di PIETRO MASSIMO BUSETTA – Giugno 2024 sarà un mese memorabile per il Sud. Infatti dovrebbe essere il mese in cui dovrebbero ripartire i lavori relativi al ponte sullo stretto di Messina, tappa fondamentale nel processo di adeguamento infrastrutturale di tutto il Mezzogiorno, Sicilia compresa.
Manca poco più di un anno. Ma sarà un mese importante anche per un altro evento, annunciato ieri dalla Presidente del Consiglio a Hiroshima, perché si svolgerà un G7 a guida italiana, e già questo sarebbe un evento importante. Ma lo è ancor di più perché la sede scelta sarà la nostra Puglia. Essa con il suoi 4.079.702 abitanti rappresenta un quinto della popolazione di tutto il Mezzogiorno. Ma con i suoi 1.267.000 occupati compresi i sommersi riesce ad avere un rapporto tra popolazione ed occupati un po’ migliore del resto delle altre regioni meridionali.
Ma soprattutto registra un trend positivo che la vede passare dai 1,207 milioni del 2021 ai 1,267 milioni del 2022. Per aumento degli occupati la Puglia nel 2022 è la prima regione del Mezzogiorno e la quarta in Italia dopo Toscana, Lombardia e Veneto. Sessantamila occupati in più nel 2022 rispetto all’anno precedente ed esportazioni che superano per la prima volta dal 2000, la soglia dei 10 miliardi di euro, ne fanno una regione vivace. Troppo poco in ogni caso, però, per affermare come fanno alcuni che vi siano diversi mezzogiorni, giustificando un intervento anche per le realtà magari a pochi chilometri da Milano con strumenti simili, ma certamente abbastanza per far ritenere questa una regione più virtuosa delle altre.
Anche se per arrivare al rapporto popolazione occupati di una regione come l’Emilia-Romagna, che con abitanti pari a 4.458 mila ha 2 milioni di occupati compresi i sommersi, ce ne vuole. Si dovrebbero creare ulteriori 600.000 posti di lavoro, cosa che non é né semplice né può essere veloce.
Probabilmente la presenza nel Governo del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, di origine pugliese, Alfredo Mantovano, otrantino o idruntino, può aver influenzato la scelta. Per cui Otranto potrebbe essere il luogo candidato ad accogliere il summit del giugno 2024. Mantovano infatti ha parlato del Cenobio di San Nicola di Casóle, uno dei luoghi mistici della Terra d’Otranto, quale «cornice ideale per i Grandi del mondo».
In realtà anche Il 43º vertice del G7 si è svolto al Sud. Voluto da Renzi si svolse al Palacongressi di Taormina (ME), in Sicilia, il 26 e 27 maggio 2017. Poi la riunione fu guidata dal Presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni. Ed anche un G8 si è svolto all’Aquila dall’8 al 10 luglio 2009. La riunione guidata dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi fu spostata dalla Sardegna in Abruzzo a seguito del sisma che lo colpì.
Nonostante non sia la prima volta che viene localizzato al Sud un evento così importante non può essere sottaciuto che è un segnale di attenzione che spesso non è stato scontato. Accendere i riflettori su una realtà meridionale, se non diventa un rito senza conseguenze sul piano operativo, è un modo per approfondire le tematiche che riguardano questa parte del Paese, con difficoltà mai superate, e quindi per farlo diventare centrale non solo a parole ma anche con fatti conseguenti.
Certo i grandi eventi che cambiano, o meglio contribuiscono a cambiare, una realtà sono quelli che coinvolgono centinaia di migliaia ,se non milioni, di persone. Come accade con l’Expo piuttosto che con le Olimpiadi. In quel caso è necessario potenziare le infrastrutture, avere una rete di accoglienza adeguata, adeguare i servizi pubblici a numeri importanti, tutte operazioni che incidono profondamente nel tessuto di una realtà. E certo obiettivo sarebbe che un vero grande evento possa essere localizzato, per esempio, a Napoli, città che ne avrebbe molto bisogno per svoltare finalmente e diventare la metropoli che per tanti anni l’ha fatta primeggiare tra le città europee.
Ma guardiamo il mezzo bicchiere pieno che oggi riguarda la scelta della Puglia per il G7 del 2024. Una regione che ha grande bisogno di infrastrutturazione, se è vero che tutta la parte del tacco dello stivale, che possiede località bellissime e ancora poco sfruttate, ha grandi difficoltà ad essere raggiunta. Anche se vi è un aeroporto a Brindisi, la rete stradale ferroviaria ha bisogno di interventi importanti. Se la scelta dovesse ricadere su Otranto sarebbe un modo per porre l’attenzione su quella parte di Puglia che forma una penisola e che, pur possedendo un gioiello prezioso come Lecce, è stata abbastanza dimenticata. Peraltro va sottolineato che pur essendo più grande della Campania, avendo 19.273 chilometri quadrati rispetto a quelli della Campania che sono 13.590, ha molto meno abitanti.
Nell’ambito dell’Italia meridionale (isole escluse) la Puglia è la regione più estesa nonché quella con il maggiore sviluppo costiero con un’estensione delle coste di circa 865 km.
Adesso ci si accorge come la equidistribuzione della popolazione per tutto il Paese, può evitare quei fenomeni di estremo utilizzo del suolo e di antropizzazione selvaggia che poi portano all’impossibilità di contenere il Covid come è stato a Bergamo oppure ai fenomeni alluvionali che, pur in presenza di un fatto assolutamente eccezionale, avrebbero potuto essere limitati se la Romagna non fosse diventata un’unica realtà, senza soluzione di continuità, di case e fabbriche.
Riflettere su i tanti territori ancora poco utilizzati di cui il nostro Paese, soprattutto al Sud, dispone può essere l’inizio per cominciare a pensare ad un nuovo progetto di sviluppo più sano e saggio, che non dia spazio eccessivo alle bulimie autodistruggenti.
Sbagliare è umano ma perseverare è diabolico. Troppi fatti stanno dimostrando che la strada che ha percorso il nostro Paese negli ultimi settant’anni perlomeno, che vede una locomotiva che arranca e dei vagoni fermi in binari morti, va totalmente ripensata. E se gli sforzi saranno costanti e non solo sfoghi di vento la possibilità di un cambiamento anche veloce potranno non risultare un’utopia. Giovanni Falcone riferendosi alla mafia diceva che è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un inizio e una fine, possiamo ripetere lo stesso concetto per il sottosviluppo del Mezzogiorno. Anche esso è un fenomeno umano, ha avuto un inizio e se vogliamo può avere una fine. (pmb)
[Corutesy Il Quotidiano del Sud – L’altravoce dell’Italia]