Un epilogo inaspettato, che ha indignato e che sta continuando a indignare, quello dell’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, che è stato condannato a 13 anni e due mesi di reclusione dal Tribunale di Locri.
«Mi sono schierato dalla parte degli umili, ho immaginato di partecipare al riscatto della mia terra. Oggi però per me finisce tutto, è stata pesantissima. Non so se per i delitti di mafia ci sono pene simili. Per me è un momento difficile, non so cosa farò» ha dichiarato Lucano.
Una decisione fuori dal mondo, che ha scosso le istituzioni e i cittadini, in Italia e non, che hanno espresso la propria solidarietà, oltre che lo sgomento, per Mimmo Lucano, stringendosi virtualmente intorno all’ex sindaco, e condannando una sentenza che «che fa orrore», come ha scritto Mediterranea Saving Humans.
Intanto, domani, a Riace, è prevista una manifestazione contro la condanna, mentre a Napoli la Rete Antirazzista ha organizzato una manifestazione solidale a favore di chi si è «semplicemente dimostrato solidale verso gli altri esseri umani».
«Per me Mimmo Lucano – ha dichiarato il candidato alla Regione Luigi De Magistris – è un uomo giusto, un simbolo di umanità e di fratellanza universale. Non si è mai girato dall’altra parte di fronte alla richiesta di vita di esseri umani diversi. Conoscevo Riace prima di Lucano ed era un borgo desertificato, con Lucano era divenuto un Paese ricco di energie, di economia circolare e di comunità viva. Con il post Lucano nuovamente abbandono e spopolamento».
«Per me Lucano è l’antitesi del crimine – ha spiegato il candidato –. Non è certo un cultore del diritto amministrativo, avrà pure commesso delle irregolarità ed illegittimità, ma sono convinto che alla fine del suo calvario verrà assolto perché ha agito per il bene e mai per il male. Si deve avere fiducia nella magistratura e nella presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva. Certo in una terra in cui pezzi significativi di politica e pezzi deviati delle istituzioni si sono mangiati tutto, tanto che mancano i diritti all’acqua, allo smaltimento dei rifiuti, alla depurazione, alla sanità pubblica e alla cura delle persone, al lavoro, alle infrastrutture materiali e digitali, alla mobilità, ai finanziamenti per lo sviluppo, alla cura delle fragilità e all’istruzione, con una emigrazione giovanile impressionante, vedere che il problema di questa regione sul piano giudiziario è Mimmo Lucano fa male al cuore e alla testa».
«Ma la storia dell’umanità insegna – ha concluso – che non sempre la giustizia coincide con la legalità. Mimmo non devi mollare perché sei un uomo buono e giusto e il popolo ti vuole bene. Ora mi voglio assumere la responsabilità di guidare la Calabria affinché con la volontà del popolo sovrano la giustizia e i diritti possano trionfare».
Anche Mario Oliverio ha espresso la sua vicinanza a Mimmo Lucano: «Conosco Mimmo e la storia di #Riace che ho sempre condiviso e sostenuto per i valori dell’accoglienza e della solidarietà che hanno ispirato e dato vita ad un modello straordinario, non a caso riconosciuto ed apprezzato anche a livello mondiale».
«Un’esperienza – ha detto Oliverio – che non può essere cancellata da una sentenza di condanna che appare spropositata.
Una vicenda giudiziaria che, mi auguro e sono sicuro, sarà chiarita nei successivi gradi di giudizio per restituire a Mimmo Lucano ed al #ModelloRiace la dignità che meritano. A Mimmo a cui sono legato da sincera amicizia, che ho sentito telefonicamente, rinnovo la mia vicinanza, stima ed affetto».
Laura Boldrini, che ha espresso la sua vicinanza «per una condanna abnorme», a Lucano, di cui ha apprezzato «il suo impegno nel fare di Riace un luogo di rinascita e accoglienza».
«Sono sicura – ha concluso – che nei gradi successivi di giudizio emergerà la verità».
«La Calabria aspettava l’assoluzione di Mimmo Lucano – ha dichiarato Innocenza Giannuzzi, candidata al consiglio regionale con Oliverio Presidente – un uomo che ha dimostrato a tutti e a tutto il mondo quanto quella Calabria ultima regione d’Europa fosse pronta a tendere la mano al più debole, donandogli il sogno di una vita diversa, facendogli sentire di non essere solo ma di aver trovato un grande famiglia. Riace, piccolo borgo, è divenuto l’emblema dell’accoglienza, simbolo dell’umanità, dell’integrazione piena di colori e di sorrisi. Crediamo in Riace, ma soprattutto in Lucano!».
