FORMIDABILE PARTECIPAZIONE ALL'INIZIATIVA PROMOSSA A REGGIO DA EDUARDO LAMBERTI CASTRONUOVO;
Teatro dello Stretto: nasce a Reggio la Consulta della Cultura

LA CULTURA SALVA REGGIO E LA CALABRIA
IL MODELLO CONSULTA DIVENTA VINCENTE

di SANTO STRATI – La formidabile partecipazione all’incontro promosso da Eduardo Lamberti Castronuovo a Reggio per costituire una “Consulta per la Cultura” è il segnale più evidente che ci sono centinaia di reggini (singoli, associazioni, gruppi) che intendono fermare il degrado (culturale e di conseguenza ambientale e cittadino) cercando un “risveglio” di cui la Città sente proprio la necessità. Lamberti Castronuovo è un imprenditore “illuminato” (ha uno dei più innovativi istituti di diagnostica di tutt’Italia), ma è soprattutto un uomo di cultura, innamorato del bello e incazzatissimo (al pari di molte migliaia di abitanti di Reggio) nel vedere avanzare il disinteresse e l’abbandono più deteriore degli amministratori pubblici (non solo locali) che ormai avvolge non solo Reggio ma tutta la Calabria.

Se è vero che “con la cultura non si mangia” è altresì assodato che solo attraverso iniziative culturali e la Cultura (con la C maiuscola) si può avviare un processo di riscatto di tutto il territorio calabrese. Già, perché  il problema non è limitato e circoscritto a Reggio: in tutta la regione ci sono centinaia di organizzazioni culturali, associazioni, enti e privati cittadini che lavorano gratuitamente e con impegno ammirevole per far circolare le idee e abituare all’idea di cultura come germoglio di crescita e di avanzamento sociale nella società. Eppure tutti questi sforzi si scontrano, molto spesso purtroppo, con l’indifferenza quando non con la “miseria” culturale di chi regge, a vario titolo, le sorti di comuni, province, regione. E il modello proposto da Eduardo Lamberti Castronuovo di una Consulta “cittadina” in realtà andrebbe mutuato in tutto il territorio regionale: dovrebbe essere preso a modello e a esempio di come ci siano tantissime idee, nemmeno prese in considerazione per incompetenza o incapacità, che vengono dal territorio e dal suo capitale umano.

È un percorso da seguire perché è un’idea brillante: niente di nuovo, per carità, (sappiamo come vanno a finire abitualmente i gruppi di consultazione), ma l’innovazione consiste nel coinvolgimento delle risorse umane – trasversalmente a posizioni politiche o partitiche – con il fine ultimo di esaltare il bello che ci è stato tramandato dalla civiltà magnogreca (che non dimentichiamolo è partita da qui e ha “educato” il mondo) attraverso l’utilizzo della cultura. Occorre fermare i purtroppo tanti esempi di sottocultura e di analfabetismo artistico, letterario, culturale e offrire ai nostri giovani una possibilità di riscatto, attraverso un percorso vitale e importante che stimoli gli interessi di ciascuno e permei le personalità di idee e opinioni che derivano dalla conoscenza. Non si può tollerare che i teatri dismettano la loro missione originaria per ospitare fast food o negozi di moda, come non si possono sprecare opportunità irripetibili come il cinquantenario del ritrovamenti dei Bronzi e non chiedere al territorio, alle personalità della cultura, ai professionisti, agli imprenditori, ma soprattutto a chi fa di mestiere il marketing manager, cosa si può organizzare per sfruttare al meglio un’occasione del genere. Il pretesto è (sarebbe stato) uno straordinario attratto di turismo e di cultura da propagandare a 360 gradi in tutto il pianeta. Invece, da quanto si vede, si è trasformato in una sorta di sagra paesana di cui interessa poco persino ai cittadini stessi. In qualsiasi altra parte del mondo avrebbero tappezzato (almeno da un anno) tutte le città (non solo calabresi) di striscioni, poster, gigantografie, avrebbero riempito stazioni, aeroporti e punti di interesse nelle principali capitali mondiali. A Reggio si è scelto di non scegliere: un logo adatto alla peggio per una scatola di cioccolatini, eventi di spessore pari allo zero (culturalmente parlando) e iniziative (a pochi mesi dalla ricorrenza) di discutibile risultato. Guardate cos’hanno fatto a Matera quando venne selezionata come Capitale europea della Cultura: la città dei Sassi è diventata un attratto incredibile di eventi culturali e, ovviamente, di visitatori e turisti.

Per questa ragione occorre dare il massimo appoggio all’iniziativa di Eduardo Lamberti Castronuovo, con una flebile speranza e un forte auspicio: che la Consulta della Cultura diventi un’abitudine della Regione Calabria (intesa come ente istituzionale) ma anche della Calabria stessa nell’interessa del suo territorio. Tante idee, dalla base, il confronto dialettico e, soprattutto, l’ascolto da parte dei decisori. La cultura non si compra un tanto al chilo ed è un delitto che là dove è nata la civiltà magnogreca che ha modellato il mondo occidentale di cultura non solo non si campa, ma nemmeno la si coltiva. (s)