblica a Vibo Valentia, e Andrea Mommo Comandante del Gruppo provinciale dei CC di Cosenza.Storie di eccellenza e di vanto collettivo per il Sistema Giustizia nel Sud del Paese. 

Un momento toccante e di forte impatto emotivo è stato poi il conferimento del Premio alla Memoria dedicato a Emanuele Giacoia, maestro del giornalismo nazionale, presente alla cerimonia tutta la grande dinastia Giacoia, al giornalista Pino Nano, per lunghi anni Capo della Redazione Giornalistica calabrese della Rai e, poi, Caporedattore Centrale della Agenzia Nazionale della Testata Giornalistica Nazionale della Rai.

«Una scelta carica di significato questa di Pino Nano – spiega Riccardo Giacoia Caporedattore della Sede Rai della Calabria e figlio dello stesso Emanuele – una scelta che va ben oltre il riconoscimento professionale del ruolo e del lavoro di Pino Nano. Il legame tra lui e mio padre, infatti, è stato profondo e duraturo, basato su stima reciproca, affetto sincero e un comune senso del dovere nei confronti dell’informazione e del servizio pubblico, e questo è davvero molto bello».

La manifestazione di Villa Rendano si apre in realtà con un momento altamente simbolico, che ha visto sul palco la presidente Susanna Quattrone (Confapid Calabria) e il senatore Paolo Naccarato, dirigente generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, per la consegna del prestigioso Premio Ninetto Quattrone, dedicato alla memoria del primo presidente della Confapi calabrese. Un riconoscimento che quest’anno è andato proprio a Franco Napoli, “per il suo impegno costante nel rafforzare i valori fondativi della confederazione e per la sua guida visionaria”. 

Questo decennale ha rappresentato un vero e proprio viaggio nella storia di ConfapiCalabria e nella vita di imprenditrici, imprenditori e professionisti che hanno costruito valore e coesione nel tempo. 

Tocca al presidente Cristian Camisa, consegnare L’Alveare 2025 a importanti protagonisti del sistema confederale nazionale, giunti in Calabria per l’occasione da ogni parte d’Italia, «uomini e donne – dice il leader nazionale della Confapi – che collaborano quotidianamente per costruire una comunità imprenditoriale sempre più forte e solidale».

Sono Giorgio Binda, Corrado Alberto, Gian Piero Cozzo, Massimo De Salvo, Vincenzo Elifani, Raffaele Marrone, Mauro Orsini, Michele Volpe, e Luigi Sabadini. 

Ma non finisce qui.

Durante la serata, vengono  premiati anche personaggi di rilievo del mondo economico, istituzionale, culturale e sociale di tutta Italia. I loro nomi:Tommaso Alfieri, dirigente bancario,  “per il suo impegno nel facilitare l’accesso al credito alle imprese attraverso una visione etica e trasparente del rapporto tra finanza e produttività”, Maurizio De Luca, presidente di Edilcassa Calabrese, «per il suo operato nel rafforzare il sistema bilaterale nel settore edile calabrese»,Alessandro Lato, comandante della Stazione dei Carabinieri di Castrolibero – dice Francesca Benincasa Vice Presidente di Confapi e straordinaria padrona di casa – «per avere unito alla sua brillante carriera nelle forze dell’ordine una sensibilità artistica che emerge nella sua pittura ispirata alla Calabria».

Ma tra i premiati c’è anche Valter Quercioli, presidente di Federmanager, «per il suo ruolo nel promuovere il valore dei manager industriali come motore di crescita e innovazione». 

Grande attenzione è stata riservata anche al Premio “Donne in Classe A”, nato dalla collaborazione tra Confapi Calabria e l’Agenzia nazionale per l’efficienza energetica dell’Enea che ha visto come premiata Annarita Lofrano, responsabile ufficio attività istituzionali di Inail Calabria e componente dell’ Osservatorio regionale contro le discriminazioni sui luoghi di lavoro. Ad annunciare il premio Ilaria Sergi, responsabile comunicazione di Italia in classe A. Raffaele Mastrota, in rappresentanza dell’Associazione Brutium – I Calabresi nel Mondo, presente la stessa Gemma Gesualdi, ha ricevuto invece un riconoscimento «per il suo impegno nel promuovere l’identità calabrese oltre i confini regionali». 

Ancora, Marco Serrao, medico e fondatore della Fondazione Totò Morgana, «per le sue attività di prevenzione e sensibilizzazione in contesti scolastici, universitari e sociali, portando la cultura della salute tra i giovani e nelle aree più fragili», e Alessandro Crocco, presidente CIM USA e fondatore del Mediterranean Export Innovation Hub, «per il suo impegno nel supporto all’internazionalizzazione delle PMI italiane».

