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La manifestazione dei calabresi a Milano

«La Calabria ci riguarda»: a Milano il movimento spontaneo contro il commissariamento

Modesta come partcipazione, a causa del covid, ma non per questo non meno importante come momento di coesione la manifestazione milanese di sabato a favore della Calabria.

L’iniziativa è scaturita da un Comitato spontaneo di Cittadini calabresi residenti in Lombardia, contro l’attuale governo per il trattamento indecifrabile che sta attuando nei confronti di una terra che per anni ha subito commissari inadeguati e non calabresi.

«Ora basta – affermano gli organizzatori –, non solo da questa manifestazione, si chiede il rispetto della propria capacità nelle scelte, il manifesto della giornata parla chiaro. In Calabria da 13 anni lo stato si è appropriato dell’intera competenza in materia di tutela della salute, espropriando la Regione di ogni funzione e potere.

I calabresi, a differenza dei lombardi, dei piemontesi, dei toscani, etc.., non hanno la possibilità di partecipare alla gestione della sanità nella loro Regione; non hanno modo di partecipare alla gestione della sanità nella loro Regione; non hanno modo di scegliere quali siano gli obbiettivi di salute da perseguire, né le modalità organizzative, attraverso i propri rappresentanti.

Lo Stato da un lato ha fornito risorse aggiuntive alla Calabria per poter pagare i suoi debiti, dall’altro ha preteso di poterla governare, nominando un Commissario imposto dai vari governi che si sono succeduti nel tempo, su basi di criteri indecifrabili e pagato dai calabresi.

Peccato, però, che il risarcimento non ci sia stato durante la lunga gestione commissariale; al contrario la sanità calabrese è rimasta danneggiata e non ha raggiunto gli obbiettivi prefissi.

La situazione attuale, infatti, vede una Regione indebitata e priva delle strutture necessarie per garantire i livelli minimi ed essenziali di assistenza.

Mentre nel resto dell’Italia, l’azione del governo è volta a potenziare il sistema sanitario per fare fronte alle aumentate necessità derivanti dai ricoveri dei pazienti Covid-19 che si aggiungono a quelli ordinari, in Calabria accade il contrario: si tagliano tutte le strutture necessarie con il solo scopo di ridurre le spese

In Calabria, pertanto, il invece di potenziare i servizi, persevera in una sconcertante politica di tagli indiscriminati, con l’unico obbiettivo di ottenere risparmi di spesa costringendo i calabresi a subire ulteriori gravissime limitazioni dei diritti costituzionali, quali: il diritto alla libertà di circolazione, il diritto alla libertà, il diritto alla salute.

Quello che sta succedendo in Calabria è un’offesa alla dignità umana e alla democrazia.

I calabresi in questo Stato di cose non hanno diritto e cure, e, malauguratamente dovessero ammalarsi non possono neanche curarsi, fuori dai confini regionali, perché è impedito loro di uscirne». (rrm)