;
Istituto Renato Dulbecco

Innovazione nel Sud: anche il Dulbecco Institute tra i 13 progetti calabresi ammessi alla prima fase

C’è anche il Renato Dulbecco Institute, il centro di ricerca scientifica internazionale che sta sorgendo a Lamezia Terme, fra i tredici progetti calabresi che hanno superato la prima fase di valutazione progettuale per l’Innovazione nel Mezzogiorno. I progetti sono stati presentati entro il 12 novembre nella manifestazione di interesse per la candidatura di ecosistemi di innovazione, che prevedano la sinergia tra università, centri ricerca, istituzioni e realtà imprenditoriali private. Clamorose anche lacune bocciatura come il progetto PaRISS dell’Unical  che prevedeva la nascita di una cittadella dell’innovazione intorno ad Arcavacata, quello presentato dall’Università E-Campus relativo al Parco Museo Kolbe e quello dell’Ingv Calabria che ipotizzava un sistema di monitoraggio multirischi per la prevenzione dei terremoti.

Tra quelli ammessi alla seconda fase valutativa (il PNRR finanzia il fondo voluto dalla ministra per il Sud Mara Carfagna per 70 milioni l’anno nel periodo 2022-2026) il Renato Dulbecco Institute, nonostante l’importanza e la valenza dell’iniziativa, richiede un impegno finanziario di 27 milioni, tra i più bassi come budget tra quelli presentati. A tale proposito, il prof. Giuseppe Nisticò, farmacologo di fama internazionale e commissario della Fondazione Dulbecco ha espresso la propria soddisfazione «per come sta procedendo la valutazione nazionale dei progetti sull’innovazione al Sud e mi auguro che si continui su questa linea che premia il merito». Anche il prof. Roberto Crea direttore scientifico del Renato Dulbecco Institute e il Premio Nobel Aaron Ciechanover, alto consulente dello stesso Istituto  hanno espresso il loro più vivo compiacimento per l’elevato standard di selezione che la  ministra per il Sud Mara Carfagna sta seguendo. «L’originalità del progetto – dice il prof. Nisticò – deriva dal fatto che sia la Fondazione Renato Dulbecco, sia la Protelica di San Francisco sono gli unici a essere proprietari dei brevetti per la produzione di pronectine o nanoanticorpi e quindi nessun altro istituto di ricerca al mondo può portare avanti questi studi».

Le prime pronectine prodotte si sono rivelate di essere efficaci in alcune forme di cancro resistenti alle terapie attuali, come dimostrato presso l’Università Magna Graecia, dai due grandi oncologi di fama internazionali il prof. Pier Francesco Tassone  e Pier Sandro Tagliaferri.  Allo stato attuale, il prof. Roberto Crea sta procedendo alla selezione delle pronectine più efficaci per il trattamento delle malattie da coronavirus e in primis delle varianti delta e di quella omicron.

Tra gli altri progetti che hanno superato la prima fase di valutazione, spiccano anche il progetto Agapi dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, che prevede la creazione di un campus tecnologico di altissima innovazione, con un’area hitech polifunzionale e poliattrattiva da realizzarsi nell’area dismessa delle Officine Grandi Riparazione di Saline Joniche, e il progetto Longevity health Plan Institute del prof. Valter Longo, uno dei maggiori esperti di nutrizione e salute. Longo, calabrese, che vive tra Milano e Los Angeles è molto apprezzato per le sue ricerche sull’alimentazione di anziani e bambini i cui risultati offrono opportunità per una “lunga” vita in salute. Il progetto Agapi era stato illustrato qualche mese addietro alla stampa dal Rettore della Mediterranea prof. Marcello Zimbone unitamente al deputato reggino Francesco Cannizzaro: richiede un investimento di 90 milioni di euro. (rcz)