Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ha assicurato che sta seguendo in prima persona la vicenda della discarica di Scala Coeli, situata al confine tra le province di Cosenza e Crotone, interessata da una fuoriuscita di percolato che in parte è confluito nel vicino fiume Nicà.
Proprio per questo ha incontrato il commissario straordinario dell’Arpacal, Emilio Errigo, e il direttore generale del Dipartimento Ambiente della Regione, Salvatore Siviglia.
ArpaCal è intervenuta tempestivamente sul posto con proprio personale per monitorare la situazione e per dare supporto alle forze di Polizia.
Personale tecnico del servizio suolo e rifiuti del Dipartimento provinciale di Cosenza e i Carabinieri Forestali di Corigliano-Rossano hanno eseguito i campionamenti delle acque superficiali per fornire indicazioni in merito alla messa in sicurezza dell’area.
Il sito è stato sottoposto a sequestro su disposizione dell’autorità giudiziaria per garantire l’immediata attivazione di quanto necessario per contenere il danno ambientale.
«La Regione sta seguendo con grande attenzione questa vicenda – afferma il presidente Roberto Occhiuto – e siamo a disposizione degli inquirenti: vogliamo chiarezza a tutela del territorio e a tutela della salute dei cittadini.
ArpaCal, che ringrazio, ha dato un supporto indispensabile alle forze dell’ordine e continuerà a farlo, intensificando nei prossimi giorni la propria attività per salvaguardare l’ambiente: vanno monitorati il fiume Nicà e il tratto di mare antistante la foce di questo corso d’acqua per verificare l’impatto sull’area interessata da questo sversamento.
Parallelamente bisogna lavorare per individuare le responsabilità. Sulla tutela dell’ambiente, in Calabria, tolleranza zero”, sottolinea il governatore.
«In materia ambientale la verità emerge sempre, è solo questione di tempo – si legge in una nota di Legambiente –. Gli ambientalisti non sono Cassandre, ma persone che hanno cura e rispetto del territorio che si basano sulla realtà, sulle norme vigenti e su dati scientifici. Soprattutto se l’associazione ambientalista in questione è Legambiente che dell’ambientalismo scientifico e del pragmatismo funzionale ai diritti della collettività ha fatto la propria ragione di esistere».
«La verità è emersa da poco a San Giovanni in Fiore e sta emergendo – continua la nota – con la prepotenza dei fatti inconfutabili, in queste ore a Scala Coeli, un’altra delle battaglie che Legambiente sta combattendo, anche nelle aule giudiziarie, da anni, a tutti i propri livelli associativi dal circolo “Nicà” di Scala Coeli, al livello regionale a quello nazionale».
«Nella discarica di rifiuti speciali non pericolosi di località Pipino nel Comune di Scala Coeli – si legge – in questi anni, sono proseguiti i conferimenti di rifiuti nonostante le denunce presentate dall’associazione e l’allarme dei titolari delle aziende agricole biologiche della zona. Stamattina (giovedì 22 giugno ndr) i Carabinieri Forestali della Stazione di Rossano sono intervenuti presso l’impianto di smaltimento di proprietà della Bieco s.r.l. constatando che un ingente quantitativo di percolato, probabilmente a causa della rottura di una tubatura, si sta riversando nel torrente Patia/Cacciadebiti, affluente del fiume Nicà, così cagionando una compromissione grave dei corsi d’acqua. Il sito, particolarmente attenzionato dalla Procura di Castrovillari, è stato quindi sottoposto a sequestro per l’effettuazione dei relativi accertamenti, senza pregiudicare le operazioni per la messa in sicurezza».
«Legambiente, a tutti i livelli, sia nazionale che regionale e locale, ringrazia le forze dell’ordine e la Magistratura per il loro lavoro e resta in attesa dell’esito delle indagini che ricostruiranno la vicenda accertando cause e relative responsabilità». “Oltre a costituirci parte civile, siamo molto preoccupati – conclude Legambiente – per i danni ambientali che la situazione sta provocando vista la compromissione grave per le acque fluviali. Continuiamo a chiedere alla Regione Calabria la chiusura della discarica di Scala Coeli e l’abbandono su tutto il territorio regionale della logica delle discariche ed il rispetto dell’ambiente». (rcz)