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Nino Spirlì

Elezioni regionali: il pasticcio della data e le decisioni di Spirlì. Si vota il 9 giugno?

Mercoledì sera si è lasciato andare a un furente sfogo contro il Consiglio dei Ministri che ha “dimenticato” di mettere all’ordine del giorno l’eventuale rinvio delle elezioni regionali in Calabria, in atto fissate per il 14 febbraio, ieri, invece il presidente pro-tempore Nino Spirlì ha lasciato intendere di aver deciso autonomamente per il rinvio. La legge affida al presidente della Regione, previa consultazione con il presidente del Consiglio regionale e il presidente della Corte d’Appello, di fissare la data delle elezioni: non risultano incontri né con l’uno né con l’altro esponente istituzionale, ma dal plauso del sen. Magorno espresso a Spirlì si può intuire che il presidente ff abbia dato ascolto alla Commissione Tecnico Scientifica che suggeriva cautela e il rinvio ad altra data, a causa della pandemia.

Tutto il centro-destra si è schierato contro il rinvio, ma Spirlì ha ritenuto – nel giusto – non chiamare alle urne gli elettori con la pandemia in corso e il rischio contagio che potrebbe derivare dall’affollamento ai seggi. Quale data, non è ancora dato di sapere, ma secondo voci raccolte a Roma si fa strada l’ipotesi dell’election-day del 9 giugno, già fissato per le elezioni amministrative di importanti città come Napoli e Roma. A questa data potrebbero aggiungersi le nuove elezioni per il Comune di Reggio se il ministro dell’Interno dovesse accogliere le istanze del centrodestra e di Klaus Davi per annullare la consultazione di settembre, a causa dei brogli rilevati con il caso del consigliere comunale Nino Castorina.

Uno scenario inatteso e davvero imprevedibile se ci fosse l’abbinata Comune-Regione: il centrosinistra avrebbe qualche difficoltà a riproporre, date le circostanze, un Falcomatà Ter, ma non ha il sostituito utilmente spendibile per raccogliere un nuovo successo elettorale. Il consenso mancato al candidato della Lega Nino Minicuci dovrebbe indurre, dall’altra parte, a puntare su un’altra personalità “reggina” per raggiungere l’obiettivo.

Alle regionali, il rinvio offre un assist inatteso alla sinistra che ha più tempo per serrare i ranghi e costruire una coalizione in grado di competere con l’avversario dato per favorito. Non ci sono ancora nomi, né indicazioni precise, a parte le provocatorie disponibilità di Vittorio Sgarbi e di Barbara D’Urso, che ovviamente fanno da cornice semiseria a una situazione che se non fosse grave sarebbe persino comica. Si profila l’idea di un “papa straniero”, sia a destra sia a sinistra. A fronte dello straniero Luigi De Magistris (l’attuale sindaco di Napoli, con moglie catanzarese) ci sarebbe l’abituale candidato di Berlusconi, il medico ortopedico Bernardo Misaggi, calabrese ma ormai milanese d’adozione, il quale, però, pretende un impegno ufficiale dell’ex cav prima di impegnarsi.

Ci sarà giusto la pausa di Capodanno e già domani ricominceranno i giochi e le schermaglie, dall’una e dall’altra parte, ma non vanno sottovalutate le potenzialità di un patto civico con l’adesione di esponenti della società civile, professionisti e indipendenti, in grado di scompaginare intese e pre-accordi. La notte di San Silvestro avrà portato consiglio? (s)