;
Conservatorio di Musica Cosenza

Il Conservatorio di Musica di Cosenza ha celebrato i suoi 50 anni

Lo scorso 15 dicembre, il Conservatorio di Musica “Stanislao Giacomantonio” di Cosenza ha celebrato i suoi 50 anni dell’inizio delle sue attività didattiche, avvenuto il 15 dicembre del 1970.

Per l’occasione, il direttore Francesco Perri ha convocato tutte le istituzioni governative territoriali per un importante momento di riunione, in grado di riattivare un dialogo ed una pienezza formale alla collaborazione.

Numerose le istituzioni presenti: il Comune di Cosenza attraverso l’assessore Alessandra De Rosa e Annarita Callari, dell’Ufficio Cultura, l’Amministrazione provinciale con il presidente Franco Iacucci, la Camera di Commercio con il presidente Klaus Algieri e la Segretaria generale Erminia Giorno, la locale compagnia dei Carabinieri rappresentata dal maresciallo Renato Morrone, il Liceo “Lucrezia della Valle” con la dirigente Loredana Giannicola.

L'immagine può contenere: 4 persone, persone in piedi, il seguente testo "fcot//mmmamwrafu Mg 970 2020 Prof. Luigino Filice Presidente del Consiglio di Amministrazione Conservatorio (sopra sinistra) Carlo Manna allievo del Conservatorio Presidente della Consulta degli studenti (sopra destra) Foto: Diego Forte Riprese video Stefano De Marco"

Flavio Giacomantonio, figlio del fondatore Giuseppe e nipote di Stanislao, ha ricordato il percorso che ha visto la trasformazione progressiva dalla iniziale Scuola d’archi al Liceo musicale e, quindi, al vero e proprio Conservatorio.

«Un’istituzione pubblica statale di cui si avvertiva la mancanza – ha sottolineato il direttore Perri – perché la sensibilità verso la musica e l’esigenza di affrontarne la conoscenza con finalità professionalizzante portavano i cosentini a studiare privatamente o fuori regione. Dunque si creava un’inaccettabile selezione per censo».

Il direttore Perri, insieme al presidente Luigino Filice, ha scoperto una targa ricordo, preceduta dall’esibizione al violino dello studente Pasquale Allegretti Gravina.

Ha fatto gli onori di casa il professore Luca Bruno, introducendo gli interventi e i saluti. E la consulta degli studenti ha dato il suo contributo con Carlo Manna. L’arcivescovo Francesco Nolè, invece, ha rivolto la sua benedizione e ha sottolineato l’aspetto religioso che deve avere un buon approccio musicale e fraterno.

L'immagine può contenere: 4 persone, persone in piedi, il seguente testo "Jt 5 5 1970 2020 S. E. Mons. Francesco Antonio NOLE' Arcivescovo Metropolita Cosenza Bisignano Foto: Diego Forte Riprese video Stefano De Marco"

«Il Conservatorio di Cosenza – ha detto il direttore Perri – è una risorsa importante che deve coinvolgere la sensibilità e la fattività di ogni istituzione del territorio. Ora è arrivato il momento di dare una forte spinta di crescita anche strutturale ed economica, e assicurare la possibilità che il Conservatorio stia ai tavoli istituzionali per garantire una forma di sviluppo del tessuto sociale artistico e culturale».

Dal gruppetto di nove docenti (insegnavano chitarra, clarinetto, pianoforte, teoria e solfeggio, tromba, violino, violoncello) alle decine di corsi per i diversi ambiti ,”classico”, jazz, pop, musiche tradizionali, musica elettronica, impartiti da cento tredici docenti di prima fascia più altri.
Dalla prima sede, pochi metri quadri in via Alimena, all’inadeguato palazzone dell’ Inps in via Isonzo, fino al prestigioso edificio ubicato nel centro storico, nel quartiere di Portapiana non lontano dal castello e dal teatro “Rendano”.
Il convento attiguo alla chiesa di Santa Maria delle grazie o della sanità, edificato probabilmente alla fine del Cinquecento, è una delle perle della parte antica della città. Le celle dei monaci adesso sono aule, il chiostro circondato da due ordini di arcate nella bella stagione diventa suggestiva location per concerti. Gli studenti, che animano un centro storico bisognoso di rivitalizzazione, sono oltre mille – erano 144 nel ’70 – provenienti dalla Calabria, dalle altre regioni del Sud e da Paesi stranieri quali Portogallo, Russia, Cina.
Non sorprende che l’Istituto abbia bisogno di nuovi spazi, oltre a quelli della sede centrale e della Casa della Musica in piazza Amendola. Risulta essenziale la collaborazione con il Polo tecnico scientifico Brutium, che raccoglie alcune scuole superiori della città, la cui dirigente Rosita Paradiso ha reso disponibili diverse aule per il Giacomantonio.
«Importanti risultati – ha detto il direttore Perri – possono essere raggiunti grazie a impegno e sinergie istituzionali. La musica è cultura, è arte ma è anche economia. Per questo abbiamo avviato tavoli di collaborazione con diverse istituzioni che operano sul territorio e ne hanno a cuore le sorti e lo sviluppo».
«Dalle scuole all’università, dagli enti locali alle associazioni di categoria – precisa il direttore – il Conservatorio si confronta e si pone come partner qualificato per un lavoro comune che porti crescita concreta soprattutto per le fasce giovanili della popolazione». (rcs)