Che dire di più? Appuntamento al prossimo anno. (rrm)

PILLOLE DI PREVISENZA / Ugo Bianco: L’Ecocert, il documento che certifica la contribuzione previdenziale

di UGO BIANCOL’Ecocert, acronimo di Estratto Conto Certificativo, è un documento rilasciato dall’Inps che riassume in modo dettagliato la contribuzione previdenziale di un lavoratore. Ha valore certificativo ai sensi dell’articolo 54 della legge 9 marzo 1989, n. 88. In esso sono riportati tutti i contributi previdenziali accreditati, validi ai fini pensionistici, ad eccezione di quelli versati nella Gestione Separata. È formato da due sezioni principali. La prima parte indica un riepilogo sintetico dei contributi, suddivisi per tipologia: lavoro dipendente o assimilato, lavoro autonomo, disoccupazione, malattia, e altre eventuali forme di contribuzione ed il totale dei contributi accreditati fino a una determinata data. La seconda parte è un riepilogo analitico dei periodi coperti da contribuzione previdenziale. Per ciascun periodo sono indicati: le settimane riconosciute come utili ai fini del diritto o della misura della pensione, la retribuzione di riferimento e eventuali annotazioni.

Ecocert e Eco: qual’è la differenza? 

Quando si parla di documentazione previdenziale, è fondamentale non confondere due strumenti distinti: l’Ecocert e l’Eco (Estratto Conto Assicurativo). Quest’ultimo è un estratto conto che consente di visualizzare i dettagli dei contributi previdenziali accreditati presso l’INPS. Non ha valore certificativo e non indica il totale complessivo dei contributi versati. Serve principalmente per effettuare una verifica generale della propria posizione assicurativa. Per consultare l’Eco è sufficiente accedere all’area personale del sito INPS, nella sezione dedicata all’estratto conto assicurativo. L’Ecocert, invece, è un documento ufficiale rilasciato su richiesta dall’istituto previdenziale. Ha valore certificativo e riporta una sintesi completa e validata dei periodi contributivi riconosciuti. È particolarmente utile, ad esempio, in vista della pensione, per avere certezza e contezza dei diritti maturati. In sintesi: Eco: visione informale della posizione contributiva, senza valore certificativo; Ecocert: certificazione ufficiale e completa della posizione assicurativa. 

Come ottenere il proprio Ecocert? 

Si rilascia su domanda dell’assicurato, formalizzata attraverso due modalità differenti. Mediante il canale dedicato nel portale www.inps.it  a cui si accede con lo SPID o con la carta d’identità elettronica (CIE) oppure recandosi presso gli Enti di Patronato. 

In quanto tempo si ottiene?

Entro trenta giorni lavorativi, dalla data dell’istanza, si ottiene la certificazione. Nel caso trascorre più tempo è preferibile prendere contatti con la sede Inps di competenza e verificarne lo stato di lavorazione(ub)

[Ugo Bianco, presidente Associazione Nazionale Sociologi Calabria]

Confartigianato Calabria: Correggere Piano Transizione 4.0

Servono interventi urgenti e mirati sul Piano Transizione 4.0 per garantirne l’effettiva fruibilità anche da parte delle micro e piccole imprese calabresi dell’artigianato, del commercio e dell’impresa diffusa. È quanto ha chiesto Confartigianato Imprese Calabria, rilanciando la posizione dell’organizzazione nazionale, guidata dal presidente Marco Granelli.

«Le modifiche introdotte dalla legge di bilancio 2025 – ha detto l’associazione – rischiano di svuotare di efficacia uno strumento che negli scorsi anni ha rappresentato un motore concreto per l’innovazione anche nelle realtà imprenditoriali più piccole. Non possiamo permettere che il sistema produttivo venga escluso da questa sfida fondamentale per la crescita».

Il nuovo impianto normativo, infatti, ha complicato l’accesso al credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali, generando forte incertezza tra gli operatori economici. Per questo Confartigianato Calabria auspica che le istanze già rappresentate a livello nazionale dalla propria Confederazione, assieme a Cna, Casartigiani, Confcommercio e Confesercenti, che tengono  conto delle specificità delle micro e piccole imprese siano accolte.

Tra le proposte prioritarie: Aumento del plafond di spesa per il credito d’imposta sugli investimenti effettuati entro il 31 dicembre 2025, così da garantire una pianificazione più sicura degli investimenti aziendali; Ripristino del credito d’imposta anche per i beni immateriali, come software, piattaforme digitali e strumenti di gestione, oggi più che mai indispensabili per l’operatività delle imprese; Reintroduzione dell’automatismo nel riconoscimento del credito d’imposta maturato, escludendolo dall’ambito degli aiuti di Stato per evitare vincoli burocratici che penalizzano le PMI.

«L’obbligo di comunicazione telematica introdotto con il decreto direttoriale del 16 giugno 2025 – ha segnalato Confartigianato – sta già generando disorientamento tra le imprese, molte delle quali sono in attesa di sapere se avranno accesso all’agevolazione o se resteranno escluse per esaurimento fondi. È inaccettabile».

L’associazione insiste su un punto chiave: la transizione digitale e tecnologica non può essere appannaggio solo delle grandi industrie.

«Le imprese artigiane – si legge nella nota – rappresentano l’ossatura dell’economia regionale e nazionale. Se vogliamo davvero un futuro competitivo e innovativo, serve un Piano 4.0 inclusivo, semplice, certo e accessibile».

Confartigianato continuerà a portare questa battaglia in tutte le sedi istituzionali competenti, al fianco delle imprese che ogni giorno affrontano con coraggio le sfide del cambiamento. L’obiettivo è uno solo: garantire pari opportunità di sviluppo e crescita anche nei territori più fragili, perché nessuna impresa resti indietro. (rcz)