;
Faggeta Aspromonte

Le faggete di Aspromonte e Pollino sono patrimonio dell’Umanità

Le faggete di Aspromonte e Pollino sono patrimonio dell’Umanità. È quanto ha reso noto il Ministero della Transizione Ecologica, spiegando che lo ha deciso oggi la 44/a sessione del Comitato del patrimonio mondiale che, in occasione dei lavori tenuti a Fuzhou in Cina, ha riconosciuto «i caratteri ecologici peculiari di ulteriori faggete vetuste mediterranee nei parchi nazionali di Aspromonte, Gargano e Pollino».

Il Mite spiega che il Comitato del patrimonio mondiale ha accolto “la raccomandazione favorevole espressa dall’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn)” per l’estensione ai nuovi complessi forestali di Pavari-Sfilzi, Pollinello e Valle Infernale.

L’Italia «è tra i pochi Paesi che hanno ottenuto, dall’organismo di valutazione prima e dal comitato Unesco oggi, un giudizio pienamente favorevole su tutte le estensioni proposte, senza raccomandazioni specifiche sulla relativa gestione o sullo stato di conservazione» osserva il Mite. Si tratta di un riconoscimento «che suggella l’iniziativa internazionale seguita dal ministero della Transizione ecologica, con il coordinamento operativo del Parco nazionale Lazio, Abruzzo e Molise, in cooperazione con altri Paesi europei (Bosnia-Erzegovina, Francia, Macedonia del Nord, Montenegro, Polonia, Repubblica ceca, Serbia, Slovacchia, Svizzera), per l’estensione del sito transnazionale naturale delle Antiche faggete d’Europa. – spiega il dicastero – L’estensione, infatti, ha permesso l’inclusione nel sito seriale Unesco di ecosistemi forestali mediterranei dominati dal faggio collocati nei settori più meridionali (Aspromonte), oro mediterranei /subalpini (Pollino) e di più a bassa quota (Sfilzi) della rete delle ‘Faggete vetuste d’Europa’».

Grandissima soddisfazione, è stata espressa dalla sottosegretaria per il Sud, Dalila Nesci: «La mia terra straordinaria da oggi ha uno dei riconoscimenti più prestigiosi del mondo e rientra tra i pochi beni che godono di una tutela particolare. Grazie all’Unesco, agli operatori del settore e ai calabresi tutti che hanno saputo preservare queste bellezze incontaminate della natura».

«Un bellissimo risultato per la mia Calabria, che con le faggete aggiunge un riconoscimento di Lista per i siti del Patrimonio Mondiale al riconoscimento di Lista della Varia di Palmi sulla Convenzione Unesco 2003 per il patrimonio culturale immateriale» ha scritto su Facebook Patrizia Nardi, dell’Unesco.

«Mi ritorna in mente – ha scritto ancora – il rumore delle foglie secche sotto le mie scarpe di bambina, i silenzi dei nostri boschi rotti soltanto dal canto degli uccelli, le acque limpide, le cascate scroscianti e il sole del pomeriggio che filtra tra i rami, illuminando d’oro le foglie degli alberi. Ad majora Calabria, merita tanto la tua antica e infinita bellezza».
«L’unicità della faggeta vetusta di Valle Infernale – ha spiegato il Presidente dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, Leo Autelitano – è  legata anche al substrato geologico metamorfico e ai processi tettonici che caratterizzano il paesaggio selvaggio d’Aspromonte creando un ambiente unico nell’area di distribuzione del faggio. L’ingresso nel sito seriale “Ancient and Primeval Beech Forests of the Carpathians and Other Regions of Europe”, certifica l’unicità ecologica di Valle Infernale, quale scrigno di biodiversità che sarà possibile conservare per le generazioni future nonostante i cambiamenti climatici in atto. Grazie all’integrità dell’ecosistema forestale e alla protezione integrale dell’area questo inestimabile patrimonio sarà conservato per le generazioni future come richiesto dalla convenzione Unesco».
«Esprimo più vivi compiacimenti e fervide congratulazioni per il riconoscimento ottenuto –ha dichiarato il Comandante del Reparto Carabinieri Biodiversità di Reggio Calabria, Ten. Colonnello, Alessandra D’Amico –. L’inserimento della  faggeta vetusta di Valle Infernale nella rete Unesco, riconosce l’importanza di uno dei luoghi più pregiati del nostro territorio e conferma l’importanza dell’enorme e unico patrimonio di biodiversità salvaguardato dal costante impegno costante del Reparto».
«È decisamente un momento magico quello che sta vivendo il Parco del Pollino – ha dichiarato Domenico Pappaterra, presidente del Parco Nazionale del Pollino –. Nel giro di pochi anni prima l’ingresso nella Rete Geoparchi Unesco, successivamente la proclamazione quale Patrimonio Mondiale dell’Umanità della Faggeta Vetusta di Cozzo Ferriero nel comune di Rotonda in Basilicata, poi la scoperta di Italus il Pino più vecchio d’Europa con i suoi 1230 anni e adesso l’ingresso nella prestigiosa famiglia Unesco della Faggeta vetusta del Pollinello nel Comune di Castrovillari, in Calabria, incastonata in un contesto territoriale unico tra le cime del Pollino e del Dolcedorme vicina ai secolari esemplari di Pino Loricato».
«Grazie agli studi effettuati con i fondi messi a disposizione dal Ministero dell’ambiente – ha spiegato – con la Direttiva Biodiversità è stato possibile attivare una collaborazione con il prof. Piovesan dell’Università Tuscia di Viterbo il quale avvalendosi a sua volta di collaborazioni con l’Unical e l’Unibas e lavorando fianco a fianco con i tecnici del parco ha portato alla candidatura di questa Faggeta in cui ci sono esemplari che hanno un’età di 620 anni circa e sono considerati tra i più vecchi d’Europa».
«Questo risultato – ha proseguito il presidente Pappaterra – ci inorgoglisce e, nello stesso tempo, ci carica di ulteriori responsabilità in ordine alla valorizzazione della straordinaria Biodiversità di cui è detentore il Parco Nazionale del Pollino. Nei prossimi giorni programmeremo una grande iniziativa per festeggiare questo prestigioso riconoscimento e sarà l’occasione per ringraziare tutti i protagonisti che hanno contribuito al raggiungimento di questo importante traguardo».

L’unicità della faggeta vetusta del Pollinello è legata al particolare contesto bioclimatico presente nel Parco del Pollino dove il faggio incontra il pino loricato. In questo ambiente integro i faggi nascono, crescono e muoiono seguendo complessi cicli naturali sfidando così il passare del tempo sino a raggiungere età massime che possono superare i 600 anni, come per Italus il loro decano. Quindi la storia ecologica di un’area dalle caratteristiche ecologiche uniche ed integre rendono la faggeta vetusta del Pollinello un vero scrigno di biodiversità che sarà possibile conservare per le generazioni future nonostante i cambiamenti climatici in atto. Grazie alla protezione integrale dell’area garantita dal Parco, al lavoro instancabile dei suoi dipendenti (in primis il dr. Giuseppe De Vivo e il dr. Aldo Schettino) e alla indispensabile collaborazione di studiosi di fama internazionale come il prof Piovesan, questo inestimabile patrimonio mondiale sarà custodito e valorizzato dal Parco per le generazioni future come richiesto dalla convenzione Unesco. (rrm)