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Abate (Alt. c’è): Non c’è adeguata ripartizione per collegamenti ferroviari alta velocità per il Sud

La senatrice di Alternativa c’èRosa Silvana Abate, ha dichiarato che il Recovery Plan, «che sarà inviato a Bruxelles per una valutazione complessiva da parte dell’Unione europea non prevede, in realtà, una corretta e adeguata ripartizione delle risorse riguardanti i collegamenti ferroviari ad alta velocità tale da favorire il Sud e, nello specifico, la Calabria».

«Il documento, ad esempio – ha spiegato – parla di una riduzione di circa 80 minuti sul tempo di percorrenza del tratto Salerno-Reggio Calabria, ma non viene indicato rispetto a quale tempo attuale si avrà la riduzione. Non c’è il temine iniziale di paragone, ecco perché non è chiaro quale sarà il tempo finale di percorrenza del tratto Salerno-Reggio Calabria. C’è chi dice che sarà un’Alta velocità a 300 km/h, ma non è scritto esplicitamente da nessuna parte».

«La stessa cosa – ha proseguito – si può dire anche in riferimento al fatto che il fatto che il presidente del Consiglio, Mario Draghi, continui a dire che il Pnrr è rivolto al Sud e che più del 50% degli investimenti nelle infrastrutture sia al destinato a Sud. Non è così, leggendo bene le schede del Recovery Plan emerge come il Meridione rischi di diventare il grande tradito di questo Piano di cui tutti parlano ma che nessuno ha realmente approfondito».

«Per questo motivo – ha spiegato ancora Abate – nella risoluzione elaborata insieme agli altri colleghi del gruppo “L’Alternativa c’è” al Senato, abbiamo chiesto l’inserimento di un punto dove si dica chiaramente che è necessario modificare l’attuale distribuzione tra Nord e Sud delle risorse riguardanti i collegamenti ferroviari ad alta velocità perché, attualmente, Il Piano Nazione di Ripresa non favorisce un importante rafforzamento dei territori maggiormente sprovvisti di collegamenti ferroviari (come il Sud e le isole)».

«Se si vuole riequilibrare davvero la preoccupante sperequazione tra le regioni italiane al Sud – ha concluso – dovrebbe andare il 60% dei fondi, come previsto dai criteri indicati da Bruxelles in merito a Pil, popolazione e tassi di disoccupazione». (rp)