C'È IL PROGETTO ESECUTIVO DEL PONTE, NUOVA PRESA IN GIRO: VIBRATA REAZIONE DELLA PRESIDENTE SANTELLI;
Lo Stretto di Messina

E ORA IL TUNNEL DEL NOSTRO DISINCANTO
QUANDO IL PONTE POTREBBE GIÀ PARTIRE

di SANTO STRATI – Se solo si volesse, già domattina si potrebbero cominciare ad avvitare i primi bulloni: il Ponte sullo  Stretto è arrivato dopo un iter abbastanza travagliato alla progettazione esecutiva, poi stoppata dalla politica del “non-fare”. Non ha bisogno di altri studi di fattibilità, ma solo di adeguamenti con i nuovi acciai in uso da qualche anno. E, quando, il premier Giuseppe Conte lancia l’ipotesi di un tunnel sottomarino, la reazione di chi crede in quest’opera fondamentale per lo sviluppo del Mezzogiorno, è una sola: solite tecniche di distrazione di massa, chiacchiere per distogliere l’attenzione, una manovra dilatoria per tenere tutti buoni: quelli che del Ponte non vogliono sentir parlare e coloro che invece puntano sulla sua realizzazione.

Così, risulta evidente che questo ritorno al passato (del tunnel si parlava nel 1987, dopo il concorso internazionale di idee del 1970, opponendolo al Ponte) è solo una tattica per prendere tempo. Ma i calabresi (e i siciliani) questa volta non sono disponibili a venir presi ancora una volta in giro dal Governo centrale.  Certo, già che si torni a parlare di Ponte, in vista dei miliardi del Recovery Fund, è un’ottima cosa, ma nessuno provi a rimescolare le carte in tavola: il progetto è pronto per essere avviato, anzi persino migliorato con le nuove tecniche dell’ingegneria del nuovo millennio che fa faville. E in questo campo gli italiani hanno solo da mettersi in cattedra e insegnare.

Ogni tanto qualche esponente del Governo rilancia: nel 2016 fu la volta di Graziano Delrio che buttò lì l’ipotesi di un nuovo studio di fattibilità: ma di che? Manca solo la volontà politica e la messa a punto della parte burocratica e Impregilo (oggi WeBuild) dell’ing. Pietro Salini – che ha chiesto una penale ultramilionaria per la mancata realizzazione – può davvero cominciare domattina.

Ma c’è la volontà politica? C’è una seria visione strategica? Quella di creare non  solo un’opera che risulterà utile ai fini del collegamento fisso tra le due sponde, ma certamente diventerebbe un fantastico attrattore turistico per milioni di turisti. Possibile che a nessuno venga in mente cosa significherebbe unire Calabria e Sicilia con un Ponte maestoso che si affaccerebbe sullo Stretto di Scilla e Cariddi (non ce ne vogliano i messinesi, ma vogliamo fare gratuitamente un po’ di marketing territoriale alle due sponde), un panorama unico, eccezionale, straordinario. Una cosa che al confronto il Golden Gate di San Francisco apparirebbe come una vecchia attrazione da Disneyland. No, purtroppo, non ci pensa nessuno. Anzi, il premier Giuseppe Conte si dichiara innamorato di un’idea vecchia d’un secolo che costringerebbe – tra l’altro – a percorrere 16 km al posto dei 3,3 che separano le due punte estreme dello Stretto.

Il progetto del tunnel che ha “stregato” Conte è dell’ing. Giovanni Saccà, presentato a giugno di tre anni fa e sostenuto caldamente dal viceministro siciliano alle Infrastrutture il grillino Giancarlo Cancellieri. È una cosa che – permetteci la battuta – fa acqua da tutte le parti: non siamo nella Manica e non c’è niente da nascondere, anzi, occorre valorizzare tutto il territorio circostante, con la contestuale creazione di parchi tematici di grande attrazione turistica. Il ponte svilupperebbe una campata unica di 3.300 metri, il tunnel dell’ing. Saccà (che, a quanto pare piaccia molto anche alla ministra delle infrastrutture Paola De Micheli, nota per sua profonda competenza in materia…) invece sarebbe “sub–alveo”, ovvero andrebbe sotto il fondo del mare, con una pendenza difficilmente gestibile dai treni ad alta velocità.

In buona sostanza, se si volesse davvero realizzare il Ponte non servono altri studi di fattibilità. Su questo sono d’accordo gran parte di tecnici e ingegneri che hanno valutato e analizzato il progetto (calabria.live offrirà tra qualche giorno un numero speciale dedicato al Ponte).

Alle sparate di Conte (ma che fa, scimmiotta Salvini?) ha replicato aspramente la Presidente della Regione Calabria Jole Santelli: «il premier Conte entra nel tunnel del Ponte per non decidere nulla e tenere tranquilla la sua coalizione. Il Ponte sullo Stretto ha un progetto esecutivo e una gara effettuata. Si realizzi l’opera. – ha detto – «Se il premier Conte vuole essere serio si confronti su questi atti ed esca da questa boutade del tunnel. Siamo in presenza di un passatempo estivo che in metafora calcistica lancia il pallone nelle tribune senza risolvere nulla. Anzi una sola questione. Tenere a bada con un tunnel impossibile una maggioranza con idee contrastanti e che non riesce a trovare una linea comune su  una delle opere che modificherebbero il ruolo dell’Italia nell’Europa».

Secondo il deputato della circoscrizione estera (Asia Africa Oceania Antartide) Nicola Carè, calabrese di origine, del gruppo parlamentare di Italia Viva, il Ponte «non si contrappone alle altre infrastrutture necessarie per agevolare gli investimenti e favorire lo sviluppo economico e sociale della Calabria e della Sicilia, ma si integra alla perfezione con le stesse». Carè sottolinea che «è un’opera di straordinaria rilevanza e contribuirebbe a rilanciare l’immagine dell’Italia nel mondo»: infatti, non avrebbe solo «notevoli ricadute dal punto di vista economico e occupazionale», ma agevolerebbe anche i collegamenti tra la Sicilia e la Calabria, e «rilancerebbe il settore del turismo nelle due regioni». (s)