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Rosarno

Il Movimento 5 Stelle: Regione chiarisca esclusione di Rosarno per finanziamenti del progetto “Su.Pr.Eme”

I parlamentari del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Auddino, Massimo Misiti, Anna Laura Orrico, Laura Ferrara, Alessandro Melicchio e Riccardo Tucci hanno chiesto alla Regione Calabria di chiarire sull’esclusione della città di Rosarno dal finanziamento a valere sul fondo europeo Fami (Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione) nell’ambito del progetto Su.Pr.Eme. Italia, “Sud protagonista nel superamento delle emergenze in ambito di grave sfruttamento e di gravi marginalità degli stranieri regolarmente presenti nelle 5 regioni meno sviluppate”.

«Nel bando pubblicato dalla Regione – hanno detto i parlamentari – si legge che il finanziamento complessivo per la Calabria è di oltre tre milioni e mezzo di euro, di cui circa due milioni e 400 mila euro destinati alla Piana di Gioia Tauro. Delle risorse suddette, più di due milioni sono andati al Comune di Taurianova, mentre il Comune di Rosarno non ha percepito un euro nonostante le sconcertanti condizioni di vita e di lavoro di più di mille braccianti stranieri che affollano la cittadina».

«Tra le finalità dei progetti elencate nel bando regionale – hanno continuato i parlamentari – vi sono: migliorare e rafforzare il sistema dei servizi di accoglienza ed integrazione nelle aree agricole e ad alta intensità di popolazione straniera in cui si manifestano fenomeni di grave sfruttamento lavorativo e inadeguate condizioni di vita; favorire il superamento di condizioni di illegalità, attraverso azioni coordinate di prevenzione, vigilanza – controllo, contrasto ed emersione delle situazioni di grave sfruttamento lavorativo in agricoltura. Ebbene, sulla base di queste premesse, ci chiediamo come sia possibile che Rosarno, il comune della Piana di Gioia Tauro con il più alto tasso di popolazione straniera esposta a condizioni di sfruttamento lavorativo non abbia percepito alcun finanziamento. La piaga dello sfruttamento dei braccianti immigrati a Rosarno, costretti a vivere in edifici abbandonati, casolari diroccati o baraccopoli in condizioni drammatiche di totale assenza di servizi e pessime condizioni igienico-sanitarie da anni balza agli onori della cronaca nazionale. Non riusciamo, quindi, a comprendere come la Regione Calabria non si sia adoperata per porre fine al degrado abitativo e all’abbandono di questo territorio».

«Vorremmo sapere – hanno aggiunto – quale sia stata l’impostazione metodologica della Commissione di valutazione regionale, auspicando che l’istruttoria delle domande di finanziamento pervenute sia stata improntata al principio della parità di trattamento tra i partecipanti. Vorremmo sapere quali siano stati i singoli punteggi attribuiti in relazione ai criteri stabiliti dall’articolo 11 del bando regionale, che hanno determinato la formazione della graduatoria finale».

«Vorremmo sapere – hanno concluso – perché la Commissione in base alle risorse finanziarie disponibili, abbia valutato di non destinare alcuna risorsa al progetto presentato dal Comune di Rosarno nonostante l’ammissibilità dell’intervento. Auspichiamo che la Regione Calabria chiarisca tutti i nostri dubbi».

La Regione, attraverso l’assessorato al Welfare, intende precisare anzitutto «di non aver ricevuto mai dagli interessati, per vie ufficiali e nelle sedi deputate, richiesta alcuna di informazioni o chiarimento, esplicitate invece soltanto a mezzo stampa».

«Nel merito – continua la nota – si ricorda che il progetto Su.pr.eme Italia nasce dalla stretta e proficua collaborazione tra cinque Regioni del Sud (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) con l’intento di promuovere azioni di contrasto allo sfruttamento lavorativo. Il progetto, il cui valore è nel complesso pari a circa 33 milioni di euro, vede in campo oltre alle citate Regioni, il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali (lead partner), l’ispettorato nazionale del lavoro, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni e il consorzio Nova».

«Nella gestione delle risorse assegnate alla Regione Calabria – si aggiunge – ci si è scrupolosamente attenuti alla normativa in materia di affidamento dei servizi, improntata ai principi di trasparenza, economicità e parità di trattamento. Nello specifico, in una procedura competitiva quale quella dell’avviso in questione, la Commissione agisce nell’ambito dei criteri previsti dal bando, con l’unico fine di elaborare una graduatoria che premi le proposte ritenute qualitativamente più valide. Naturalmente, i verbali della Commissione sono agli atti del Settore e visionabili secondo le leggi in materia».

«In ogni caso – continua la nota – nella consapevolezza dell’importanza del coinvolgimento maggiore possibile degli enti locali dell’area, il Comune di Rosarno – già destinatario di un finanziamento di 3 milioni con la precedente programmazione comunitaria (Pisu e Fesr 2007/2013) per la realizzazione di alloggi per gli immigrati – sulla base dell’art. 10 dell’avviso, che prevedeva la riserva per la Regione di procedere allo scorrimento della graduatoria incrementando la dotazione finanziaria in relazione alla disponibilità del finanziamento sul progetto – è stato invitato per due volte (giuste note del 2 e 9 dicembre 2020) a rimodulare il progetto su un finanziamento di 639.321,14 euro con particolare attenzione alle attività non incluse già nel sopra citato finanziamento della precedente programmazione, comunque nel rispetto della tempistica imposta dalla Commissione europea».

«Tuttavia – prosegue la nota – il Comune ha ritenuto di non poter accettare la proposta, rappresentando l’insussistenza delle condizioni per l’accoglimento della stessa».

«Vale la pena evidenziare, infine – è la conclusione – come altre azioni trasversali previste dal progetto abbiano già interessato (vedasi unità di assistenza sanitaria delle ong Medu e ass. Coopisa attivate tra aprile e giugno 2020, e quella dell’Asp di Reggio Calabria attiva a tutt’oggi) e interesseranno (personale di supporto ai Comuni, unità di strada, tirocini formativi e borse lavoro) il territorio di Rosarno». (rcz)