di FRANCESCO SGAMBELLURI – Gentilissimo e stimato presidente, mi onoro di far parte del Movimento politico “Equità Territoriale ” fondato dallo scrittore Pino Aprile. Io sono uno dei tanti figli di questa regione, la Calabria, che è rimasto a combattere per il proprio territorio, nonostante le avversità e spesso anche ai pregiudizi e l’abbandono istituzionale e infrastrutturale da parte di questo nostro paese.
Ringraziandola preventivamente per la sua opera meritoria contro tutte le mafie e sempre al fianco degli ultimi, per il grande coraggio dimostrato in più occasioni, condividiamo la sua battaglia in quanto quello delle mafie è uno dei più grandi mali che affligge l’Italia in generale. Vede il nostro Movimento nasce più o meno per gli stessi motivi, per garantire le stesse opportunità e gli stessi servizi a tutti gli individui in generale e i cittadini in particolare, senza distinzione alcuna.
Come purtroppo saprà noi meridionali dobbiamo spesso combattere contro più avversari, cioè contro le mafie delle quali siamo e siamo stati le prime vittime, e verso i pregiudizi spesso utilizzati per giustificare una mancanza di interesse e di cura dei nostri territori e più in generale delle nostre vite.
È proprio a tal uopo che le scrivo, abbiamo appreso dagli organi di informazione che lei in un recente convegno ha affermato a proposito del progetto per il ponte sullo stretto: “non unirà solo due coste, ma certamente due cosche”. Fermo restando la legittima contrarietà alla costruzione del ponte, ci chiediamo come possa essere caduto in un’affermazione del genere, un’affermazione che troviamo offensiva nei confronti dei cittadini onesti che popolano le due sponde dello stretto. Un’affermazione che sembra più una battuta da cabaret che un’affermazione di una persona che spesso ha mostrato una grande sensibilità anche verso i nostri territori.
Non è nostra intenzione strumentalizzare la questione ma vorremmo anche far capire a tutti gli attori della società civile, che non siamo più disposti ad abbassare la testa e a subire oltre alla mancanza di investimenti e prospettive per i nostri figli, anche delle offese gratuite. Vede in questi anni abbiamo visto che purtroppo l’Italia tutta, da nord a sud, è piena di esempi di corruzione, di infiltrazioni mafiose ecc. Per questo ci chiediamo come mai, solo quando si parla di una grande opera da realizzare al sud, si alza il solito polverone della mafia ecc.?
Noi vogliamo credere che ciascuno sia in grado di fare il proprio lavoro, altrimenti non rimane che arrendersi a non poter mai realizzare una grande opera e non avere possibilità di sviluppo. Ricordo anche le parole dello stimatissimo Nicola Gratteri che in una recente intervista ha affermato: “voi pensate a fare le infrastrutture che ai mafiosi ci pensiamo noi”.
Ecco noi vogliamo credere alle parole del grande magistrato calabrese e fidarci altrimenti è finita davvero! Ci auguriamo che lei possa spiegare e scusarsi con i cittadini calabresi e siciliani per la battuta infelice, può capitare di “scivolare su una buccia di banana”. Spero non ci deluda e possa darci una risposta. (fs)
[Francesco Sgambelluri è del Movimento politico “Equità Territoriale”]