Successo, a Lamezia Terme, per la presentazione del libro “A vicchizza è ‘nna ricchizza”, l’ultima opera del poeta in vernacolo Ciccio Scalise, pubblicata alla vigilia del suo ottantesimo compleanno.
Un pubblico numeroso e caloroso ha accolto l’evento con entusiasmo, trasformando la serata in un momento sospeso tra memoria e presente, tra realtà e quella dolce malinconia che dipinge i ricordi come cartoline natalizie intrise di calore.
Il libro, edito da Grafichè di Antonio Perri, è molto più che una raccolta di poesie: è un tributo alla saggezza popolare e un viaggio tra le radici culturali calabresi, narrato con il linguaggio genuino e vibrante di un testimone del tempo.
L’incontro è stato arricchito dagli interventi di personalità illustri, che hanno saputo sottolineare il valore dell’opera di Scalise non solo come omaggio alla tradizione, ma anche come guida per riscoprire l’autenticità della vita comunitaria. Il direttore Domenico Mete ha intrattenuto il pubblico con aneddoti e riflessioni sulla lingua vernacolare, evidenziando come Ciccio Scalise, per tutti semplicemente “Ciccio”, abbia saputo trasformare il dialetto in uno strumento di poesia universale. Mete ha definito l’autore un “custode della memoria collettiva”, capace di far dialogare passato e presente con la forza delle parole.
Il professor Filippo D’Andrea, nel suo appassionato intervento, ha aggiunto che Scalise merita di essere inserito in una sorta di “geografia libresca del cuore”, un pantheon ideale di autori che con la loro penna e il loro cuore tengono viva l’anima di una comunità.
«La sua poesia – ha detto – è un ponte tra generazioni, un invito a non smarrire il senso profondo delle nostre radici».
Non sono mancati i saluti istituzionali: il sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro, ha sottolineato l’importanza di un libro come strumento di memoria, ma soprattutto come stimolo per il futuro.
«Un’opera come questa – ha detto – non è solo un tributo al passato, ma un monito a costruire il presente con la stessa forza e autenticità che ritroviamo nei versi di Scalise. Ogni poesia è una piccola luce che illumina la strada della nostra identità».
A rendere ancora più significativa la serata, l’intervento del sindaco di Conflenti, D’assisi Francesco Emilio, che ha ricordato il legame profondo tra Scalise e il suggestivo borgo montano.
«Ciccio Scalise – ha detto – è un poeta che ha dato voce alle nostre radici, proprio come fece il grande Vittorio Butera. La sua opera è una testimonianza preziosa che guarda avanti, senza mai dimenticare da dove veniamo».
L’intera serata è stata accompagnata dalle dolci note della lira calabrese, suonata dal maestro Claudio Fittante, che ha saputo creare un’atmosfera intima e avvolgente, amplificando l’emozione delle letture affidate alla voce di Pino Mete e degli interventi.
A chiudere la serata, un momento di grande commozione: la poesia “A 80 anni”, composta dallo stesso Scalise, che ha celebrato con ironia e tenerezza l’ingresso in una nuova fase della vita. Il poeta, con il sorriso di chi ha vissuto pienamente, ha dedicato la serata alla sua amata moglie, alla famiglia e a tutti i presenti. Un monito a vivere ogni emozione con intensità, ricordando che la malinconia può essere sconfitta dall’amicizia e dalla condivisione.
I saluti finali sono stati affidati a Nella Fragale, in rappresentanza della casa editrice Grafichè, che ha espresso grande soddisfazione per il successo dell’evento, guardando già al prossimo libro come una promessa per il futuro.
«Ogni pagina – ha detto – è un seme di memoria piantato nel cuore della nostra comunità».
La serata si è conclusa tra applausi e abbracci, in un’atmosfera carica di gratitudine e orgoglio.
Con “A vicchizza è ‘nna ricchizza”, Ciccio Scalise ha saputo dimostrare ancora una volta che la poesia non è solo parola scritta, ma una forza viva che unisce e ispira. (rcz)