NOMINA A TEMPO DI RECORD: IL NUOVO COMMISSARIO DELLA SANITÀ GESTIVA GLI OSPEDALI DI CATANZARO ;
Giuseppe Zuccatelli

CONTE LICENZIA VIA TWITTER COTTICELLI
ARRIVA SUBITO ZUCCATELLI, IL SOSTITUTO

di SANTO STRATI – Un lunghissimo Consiglio regionale, con il presidente ff Spirlì che viene convocato dal Consiglio dei ministri alle 21: Conte, con i ministri Speranza  e Gualtieri, vuole nominare in serata il sostituto di Cotticelli. Il parere di Spirlì, ovviamente, non conta nulla, è tutta fuffa per fare scena e parlare così di scelta condivisa. Alle 22 arriva il nome: è Giuseppe Zuccatelli, fino a oggi commissario straordinario delle Aziende ospedaliere Pugliese Ciaccio e Mater Domini. Sul nome di Guido Bertolaso  – un medico con grande esperienza nella prevenzione e nella protezione civile (ha messo su l’ospedale alla Fiera di Milano in tempo record) – avanzato dalla destra nemmeno un sospiro. Qualcuno azzarda il nome di Gino Strada… siamo nel marketing sfrenato, della serie volevamo stupirvi con effetti speciali…

Emiliano di Ferrara, medico specializzato in Igiene, Zuccatelli sarebbe molto vicino a Bersani (di cui Speranza è espressione con LeU): avrà poteri assoluti  con due sub commissari (una, Maria Crocco, già subcommissario, è la voce che si sente nel video virale di Cotticelli e lo rimprovera di prepararsi prima di rispondere), l’altra dovrebbe essere Iole Fantozzi, attualmente al Gom di Reggio. Previsto uno staff di 25 persone.

Una scelta che, crediamo non farà sorridere i calabresi. Tanto per dirne una, Zuccatelli è quello che ha fatto la guerra al Rettore dell’Università Magna Graecia Giovambattista De Sarro che aveva indicato l’ex Villa Bianca a Catanzaro come unità anticovid. Una struttura immediatamente disponibile, dove oltre che curare si poteva fare ricerca: sarebbe diventato lo Spallanzani calabrese. Zuccatelli ha deciso che era meglio sfrattare gli universitari dal Padiglione C del Mater Domini e organizzare lì la struttura. Il risultato è che già quest’estate Villa Bianca sarebbe stata pronta ad affrontare questa nuova crisi. All’Università, nell’ala del Mater Domini individuata da Zuccatelli, non c’è nulla, se non ci sono seri problemi di separazione degli ambienti e rischio di contagio per gli specializzandi.

Si vedranno nei prossimi giorni le reazioni a questa nomina, che sembra premiare ancora una volta scelte politiche e partitiche. Sicuramente il nuovo commissario ha le competenze amministrative, visto che lo fa di mestiere.   

La mozione finale del Consiglio regionale sarà recapitata al premier Conte (che probabilmente non ci dormirà stanotte…): chiede di trasformare la zona rossa in gialla, ma, per la verità, punta anche al problema numero uno: la proroga del decreto Calabria. Il documento è acqua fresca se non si crea una seria mobilitazione politica per impedire la sua conversione in legge. Basterebbe il buon senso e la considerazione che i dieci anni di commissariamento hanno impoverito l’offerta di assistenza sanitaria ai calabresi. Hanno semplicemente tagliato posti letto e occupazione, solo guardando i numeri e le cifre del risparmio come obiettivo finale: serviva più personale e invece sono state eliminate figure professionali, mandati a casa medici e specialisti, chiusi reparti, etc.

Si è visto come ha funzionato (male) il decreto Calabria, dopo la pomposa presentazione a Reggio, con un apposito Consiglio dei ministri un anno e mezzo fa: la ministra della Salute Giulia Grillo a maggio 2019 vantava la “fulmineità” che il decreto avrebbe offerto per risolvere i tanti problemi della sanità calabrese. È sotto gli occhi di tutti (e con riconosciuta onestà intellettuale numerosi parlamentari pentastellati hanno ammesso di avere commesso un grave errore) i guasti ancora più gravi provocati dal Decreto Sanità Calabria e il successivo incarico di commissario ad acta al generale Saverio Cotticelli. Incarico conferito da quello stesso Giuseppe Conte – il presidente del Consiglio dei ministri – che ieri mattina, via twitter, ha detto che occorreva revocare immediatamente Cotticelli. Allora, affiancato da Salvini e Di Maio alla vicepresidenza di un governo giallo verde che il leader leghista ha poi smontato al Papeete.