Per l’eurodeputato del gruppo Socialisti & Democratici Europei, Andrea Cozzolino, «è inaccettabile la condanna a Mimmo Lucano».
«Non sono un giurista – ha aggiunto – le sentenze si rispettano sempre ma il lavoro svolto da Lucano era pubblico, conosciuto e meritevole di ben altri giudizi. Nulla potrà cancellarlo, neppure questa sentenza».
Angelo Sposato, segretario generale Cgil Calabria, ha postato: «È un sentimento diffuso lo sconforto e l’amarezza per la sentenza del Tribunale di Locri su Mimmo Lucano. Una sentenza che va letta, rispettata, ma è molto spropositata, che va oltre e raddoppia le richieste della pubblica accusa. Siamo vicini a Mimmo e nel pieno rispetto della Magistratura confidiamo nei diversi gradi di giudizio nella certezza del suo corretto operato a difesa dei popoli e degli ultimi. Riace ha dato lustro, voce ed ha aperto una finestra sul mondo ad una Calabria che ha parlato ai popoli e all’umanità. Presto torneremo a Riace».
Anche Carola Rachete ha espresso la sua vicinanza a Lucano: «un enorme scandalo condannare Mimmo Lucano – o chiunque altro – per aver parlato e praticato la solidarietà! La criminalizzazione colpisce molte persone, ma le persone più colpite sono le persone in movimento. Molti dei loro casi passano completamente inosservati e noi, come società civile, non dobbiamo distogliere lo sguardo».
«13 anni a Mimmo Lucano. Una condanna così non l’abbiamo vista nemmeno per i peggiori criminali in Italia» ha scritto Nicola Frantoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana su Twitter. «Davvero siamo all’incredibile Mimmo ha tutto il nostro sostegno. Ora più che mai. Tre giorni fa ero con lui, oggi gli rinnovo il mio abbraccio».
Amnesty Italia, Sea Watch Italy, Open Arms Eng, Emergency e Baobab Experience hanno espresso la propria vicinanza all’ex sindaco. I Sentinelli di Milano hanno commentato la sentenza, «che condanna ideali e pratiche di solidarietà; che mette al centro i diritti delle persone» e hanno espresso il proprio sostegno a Lucano.
«La sentenza di condanna di primo grado arrivata oggi all’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, ci lascia alquanto attoniti» ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente che, negli anni scorsi, ha raccontato l’esperienza positiva di Riace e di altri paesi calabresi anche nella presentazione del dossier dal titolo “L’accoglienza che fa bene all’Italia” raccontando la bellezza dell’ecologia umana, inscindibile dalla tutela ambientale, così essenziale in una società sempre più fragile e sfilacciata, attraversata da una crisi ecologica e climatica senza precedenti che si tramuta in fonte di ingiustizia.
«Si tratta – ha aggiunto – di una sentenza davvero assurda e inaudita. Esprimiamo a Mimmo Lucano tutta la nostra solidarietà e restiamo convinti che il modello Riace sia un esempio di accoglienza, integrazione e inclusione sociale, solidarietà e rigenerazione territoriale da difendere e che dovrebbe essere replicato. Il nostro auspicio è che questa brutta vicenda giudiziaria sia chiarita al più presto nei successivi gradi di giudizio».
«Con il dovuto rispetto dovuto alle sentenze ed alla magistratura – ha commentato Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria – non possiamo che constatare che, anche se la responsabilità penale è personale, questo è un processo che, in qualche modo, travalica l’uomo, con i suoi eventuali errori, ed include un intero modello quello del paese Riace, un esempio di accoglienza ed integrazione dei migranti in un piccolo borgo spopolato ed in una regione devastata da logiche mafiose».
«Un modello che ha fatto conoscere ed apprezzare la Calabria in tutto il mondo – ha concluso –. Speriamo che per questo modello, antitetico ai tempi bui che stiamo vivendo, ci sia speranza di rinascere e che Domenico Lucano, sorretto dalla presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva, avrà modo di dimostrare la sua estraneità alle accuse».
«Mimmo Lucano è un moderno Don Chisciotte che ha continuato a battagliare contro i mulini a vento, senza tornaconto, senza interessi personali, Mimmo Lucano non ha patrimoni, non possiede niente, non poteva permettersi neanche un avvocato, Mimmo Lucano non ha niente altro che l’affetto e la stima di tante persone che gli vogliono bene. Ma proprio per questo andava punito, ha avuto il doppio della pena che era stata chiesta dal PM., Perché quel modello era pericoloso, era un cattivo esempio per chi vuole che ” Tutto cambi, perché nulla cambi”» ha scritto Fiorella Mannoia su Facebook.
