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Houston, abbiamo un problema: Giù le mani dall'Unical con emendamenti che ne turbano l'autonomia

Houston, abbiamo un problema: Giù le mani dall’Unical con emendamenti che ne turbano l’autonomia

di FRANCO BARTUCCILa notizia è ufficiale: a proporre l’emendamento salvo proroga del mandato del Rettore Nicola Leone per altri due anni e due mesi fino al 31 dicembre 2027 in scadenza al 31 ottobre 2025 è stato il Presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, con il coinvolgimento consenziente del fratello, sen. Mario Occhiuto e dei senatori Daniela Ternullo (siciliana) e Adriano Paroli (lombardo), tutti di Forza Italia.

Lo ha dichiarato lo stesso presidente in una lunga intervista rilasciata al Quotidiano del Sud e pubblicata nella giornata di ieri, annunciando che tra qualche settimana il commissariamento della sanità calabrese avrà termine, grazie alle politiche degli emendamenti da lui suggeriti e sostenuti, che hanno messo sotto scacco il governo, il quale  ha promesso “mari e monti”, con finanziamenti cospicui mirati a completare i lavori dei tre grandi ospedali di Sibari, Vibo, della piana di Gioia Tauro e poi  la realizzazione del Policlinico universitario da decidere dove realizzarlo se a  Cosenza oppure nell’area territoriale riservata per l’Università dai comuni di Rende e Montalto Uffugo. 

Alleluia, finalmente ci siamo liberati di un pesante fardello e comunque rimane il problema del rientro economico del settore sanitario, che nel caso occorrono uomini e donne professionisti esperti in economia e finanza, quanto anche, per ridare slancio agli ambienti sanitari, esperti di buona gestione amministrativa, ma soprattutto degli ottimi motivatori in grado di ridare al personale medico sanitario in servizio, nei vari reparti ospedalieri entusiasmo e partecipazione nella erogazione dei servizi e tra di questi collocherei le figure  dei comunicatori e assistenti sociali, per portare tanta umanità  ed accoglienza nel rapporto degenti e familiari con le equipe mediche in servizio, non trascurando tutte quelle problematiche che di volta in volta si presentano nella risoluzione di pratiche connesse al loro stato sociale.

In questo caso cosa fa il presidente della Giunta regionale della Calabria, Roberto Occhiuto, per sanare il disastro economico finanziario del Settore sanitario calabrese? Fa presentare un emendamento farlocco ed illegale al Senato per il decreto milleproroghe, in aggiunta all’emendamento finalizzato alla dichiarazione di conclusione del commissariamento sanitario nella nostra regione, che prevede il prolungamento del mandato del Rettore Nicola Leone solo perché è stato bravo nel dare il via all’istituzione del corso di laurea magistrale in Medicina/Chirurgia Tecnologie Digitali, giunto al secondo anno, nell’Università della Calabria.

Non solo questo, quanto di avere impostato una programmazione finalizzata a portare all’Unical dei luminari della medicina ed impiegarli nel doppio rapporto e funzione di docenza per il corso di laurea in Medicina e poi di utilizzo in ambito ospedaliero (considerato Policlinico universitario) con l’ esercitazione delle loro professionalità mediche  specialistiche nei vari ambiti.

A tal proposito si parla dell’Annunziata dii Policlinico universitario e dopo oltre un anno dalla sottoscrizione dell’accordo ad opera del commissario dell’azienda ospedaliera, del rettore, del commissario dell’Asp di Cosenza e del Presidente della Regione Occhiuto, per chi entra in quel complesso sanitario, per varie ragioni, non trova un contesto tipico di Policlinico universitario e nemmeno i medici come gli infermieri, che vi prestano servizio, hanno contezza di un Policlinico Universitario. La strada è ancora lunga e non basteranno i due anni di proroga previste per il Rettore Leone, come anche i restanti anni di questo primo mandato del Presidente Occhiuto.

Andiamo alla intervista che il Presidente Occhiuto ha rilasciato al Quotidiano del Sud, ed alle due domande che la brava ed esperta giornalista Maria Francesca Fortunato, gli ha posto circa il ritiro o meno degli emendamenti. La sua risposta è stata che non li avrebbe ritirati in quanto il primo prevede l’uscita dal commissariamento con il conferimento di poteri speciali, mentre quello dei rettori – dice – è a parte. Cosa significa questo “a parte” resta nella sua interpretazione; mentre è con la risposta alla seconda domanda che ne scaturisce un pensiero sfumato, molto debole nella conoscenza delle problematiche universitarie, regolamentate dalle leggi chiarissime, come quella che ne ha riconosciuto l’autonomia con la legge 9 maggio 1989, n° 168, art. 6, che ha avuto un ultimo aggiornamento, pubblicato il 25 novembre 2016; segue nel 1997 l’acquisizione degli articoli di legge nel secondo statuto dell’UniCal con un aggiornamento ancora nel 2004; poi arriva la legge Gelmini del 30 dicembre 2010, n. 240, che stabilisce, oltre alla chiusura delle Facoltà e alla riduzione dei dipartimenti, con un accorpamento, portandoli, nel caso dell’UniCal da 21 a 13, la durata dei mandati dei rettori fissati in due di tre anni per una durata complessiva di sei anni, che nel caso del Rettore Leone avranno termine il prossimo 31 ottobre 2025.