Dunque, un governo Conte giallo-verde, con ministro della Salute la pentastellata Giulia Grillo, che nomina Cotticelli e, oggi, un governo giallo-rosso, con ministro della Salute il liberoeuguale Roberto Speranza, che revoca lo stesso incarico confermato –guarda un po’ – appena qualche giorno fa, appena varata la proroga del precedente decreto dallo stesso Speranza. Due ministri della Salute che te li raccomando, almeno per quanto riguarda la salute dei calabresi che, evidentemente, non conta un ciufolo.

Poi, in serata la decisione di Conte di fare in fretta e nominare il sostituto di Cotticelli. Hanno scelto rapidamente con il solito criterio: chiunque purché non calabrese. Nemmeno presa in considerazione l’ipotesi Bertolaso (troppo vicino all’ex cavaliere…), lanciato qualche nome per fare colore (Gino Strada?), l’ok sul “compagno” Zuccatelli è arrivato in un baleno.

In questo anno e mezzo di Cotticelli e company, nessuno si è reso conto – nonostante i tanti allarmi lanciati da medici, scienziati, docenti, dalla società civile – dell’incapacità del commissario? Si è dovuto aspettare una trasmissione televisiva per inorridire di fronte alla acclarata inezia del rispettabilissimo generale, che avrà guidato con onore e soddisfazione i Carabinieri, ma che di sanità non solo non capiva nulla, ma nemmeno si è sforzato di farsi spiegare le tante criticità.

Nel corso del Consiglio regionale è venuta (dal consigliere Raso) l’unica proposta seria da prendere in considerazione e da portare con determinazione davanti al Governo: occorre cancellare il debito della Sanità calabrese e annullare l’esperienza del commissariamento che ha, fino ad oggi, mortificato professionalità e provocato – Dio sa quante – troppe vittime di malasanità, private della necessaria assistenza, quando ancora non c’era l’emergenza covid. Poi, con l’emergenza del coronavirus, solo l’abnegazione e lo sforzo immane di medici e personale sanitario ha evitato ai calabresi ulteriori penalizzazioni e limitato il numero delle vittime.

Ma la seconda ondata della pandemia sta macinando numeri da paura e la sola idea di un nuovo commissariamento con due vice e 25 nuove figure amministrative, fa venire i brividi.

Ci si chiede: con quali presupposti sono stati scelti, via via, i tanti commissari che si sono succeduti in questi dieci anni? Con quale criterio il ministro Speranza pensava di scegliere i tre nuovi paladini della salute calabrese previsti dal nuovo decreto? Lo abbiamo capito ieri sera: il partito prima di tutto. Del resto cosa sa Speranza di sanità, di Calabria e di gestioni sanitarie?

Il ministro – è bene ribadirlo – giusto pochi giorni fa aveva rinnovato la fiducia a Cotticelli, pur rifiutandosi di incontrarlo nonostante le pressanti richieste del generale. Quali sarebbero i presupposti per affidare il nuovo incarico, per perpetrare il commissariamento?

Il senatore calabrese Marco Siclari, interpretando a pieno il pensiero del vicepresidente di Forza Italia AntonioTajani, aveva lanciato l’idea: se proprio si doveva ricorrere a un nuovo commissariamento, affidare l’incarico a Guido Bertolaso. Una figura che non ha bisogno di presentazioni né di curricula da esibire, un professionsita dell’emergenza (è stato a capo della Protezione civile durante l’emergenza terremoto) che, peraltro ha mostra di essere un uomo del “fare”: parla per lui l’ospedale realizzato a tempo di record nei vecchi locali della Fiera di Milano.

Per la sanità calabrese servirebbe un miracolo, permetteteci di scherzare con i santi: san Bertolaso sarebbe il stata forse la soluzione ideale. Ma non l’hanno voluto…

Adesso, in attesa del prossimo show televisivo (Zuccatelli ha un carattere molto focoso e non si trattiene se provocato), i calabresi devono rassegnarsi che a decidere per loro salute ci sia sempre qualcun altro. Ma non è ancora detto: il decreto dev’essere approvato e qui si vedrà quanto valgono i nostri politici. Con qualche imbarazzo, confessiamo, che non riusciamo ad essere ottimisti…           (s)