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Con Le Muse alla scoperta dei beni culturali di Mammola

Con Le Muse alla scoperta dei beni culturali di Mammola

Nei giorni scorsi, con l’Associazione Le Muse di Reggio Calabria si è svolto un doppio appuntamento dedicato alla riscoperta di un Parco con relativa Casa Museo e del Borgo di Mammola.

Il presidente Muse, Giuseppe Livoti, ha ricordato come è tradizione de “Le Muse” creare anche degli appuntamenti extra moenia cercando di conoscere spazi e luoghi che solitamente non vengono circuitati come luoghi deputati al turismo made in Calabria. E così la nostra attenzione è andata su chi da uomo libero ed artista vero in circa 30 anni di attività ha realizzato e continua a realizzare un parco con annessi spazi espositivi come il Piccolo Museo d’arte Contemporanea Domenico Carteri.

Villa Zephyros a Ferruzzano Marina è luogo che deve i suoi natali per il Maestro Scultore e Mosaicista Domenico Carteri che ha arricchito con un importante e poderoso repertorio mosaicato la sua residenza sin dagli anni settanta, abitazione razionalista in cui le architetture disegnano una sobria identità volumetrica. Domenico Carteri da grecanico ed artista ha operato in ambito campano nel campo del restauro, della pittura e della scultura ed ha conosciuto e collaborato in importanti lavori di restauro di beni culturali greci e romani. In 30 anni di attività ha trasposto così nella sua abitazione, immersa nel verde con linee semplici, razionali ed essenziali dell’architettura, tutta una serie di elementi cromatici e disegnativi che hanno dato un volto artistico ed impressionista ad una zona che prospetta sul Lungomare di Ferruzzano.

«La mia residenza – ha detto – Mimmo Carteri progettata negli anni settanta su esempi di architetti illustri, principali protagonisti di un importante periodo storico come Le Corbusier, F. L. Wright, M. Piacentini e G. Terragni pur se di impostazione razionalista, aveva bisogno di una sua caratterizzazione identitaria. La mia famiglia dalle radici magno greche, così, mi ha permesso di ridare una impronta in questa grande proprietà dove oggi, alcune porzioni di cinta muraria e non solo, hanno una nuova vita con la rappresentazione di trompe-l’oeil attinenti le quattro stagioni».

«Ninfei, piccole vasche con tanto di meandri greci, mattoni a vista e piccoli ruderi architettonici – ha continuato – ridisegnano gli spazi con elementi di recupero tra smalti, terracotte e figure che richiamano il periodo bizantino. L’architettura razionalista che comprende tendenze molteplici dal Bauhaus di Walter Gropius alla poetica di Le Corbusier, per Carteri, così, diviene solo  richiamo ad una trasposizione personale che tra qualche anno vedrà il suo ultimo atto con la costruzione in fase d’opera, di una chiesa di culto cristiano ortodossa così come già si può intravedere». 

Un percorso che i soci Muse hanno percorso all’interno di neutre stanze che riuniscono i nuovi linguaggi contemporanei con installazioni simboliche ha ribadito la delegata Muse Cultura e Linguaggi Espressivi Antonella Mariani o ancora per la già dirigente scolastica dell’Istituto Statale D’arte “Frangipane” prof.ssa Rita Cananzi una Casa Museo che necessita di essere promossa per amplificare con i media una Calabria diversa, una narrazione nuova. 

Elemento comune la riduzione della forma ad una essenzialità al quale corrispondere la massima funzionalità, contenuti verso il monumentalismo classico con uso di materiali in rapporto con la produzione industriale e l’impegno della tradizione antropologica. Il Parco trova nei Protogonoi, figure mitologiche che fanno parte della nostra tradizione contadina meglio conosciute con il nome di Musulupe il suo akmè per la monumentalità e senso del decoro.

 Successivamente i soci Muse sono stati ricevuti dal parroco di Mammola don Antonino Mazzà il quale dopo il rito delle Quarant’ore, pratica devozionale consistente nell’adorazione, per quaranta ore continue, del Santissimo Sacramento, visibile nell’ostensorio contenente l’Ostia consacrata, solennemente esposto sull’altare, ha celebrato una santa messa solenne in cui il sodalizio reggino è stato coinvolto con la consegna del – cesto della solidarietà –. Tutti i soci infatti hanno donato beni di prima necessità affinché le parrocchie del comprensorio di Mammola possano aiutare famiglie indigenti in questo particolare periodo storico.

Un buon inizio di Quaresima ha detto don Antonino Mazzà in cui anche il mondo delle associazioni culturali come  Le Muse lasciano un segno, una piccola traccia proprio in occasione delle quaranta ore, nome che si  richiama al periodo di tempo trascorso fra la morte (Venerdì santo) e la risurrezione (domenica di Pasqua) di Gesù. (rrc)