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Foti (Fondazione Magna Grecia): Preoccupati per l'autonomia differenziata

Foti (Fondazione Magna Grecia): Preoccupati per l’autonomia differenziata

«Ci preoccupa l’approvazione dell’autonomia differenziata perché, da quel momento, viene ‘Costituzionalizzata’ la spesa storica e il Paese viene diviso in due». È la denuncia di Nino Foti, presidente della Fondazione Magna Grecia, nel corso del convegno Zes unica, una grande opportunità per il Mezzogiorno? di Palermo.

«In caso di approvazione della riforma – si è chiesto Foti – a cosa servirà il Pnrr se nel frattempo si sta svolgendo un’attività che di per sé sposterà ingenti somme economiche e finanziarie verso le aree del nord? Non dimenticate che tre intese erano già state fatte per il governo Gentiloni, per cui non è solo un problema di destra o di Lega».

«Anche la Zes unica – ha aggiunto – è fondamentale ma va nella direzione opposta della riforma dell’autonomia differenziata. Sappiamo che c’erano otto Zes che hanno lavorato con commissari straordinari, mentre adesso ci sarà una cabina di regia unica, un commissario chiamato delegato di missione».

A fargli eco, in video collegamento, il direttore della Svimez, Luca Bianchi, ribadendo come «l’autonomia è, per noi, un tema di interesse e preoccupazione e la nostra posizione è di forte contraddizione alla riforma che sta circolando. Fra due giorni avremo una audizione nella quale esprimeremo i nostri dubbi».

Per Bianchi la riforma dell’autonomia differenziata e quella che ha portato a una Zes unica «sono due modelli incompatibili: da un lato – ha spiegato – c’è un accentramento delle istanze territoriali e dall’altro una autonomia che rischia di spaccare e frammentare le politiche pubbliche».

Bianchi, poi, ha ribadito come «la posizione dello Svimez rispetto all’ipotesi di autonomia differenziata che sta circolando è di forte contrarietà. L’autonomia, infatti, rischia di spaccare e frammentare ulteriormente le politiche pubbliche nel nostro Paese».

Per il direttore della Svimez, infatti, la creazione delle otto Zes in Italia è stata ‘«una buona idea ma con grandi difficoltà attuative. Questa riforma delle Zes interviene dopo diversi anni di attuazione e si sottolineano i rischi di un possibile rallentamento che la Zes unica ha comportato in questi primi mesi del 2024».

«Adesso con la Zes unica si parla di un nuovo modello di approccio. Io parlerei di una zona economica Sud, un intervento più generale. Comporta dei rischi ma anche enormi vantaggi», ha detto Bianchi, sottolineando la necessità di «realizzare piani strategici identificando i settori nei quali intervenire, da fare rientrare negli interventi di investimento sostenuti dal credito di imposta».

«Una mossa – ha proseguito – che può funzionare solo se accompagnata dalla semplificazione amministrativa fatta a livello centrale. Le risorse per politiche speciali e investimenti non sono tanto un problema oggi quanto avere un quadro strategico che recupera la dimensione industriale del Sud».

«Funzionerà? – si è chiesto Bianchi – Se pensiamo di fare interventi buoni per tutti non riusciremo ad attivare gli interventi, se il piano strategico ha la capacità di individuare tre o quattro assi strategici, avremo un cambio di passo».

Per Saverio Romano, presidente della Commissione bicamerale sulla Semplificazione, «se l’autonomia differenziata dovesse andare in porto così com’è in parte il Sud rischierebbe di essere penalizzato».

«Cosa ne penso della Zes unica? – ha chiesto –. Proprio perché non c’è non deve essere contrapposizione tra il Nord e il Sud, quando abbiamo approvato la Zes unica, solo per il Mezzogiorno, non ci sono stati da parte parlamentari o esponenti del Nord proteste, proprio perché sono convinti che oggi il Mezzogiorno necessita di una spinta maggiore affinché possa essere, insieme al resto del Paese, motore in Europa anziché zavorra».

«Noi andiamo in questa direzione – ha proseguito – per fare in modo anche attraverso la semplificazione, si possa accorciare la distanza tra gli utenti, le amministrazioni e lo Stato. Con la Zes unica, questo processo, anche attraverso l’accentramento dei poteri per accorciare la filiera, è in corso. Sapete meglio di me che laddove ci sono tanti passaggi si annida anche la corruzione, laddove ci sono pochi passaggi trasparenti è più difficile: la Zes unica semplifica i processi di investimento er le imprese che lo vogliono fare».

