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Calabria.Live quotidiano venerdì 24 ottobre 2025

Ita cancella il volo mattutino Reggio-Milano
ma Sacal e Regione stanno a guardare

di SANTO STRATI – Rimane sempre un mistero come e chi decide gli orari dei voli da e per Reggio Calabria: da lunedì 27 ottobre i reggini e i messinesi dovranno rinunciare al volo diretto delle 6.25 che permetteva, agevolmente, di avere una giornata piena per sbrigare faccende a Milano e rientrare in serata. La compagnia aerea Ita Airways (che ora fa capo a Lufthansa) ha deciso che il volo non si fa più. Una decisione annunciata con il nuovo orario invernale e quindi non improvvisa ma largamente prevista, ma, ad oggi, non risulta alcun intervento né di Sacal né della Regione che di Sacal è proprietaria al 100%. Con buona pace di tantissimi reggini e messinesi (professionisti, ma anche ammalati) che trovavano particolarmente adeguata la possibilità di evitare il pernottamento (e relativa cena a Milano) dopo aver assolto ai propri impegni nella stessa giornata.

Ebbene, siamo tornati all’era pre-RyanAir con gli orari folli per i passeggeri, quando cioè tutto sembrava fatto apposta per far disertare l’Aeroporto dello Stretto che di fatto era in stato comatoso.

Il colpo d’ala (è il caso di dirlo) del Presidente Occhiuto che ha convinto (a suon di milioni) il CEO di RyanAir Eddy Wilson a investire su Reggio e la Calabria, ha trasformato un aeroporto sonnacchioso e silente in uno scalo con le migliori performances a livello europeo. Soldi ben spesi – sia ben chiaro – ma se ai reggini (e ai passeggeri di tutta l’area dello Stretto) interessa andare in Europa a tariffe low-cost, c’è da dire che gli stessi passeggeri vorrebbero analoghe possibilità per volare a Milano e Roma a prezzi “onesti” e con orari “comodi”.

Di fatto, Reggio diventa l’unico scalo tra quelli serviti da Ita, a non avere il giornaliero mattina/sera per Milano Linate (che, peraltro aveva percentuali di riempimento ampiamente soddisfacenti).Bari, Brindisi, Catania, Palermo, Lamezia, Alghero, Napoli hanno tutti un volo che consente di andare e tornare in giornata da Milano, la capitale finanziaria d’Italia, ma anche centro importante per tanti imprenditori e professionisti senza dimenticare, purtroppo, anche i cosiddetti pendolari della salute, costretti a cercare cure al Nord per le note carenze che affliggono la sanità regionale. Con relativo aggravio delle casse regionali: costa 300 e passa milioni l’anno il “turismo sanitario” dalla Calabria agli ospedali del Nord (dove la lingua più diffusa e la cadenza sono inconfondibilmente calabresi).

Prima c’erano due voli per Linate e Ita decide di sopprimerne uno, ma elimina quello più comodo e vantaggioso per i passeggeri dello Stretto, favorendo di fatto il ricorso (scomodissimo) a Lamezia.

Se si considera che il Presidente Occhiuto ha annunciato che a dicembre Reggio avrà la sua nuova aerostazione, diventa maggiormente incomprensibile il silenzio di Sacal, la società di gestione dei tre aeroporti calabresi, e, soprattutto, dei parlamentari reggini. La data fatidica è ormai alle porte e niente è stato fatto per modificare la soppressione di un volo vitale per tutta l’area dello Stretto.

A pensar male si fa peccato, diceva Andreotti, ma spesso ci si azzecca: vuoi vedere che l’ “invidia” di Ita per le generose agevolazioni concesse dalla Regione a RyanAir (e negate alla ex compagnia di bandiera) stia all’origine di questa scelta a dir poco “scellerata”?. Se così fosse, ha ragione Ita a pretendere qualche incentivo da Occhiuto per operare al meglio in Calabria e soprattutto a Reggio. Forse basterebbe garantire il pagamento il soggiorno e il pernottamento degli equipaggi Ita per far cambiare idea…

Oppure, battere i pugni (Sacal e Regione) e pretendere di avere orari “dignitosi” e comodi, in grado, peraltro, di garantire la continuità di crescita che lo scalo reggino sta mostrando ormai da molti mesi.

Anche Lamezia sta per avere una nuova aerostazione e vive il suo momento magico di aeroporto internazionale, come è giusto che sia, ma le compagnie aeree non possono penalizzare reggini e messinesi e offrire l’alternativa di uno scalo che richiede almeno un’ora e mezza in più di viaggio.

