di GIUSY STAROPOLI CALAFATI – 27 di aprile 2021. Una giornata di sole mesto, quella in cui stamane giunge a tutti la nuova che Antonio Nicolace, è morto.
Un fulmine a ciel sereno. Un lampo che squarcia il cielo. Un dolore che trafigge il petto. Una notizia triste e inattesa. Antonio era figlio di una madre speciale. Figlio di sangue e latte di Natuzza Evolo. In terra, la madre delle madri, la mistica di Paravati.
Un viaggio prematuro e improvviso, un cammino del quale Antonio non aveva avuto mai paura, ma al quale probabilmente ancora neppure pensava. Ma la morte è come la vita, non si sa mai quando arriva. E si improvvisa in tutta la sua tragicomica opera. Senza particolari attenzioni o privilegi. Con Antonio infatti, non si dimostra affatto clemente, seppure avesse una santa speciale in paradiso.
Per Paravati, e per l’intera Calabria, è un giorno triste. Lo conoscevano tutti, Antonio. Era il fil rouge che univa i figli spirituali, a mamma Natuzza. Il volto sincero che rimandava subito a sua madre. Anzi, quello che sua madre la portava impressa nei sorrisi e nella luce che emanavano i suoi occhi neri.
Antonio lascia la sua vita terrena, forse senza neppure rendersene conto, o magari, e noi non lo sapremo mai, giusto il tempo di rivedere la sua dolce madre tornare sulla terra, prenderlo e portalo via con sè. Accoccolato al suo seno caldo come quando era bambino.
Questa mattina, Antonio, si era recato in campagna per quei lavoretti a cui era solito prestarsi, ma il suo cuore inaspettatamente ha cessato di battere. Un malore improvviso che lo costringe ad arrendersi e a intraprendere via, via, il viaggio conclusivo della vita terrena, verso la vita eterna.
E ora, è nell’abbraccio di mamma Natuzza, che ci piace pensarlo, Antonio Nicolace. Stretto stretto al suo petto caldo, illuminato dalla meraviglia di Dio. Con gli angeli e i santi. In quella luce di cui mamma Natuzza aveva sempre parlato.
Alla famiglia, va il cordoglio più sincero e affettuoso. Ad Antonio il nostro più caro saluto.
«Va, Antonio. Vola verso la vita più bella e sii felice. Porta a mamma Natuzza e alla Madonna, le nostre preghiere. E se puoi raccomanda loro un occhio di riguardo per questa nostra povera terra».
Requiem aetrnam! (gsc)