«Non tanto in ordine ai livelli essenziali di prestazione – ha aggiunto – che saranno rinviati ad altra data, ma agli accordi tra le Regioni, che dovrebbero essere definiti in maniera più chiara e ampia».

Dario Lo Bosco, presidente di Rfi, ha evidenziato come «la Zes unica valorizza il ruolo della Sicilia, che è piattaforma strategica nel Mediterraneo».

«Si tratta di armonizzare le reti infrastrutturali e, finalmente – ha aggiunto – come diceva già il libro bianco 2001 dell’Unione Europea, realizzare per il trasporto delle merci una intermodalità virtuosa. Bisogna puntare quindi a far crescere le ferrovie e le vie del mare, a una connessione con i porti, ma anche con gli aeroporti, perché ci sono delle merci che viaggiano con sistema a cargo».

«Con la regia del governo Meloni – ha proseguito –, con il ministro Fitto e con il ministro dei trasporti Salvini è quindi importante ottimizzare questa rete infrastrutturale, perché una rete infrastrutturale ha un valore che cresce al quadrato con il grado di interconnessione dei nodi».

Il presidente di Confindustria Palermo, Giuseppe Russello, ha evidenziato come «il tema della Zes unica si innesta sulle Zes precedenti sulle quali possiamo esprimere un giudizio assolutamente positivo perché in questo brevissimo periodo in cui sono entrate in vigore le imprese ne hanno tratto grande giovamento».

«C’è da capire –ha aggiunto – la parte operativa della Zes unica, come si cala e come si trasferisce all’interno dell’operatività delle aziende. Probabilmente una struttura periferica di contatto diretto con le aziende avrebbe agevolato».

«Cercheremo di capire nelle prossime settimane i decreti attuativi ma soprattutto l’organizzazione di questa nuova struttura come possa impattare con le nostre imprese – ha proseguito –. Il tema delle Zes è un elemento di grande qualificazione dei territori, probabilmente bisognava stare più attenti in una perimetrazione che avrebbe dovuto e potuto orientare scelte di politica industriale, tema che attiene al governo nazionale».

«Aspetterei ancora qualche settimana – ha concluso – per capire come adesso si declina la struttura di tipo centralistico sul territorio. Poi c’è il tema delle risorse e lì qualche dubbio sul piano personale lo nutro perché soltanto 1,8 mld di euro per l’intero Sud è qualcosa che alimenta delle perplessità».

il Presidente della Regione siciliana Renato Schifani, ha ricordato come «ho condiviso, col ministro Raffaele Fitto, l’ipotesi di una Zes unica, cioè tutto il Mezzogiorno».

«Parcellizzare gli interventi su micro aree – ha spiegato – avrebbe complicato sempre di più la possibilità di investimenti grazie a una pressione fiscale più ridotta. Adesso abbiamo un quadro più completo. La scommessa è, però, di essere coerenti con la tempistica, quindi la riforma teoricamente va bene, occorre però calarla in una velocizzazione delle procedure, perché altrimenti avremmo fallito. Ma non è nell’intenzione del Governo e neppure del governo regionale, che farà la sua parte».

Per il Governatore della Regione Siciliana «la Zes unica sicuramente può essere un’opportunità e lo sarà, l’importante è che vengano abbreviati, accorciati tutti quei termini che sono strategici per la velocizzazione delle procedure. Lì è la scommessa. Ho condiviso con Raffaele Fitto l’ipotesi di una Zes unica, cioè tutto il mezzogiorno. Parcellizzare gli interventi su micro aree avrebbe complicato sempre di più la possibilità di investimenti».

«Adesso abbiamo un quadro più completo – ha evidenziato –. La scommessa è quella, però, di essere coerenti nella tempistica. Quindi, la riforma teoricamente va bene, occorre però calarla in una velocizzazione delle procedure perché sennò avremmo fallito, ma non è nell’intenzione del governo, né del governo regionale che farà la sua parte».

«Il lavoro che il governo ha fatto con la Commissione europeo è stato molto complesso», ha ricordato il ministro Fitto, sottolineando come «non era scontato che la Commissione autorizzasse le Zes, questa scelta rappresenta una grande opportunità».

«Rappresenta un’area omogenea – ha aggiunto –. C’è da fare una comparazione. Dal primo gennaio abbiamo fatto una proroga». (rrm)