Fino al 21 maggio al BoCS Museum di Cosenza, è possibile visitare la mostra Andrea mostra Ciponte di Andrea Grosso Ciponte.
Si tratta della quarta mostra organizzata in sinergia tra l’Accademia catanzarese e l’area espositiva cosentina diretta da Marilena Cerzoso: «In virtù di questa collaborazione – ha spiegato la direttrice – questo spazio sta diventando sempre più dinamico. Credo che sia interessante da vedere questa personale di Grosso Ciponte e credo che sia altrettanto interessante il fatto che questa dialoghi con le opere della collezione permanente del Bocs Museum: è un modo di rendere sempre più nuovo e dinamico questo spazio che è nato proprio con questa idea».
Come le precedenti, anche questa esposizione è curata dai docenti dell’Aba Catanzaro Giuseppe Negro e Simona Caramia, che hanno pensato alla mostra come a uno spaccato dello sguardo dell’artista, tra ironia e melanconia. Dodici pitture che sono dodici fermo-immagini, in cui sfondo e figura sono ugualmente importanti, enfatizzati da una luce profonda e drammatica, vero oggetto di indagine di Grosso Ciponte.
L’esposizione, che volutamente gioca sul cognome dell’artista e sulla tipologia dell’esposizione, è una raccolta di dodici autoritratti su tela che s’inserisce tra le attività del progetto “Ceilings” dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro.
«Il titolo della mostra – ha spiegato il pittore, fumettista, videomaker, illustratore, graphic novelist e docente dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro – nasce da un’idea di Simona Caramia e riprende un po’ lo spirito giocoso con cui di solito mi approccio all’autoritratto. In questa mostra ho voluto portare la mia figura utilizzandola quale pretesto per indagare il linguaggio pittorico. Citando Andrea Pazienza, sono partito dall’idea che “il corpo è per l’artista un modello sempre a disposizione”. L’intenzione, quindi, non è parlare di me, ma analizzare la figura e la sua presenza nello spazio».
Così, sulle tele, attraverso pose a volte innaturali in cui il suo io ritratto si piega per seguire forme geometriche o rientrare nello spazio definito dalla tela stessa, Grosso Ciponte porta anche la sua esperienza nella fotografia: dalla luce alla sfocatura dello sfondo, ogni ritratto porta con sé diversi linguaggi artistici.
Interessante è anche il processo creativo che porta alla realizzazione delle tele: Grosso Ciponte, infatti, attingendo a piene mani dalle sue competenze tecniche e informatiche, fa ricorso alla modellazione 3D e all’Intelligenza Artificiale per dare vita, nella fase di studio che porta alla definizione di massima dell’opera pittorica, a modelli di base da sfruttare quali guide e “appunti” creativi attraverso i quali fissa i concetti narrativi e definisce visivamente le pose da ritrarre: «L’Intelligenza Artificiale è un ulteriore strumento artistico», ha spiegato Grosso Ciponte.
«Nel processo creativo che seguo, il ricorso ad AI o modellazione 3D – ha aggiunto – è anche un modo per tenere “fresca” l’idea. Li utilizzo cercando di avvicinarmi quanto più possibile al risultato che ho in mente. È un processo simile a quello che seguito per anni utilizzando la fotografia». (rcs)