Il Partito Democratico della Calabria, assieme ai capigruppo dell’opposizione, Davide Tavernise e Antonio Lo Schiavo, hanno presentato una mozione contro l’autonomia differenziata e che sarà presentata alla prossima Conferenza dei capigruppo.
«La Calabria deve difendere il proprio futuro e i diritti dei calabresi senza ambiguità e senza distinguo», ha evidenziato il capogruppo del Pd, Mimmo Bevacqua, aggiungendo come «si tratta di una proposta aperta ai contributi e alle modifiche da parte di tutti in maniera che in Consiglio si possa avere una condivisione unanime su un argomento di fondamentale importanza per il futuro della nostra Regione e del Mezzogiorno».
La mozione fotografa la situazione attuale e rileva come tutti gli indicatori economici e sociali, nonché i dati afferenti ai livelli essenziali delle prestazioni, segnalino l’aggravarsi delle differenze tra le Regioni del Nord e quelle del Mezzogiorno in termini di benessere della collettività e di servizi pubblici offerti ai cittadini. E che, pertanto, l’attribuzione di particolari condizioni di autonomia per le Regioni richiedenti si tradurrebbe nell’utilizzo regionale di una parte assai consistente del gettito fiscale, con un pesante squilibrio nella ripartizione delle risorse nazionali. Inadeguati a correggere queste anomalie sono il fondo di perequazione e gli stessi Lep.
Davanti a questo scenario, e anche in considerazioni delle espressioni offensive nei confronti dei cittadini del Sud usate dal ministro Calderoli in occasione delle ultime audizioni sul testo di legge, la mozione impegna il presidente della giunta “a manifestare in maniera formale e inequivocabile, nella sua qualità di rappresentante istituzionale di tutti i cittadini calabresi, biasimo e disapprovazione netti per le inaccettabili dichiarazioni del ministro Calderoli che ledono l’onorabilità di tutti i meridionali, ad attivare i passaggi necessari per dare impulso ad una iniziativa legislativa da presentare direttamente alle Camere, sulla base del disposto dell’articolo 121, secondo comma della Costituzione, finalizzata alla revisione Titolo V Parte II della Carta in direzione di un regionalismo solidale; a diffidare il Governo nazionale dal proseguire nell’impulso alla prosecuzione dell’iter di approvazione del Ddl Calderoli”. (rrc)