Leggiamo insieme la risposta rilasciata dal presidente alla seconda domanda: «In questa regione si alimentano dibattiti surreali. Il giorno prima il rettore UniCal è il migliore della storia (sondaggio de LaCNews? Si consiglia all’emittente di fare un secondo sondaggio per vedere cosa ne pensano i calabresi dell’emendamento ad hoc presentato per prorogare illegalmente il mandato), il giorno dopo diventa un problema prorogarlo. Proroghiamo perché c’è un progetto, che è la facoltà di medicina a Cosenza che sarà la leva principale per migliorare l’assistenza ospedaliera. Non sarebbero venuti la Melfi, Schmidt e altri medici e luminari che l’Università della Calabria sta cercando di acquisire. Ricordo che l’Ospedale di Cosenza era indicato come il peggiore d’Italia, ora può diventare un luogo con eccellenze capaci anche di sviluppare mobilità attiva. Per ciò penso che questo emendamento abbia una sua ragione di essere. Perché tutte le interlocuzioni che Leone sta avendo con i luminari rischierebbero di ritardare se ci fosse una cesura dovuta alla fine della sua gestione».

Ricordate la famosa canzone di Mina, molto bella e bravissima nel cantarla, “Parole, parole, parole…”. Ma quella canzone parlava di amore che non trovo in questo comportamento e pensieri espressi. La politica vera è servizio e questo deve essere fatto agendo in umiltà che non vedo in questo suo dire. Anzitutto non è altro che una commistione tra ospedale e Facoltà.

Non ha ancora capito che l’Università della Calabria non ha una Facoltà di Medicina in quanto chiuse dalla legge Gelmini del 2010, di cui sopra, e poi ha un corso di medicina, chirurgia tecnologie digitali con una anzianità di appena due anni, nonché scienze infermieristiche di poco più di un anno di vita, i cui studenti non hanno al momento aule sufficienti e sono costretti a fare lezione nei cinema. Anzi qualcuno di loro mi ha riferito circa la frequentazione a Cosenza nel complesso San Domenico che per loro non lo vedono adatto e preferiscono vivere la loro esperienza di studio nel campus di Arcavacata. Hanno pure parlato di grande tradimento.

Quante cose ci sarebbero da dire su questo rapporto politica- università e quanti danni le sono state arrecate in questi ultimi tre anni: il disinteresse totale nell’approfittare del Pnrr per ottenere dei fondi sufficienti a completare il progetto Gregotti Martensson, che prevedeva tra l’altro degli edifici da destinare alle scuole di specializzazione a cominciare ad esempio con la scuola di medicina che oggi non ha; il dirottamento di 68 milioni di euro, finalizzati alla realizzazione della metropolitana UniCal/Rende/Cosenza, al completamento della metro Germaneto/Catanzaro; per ultimo la distruzione evitata con il referendum del disegno di legge per la città unica che ne tagliava in due il progetto dell’UniCal, come detto più volte, con l’esclusione del territorio di Settimo di Montalto Uffugo.

Assume in questo caso un valore enorme la lettera che i professori Cersosimo e Costabile, “docenti onorari” in quiescenza, hanno indirizzato al corpo dicente dell’Ateneo, affermando: «Riteniamo tale proposta una profonda lesione dell’indipendenza del nostro Ateneo e della sua stessa credibilità di prestigioso e autonomo presidio scientifico e sociale. La proroga biennale, per legge, del mandato rettorale rappresenterebbe, comunque la si voglia intendere, un “commissariamento” dell’Unical».

Presidente Occhiuto ne prenda atto e ritiri prima che sia troppo tardi questo emendamento farlocco, che per dire il vero, per effetto del grande clamore che si è creato, non credo che la Commissione Istituzionale del Senato potrà mai accettarlo, anche per effetto di “non dover creare un precedente”, che nell’UniCal da qualche anno è di casa.  Da non trascurare poi quanto ci dice il prof. Galileo Violini nel suo intervento pubblicato ieri da Calabria Live.

Quanto è accaduto è molto grave, ma lo è altrettanto il silenzio, l’immobilismo e l’attesa in cui è entrata la comunità universitaria, che la lettera dei due docenti onorari, ne ha con le domande poste al rettore imposto un comportamento liberatorio, che deve servire per dare un segnale di risveglio attraverso gli organi statutari: il corpo accademico che sarebbe bene convocare mediante l’intervento del Decano; l’assemblea di Ateneo, il senato accademico degli studenti, che insieme alle Organizzazioni Sindacali attive e presenti nell’Ateneo debbono pure concordare e chiederne al Rettore la convocazione.

Il non farlo significa mettere in gioco la democrazia e la propria credibilità, annullando tutte le specificità e la storia di lotta delle tre componenti messe al servizio della crescita della stessa Università nell’arco dei suoi primi 48 anni di vita, che debbono essere d’insegnamento e di stimolo per le nuove generazioni.    (fb)