E, mentre il mondo si stringe attorno a Lucano, da parte di Matteo Salvini, leader della Lega e Nino Spirlì, presidente f.f. della Regione, arrivano altre condanne e attacchi: «Guadagnava illecitamente sulla gestione degli immigrati, 13 anni di condanna al sindaco di sinistra (e candidato di sinistra alle Regionali in Calabria) Mimmo Lucano, paladino dei radical chic. Giornalisti e politici di sinistra indignati ne abbiamo? No, sono tutti impegnati a fare i guardoni in casa altrui» ha scritto su Twitter.
A rispondere al leader della Lega, Simona Malpezzi, presidente dei senatori del PD: ««Le sue parole di Salvini su Mimmo Lucano sono quelle di un uomo che ha perso il senso della misura e del pudore. Comprendo le difficoltà di questo momento, ma nulla può giustificare frasi così violente e di cattivo gusto. La politica non può scendere tanto in basso. #Riace».
«Un’altra Calabria è possibile, siamo d’accordo – ha dichiarato Spirlì in una nota – ma non è quella che vede Mimmo Lucano, condannato a 13 anni e due mesi di reclusione nell’ambito del processo “Xenia”, capolista in tutte e tre le circoscrizioni calabresi a sostegno di quel de Magistris che cerca di darelezioni di etica e morale, scegliendo come compagno di viaggio un truffatore, componente di un’associazione a delinquere e favoreggiatore dell’immigrazione clandestina. Lo dicono i giudici e, dunque, non è un pettegolezzo da cortile».
«La Calabria non sentirà la mancanza del condannato Lucano – ha aggiunto – e non ne patirà l’assenza dalla gestione della cosa pubblica. È anzi doveroso – aggiunge Spirlì – che l’uomo che per anni è stato il beniamino di tutto il Pd e di tutta la sinistra sinistra, e per il quale la Rai, sempre di sinistra, aveva addirittura prodotto, a suon di milioni di euro, una fiction inutile la quale, ora più che mai, sarà materiale da buttare nel cesso, si ritiri immediatamente dalla contesa elettorale».
«Vergogna sia – ha concluso – per chi lo ha benedetto e inserito, con una leggerezza ingiustificabile, trai candidi da schierare a tutela dei diritti e del benessere dei cittadini calabresi. Non è assolutamente possibile restare silenziosi, diventando complici di più reati che, automaticamente, escludono un candidato dalla possibilità di diventare rappresentante di una Calabria che pretende rispetto delle leggi e correttezza umana. E visto che De Magistris ha puntato tutto su Lucano, difendendolo pubblicamente e a spada tratta, forse oggi, anzi, ora, farebbe meglio a ritirarsi anche lui. La Calabria non sentirebbe nemmeno la sua, di mancanza».
«La Calabria merita molto di più e di meglio di Mimmo Lucano e del “pseudo paladino” a giorni alterni Luigi De Magistris» ha dichiarato Giacomo Saccomanno, commissario regionale della Lega.
«Le evidenze del sistema di business – ha aggiunto – operato sulla pelle degli immigrati messo in piedi dall’ex sindaco di Riace sono inquietanti. Con che coraggio De Magistris non lo sconfessa?».
«Per il bene della nostra regione – ha concluso – davanti a questa brutta vicenda l’ex sindaco di Napoli dovrebbe chiedere a Lucano di ritirarsi dalla corsa».
Anche Maurizio Gasparri ha commentato la condanna di Lucano, sottolineando come «ovviamente vale per Lucano quello che vale per qualsiasi cittadino e quindi soltanto un giudizio definitivo stabilirà se colpevole o innocente».
«Nel leggere della sua condanna a 13 anni, però – ha aggiunto – ritengo che si dovrebbero cacciare tutti quelli che in Rai hanno realizzato una fiction su di lui prima ancora di conoscere l’epilogo delle vicende giudiziarie – continua il senatore, componente della Commissione di vigilanza Rai –. È una vergogna che la Rai abbia sprecato dei soldi per fare una fiction intempestiva».
«Meglio farle su Churchill, su Garibaldi o su personaggi la cui vicenda storica è comunque conclusa – ha detto ancora –. Quando ci sarà l’audizione in Vigilanza chiederò conto e ragione agli attuali vertici della Rai di quelle spese fatte da altri dirigenti in altre fasi per sapere chi c’è ancora in Rai e a che ora sarà cacciato per quella scelta dissennata e vergognosa». (rrm)