L’aeroporto reggino è appena uscito da una profondissima crisi di cui non si vedeva soluzione: RyanAir (e ripetiamo benedetti i soldi spesi dalla Regione per incentivare la compagnia irlandese) ha rivitalizzato lo scalo, portando in città una massa di turisti stranieri fino ad oggi impensabile. Un volo low-cost attrae chi ama viaggiare e gli fa scoprire nuove mete: la Calabria ha cominciato a farsi scoprire da regioni d’Europa che non hanno mai mostrato grande interesse e questo non va sottovalutato. Anche se le criticità sul turismo nell’area dello Stretto sono ancora tutte in piedi, ma avremo modo di occuparcene un’altra volta.

Oggi parliamo del volo delle 6.25 che non ci sarà più e della prostrazione di chi dovrà fare scalo a Roma per proseguire verso Milano, sperando di poter incrociare il ritorno, sempre con scalo romano, nello stesso giorno.

Come si fa a convincere Ita a ripristinare la rotta mattutina per Linate? A questa domanda deve rispondere prima di tutto il Presidente Occhiuto e quindi la Sacal, perché quello della mobilità è un tema da non sottovalutare. Già, perché non si tratta solo del volo mattutino cancellato, ma ci sono sul tappeto anche altre criticità da risolvere.
Prima, fra tutte, la folle tariffazione applicata a chi parte da e per Reggio: la scorsa settimana, con Ita Airways il Roma-Reggio costava quasi 500 euro (solo andata): a momenti costa meno andare negli Stati Uniti…

Possibile che nessuno, fino ad oggi, abbia avuto il buonsenso di far applicare alla Calabria  il meccanismo della continuità territoriale che permette (vedi Sardegna e Sicilia) di agevolare le tariffe per i residenti. RyanAir non ha gli slot per operare su Fiumicino e Linate da Reggio, ma forse sarebbe il caso di insinuare la pur remota possibilità di ottenerli per risvegliare i vertici di Ita. I vari tentativi di collegare la Capitale con compagnie alternative, negli anni, si sono rivelati un disastro, eppure i numeri di riempimento per Roma da Reggio e da Roma per Reggio sarebbero più che sufficienti per giustificare la presenza di altri vettori che operano sulla Capitale (anche fosse Ciampino, è persino più vicino di Fiumicino alla città). E poi ci sono le inadempienze del Comune di Reggio che continua a non provvedere all’abbattimento del torrino sopravvissuto, ai margini della pista principale che limita di oltre 250 metri l’utilizzo della pista stessa. Prima erano due (forse entrambi abusivi): uno è stato abbattuto con risarcimento (dovuto) al proprietario, ma dell’altro sono anni che si parla della necessità di farlo scomparire, ma nessuno dell’Amministrazione comunale (che è competente) provvede. E lo stesso discorso vale per lo svincolo aeroportuale che necessita di altri interventi di manutenzione e ampliamento.

Reggio Città Metropolitana ha rischiato di perdere il suo Aeroporto e bisogna dare atto al Presidente Occhiuto e al deputato reggino Francesco Cannizzaro che, non solo si è evitata l’irreparabile chiusura, ma si è provveduto a rilanciare lo scalo e far diventare turisticamente appetibile una città per troppo tempo fuori dai circuiti di turismo internazionale. Ma ora i reggini, fiduciosi, attendono risposte. Presidente trovi i soldi e offra il pernottamento all’equipaggio del volo serale da Milano: sono spiccioli, nel bilancio regionale, ma possono risolvere rapidamente (?) il problema. Qualcuno vuole depotenziare lo scalo reggino? Escludiamo questa stupida ipotesi, ma non vorremmo scoprire che, come tutte le cose che si fanno a Reggio, vale la regola di due passi avanti e tre indietro. La futura amministrazione avrà un bel da fare, indipendentemente dal colore politico che avrà la poltrona di sindaco, ma intanto Falcomatà, prima di lasciare il Comune potrebbe fare le ultime cose importanti per l’Aeroporto dello Stretto: finché non sarà invitato e obbligato dalla Giunta delle elezioni a scegliere l’opzione sindaco o consigliere regionale, rimane primo cittadino a tutti gli effetti. Faccia un regalo ai reggini e ai cugini messinesi che non possono fare a meno dell’Aeroporto! (s)