Il coordinatore della task force per l’Aeroporto dello Stretto, Salvatore Chindemi, ha chiamato in causa la Regione – e il presidente Roberto Occhiuto – e la Sacal per chiedere notizie sui lavori annunciati per l’ammodernamento dell’aerostazione e il superamento delle limitazioni.
«A questo punto si abbia il coraggio di ufficializzare la fine dell’Aeroporto dello Stretto» ha detto Chindemi, chiedendo «cosa o chi impedisce al Presidente Occhiuto di mantenere l’impegno, assunto il 7 di Febbraio con i due sindaci facenti funzioni Carmelo Versace e Paolo Brunetti, della Città Metropolitana e del Comune di Reggio Calabria, di rivedersi dopo l’acquisizione, da parte dell’Ente Regionale, delle quote sociali di Sacal, acquisite in precedenza da privati, per concordare il futuro dello scalo reggino? Può un Presidente Regionale venir meno ad un impegno assunto durante un incontro istituzionale?».
«Risulta imbarazzante ed increscioso ammettere pubblicamente che lo scalo lamentino è stato, oramai eletto come l’unico scalo operante in Calabria e che quello reggino è, di fatto, un inutile ed ingombrante accessorio? Chi ha avuto una investitura popolare – ha proseguito Chindemi – e pretenderebbe di essere riconfermato, spieghi, al territorio che rappresenta, come ritiene di fronteggiare adeguatamente questo ignobile scippo dell’attività, volativa e non, del nostro aeroporto».
«Chi ha, quasi giornalmente – ha detto – l’opportunità di interloquire con i rappresentanti della società di gestione dei tre scali calabresi, castrati chiaramente di ogni capacità decisionale autonoma, con i vertici Enac nonché con il vettore nazionale, informi la città per quale misteriosa ragione non vengono ripristinati i voli, almeno per Roma e Milano, con partenza il mattino ed il ritorno la sera, promessi ed annunciati una infinita di volte».
«Da cosa o da chi dipende – ha chiesto – la mancata risoluzione delle presunte restrizioni che impedirebbero, ad alcuni vettori, di operare sullo scalo reggino? Qualcuno conosce lo stato dei lavori che renderebbero più moderno ed efficiente il Tito Minniti, utilizzando i finanziamenti del celeberrimo “emendamento Cannizzaro”, peraltro silenti da anni e inesorabilmente bollati come “inutili e dannosi” dal Sottosegretario ai Trasporti (leghista) Alessandro Morelli?».
«E si potrebbe prolungare a lungo questo triste e scandaloso elenco di soprusi ed insopportabili prevaricazioni ai danni di questa città e del suo scalo – ha proseguito – senza il quale la Metrocity diventerebbe una scatola vuota, mentre chi avrebbe l’obbligo istituzionale di difendere il proprio territorio, invece, incomprensibilmente latita e/o collude con i mandanti. Oramai il quaderno delle doglianze è strapieno: il tempo delle lamentele e delle denunce è finito».
«Ognuno, a tutti i livelli – ha evidenziato – sarà chiamato ad assumersi le proprie responsabilità. E nonostante i maldestri, quanto inutili, tentativi di delegittimazione della Task force, continueremo a denunciare questo scandalo e, contemporaneamente, sollecitare, nelle competenti sedi nazionali, proposte e soluzioni concrete».
«Da parte nostra – ha concluso – siamo pronti a mettere in campo una società, pubblico privata, adeguatamente capitalizzata, disponibile ad assumere l’onere di una gestione autonoma del nostro scalo. Lasciamo alla città la possibilità di valutare, serenamente, i comportamenti di chi tenta di difendere questo territorio ed, invece, chi concorre a disarticolare le sue strutture, affossandolo definitivamente, sorprendendosi, poi, delle sonore sconfitte elettorali». (rrc)