Domani mattina, a Limbadi, alle 11, è in programma il sit-in in memoria di Maria Chindamo, promossa da Libera, Agape, comitato Controlliamo Noi Le Terre Di Maria e Penelope Italia Odv, vede le adesioni di scuole, associazioni, istituzioni e singole cittadine e cittadini che hanno scelto di condividere la richiesta di verità e di giustizia della famiglia.
Il sit-in vuole mettere al centro della riflessione il valore della memoria che si traduce in impegno, e vuole altresì sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema delle diverse forme di violenza di genere, maturate in contesti differenti e anche mafiosi, ribadendo l’importanza dell’adozione di una normativa regionale e di misure di civiltà che possano prevedere la presa in carico delle donne, a partire dal loro reinserimento lavorativo e sociale, condizioni imprescindibili per l’avvio di percorsi di fuoriuscita delle stesse da relazioni viziate.
Si parte con i saluti dei rappresentanti istituzionali e governativi, l’intervento di Vincenzo Chindamo, fratello di Maria. Seguiranno gli interventi di: Giuseppina Princi, vicepresidente della Giunta della Regione Calabria; Angelo Sposato, segretario regionale della CGIL Calabria; Giuseppe Borrello – Coordinamento regionale di Libera; Giovanna Vingelli – Centro di Women’s Studies Milly Villa, Università della Calabria; – Referente regionale/nazionale Penelope Italia, Nancy Cassalia per il Comitato Controlliamo Noi le terre di Maria Chindamo. I lavori saranno coordinati da Lucia Lipari – vicepresidente Agape, e si concluderanno con un flash mob a cura delle studentesse e degli studenti presenti.
Dal 2016, il dolore dell’assenza di Maria si è tradotto nella solidarietà e nella vicinanza di un’intera comunità, che continua a stringersi intorno al fratello Vincenzo, ai figli ed alla madre. Così, ogni anno, proprio lo stesso giorno della scomparsa, si rinnova un impegno ed un appuntamento, davanti al cancello dell’azienda di Maria, in contrada Montalto, a Limbadi. Tutti insieme per ricordare Maria e rilanciare con voce unanime un messaggio di resilienza, che fa nascere dal dolore la forza e dalla rabbia la reazione per costruire insieme una Calabria Migliore
Tutto questo rafforza e sedimenta in percorsi la forte richiesta di verità che accompagna dal 2016 la famiglia Chindamo e un intero territorio. Una richiesta che si rivolge oggi più che mai a chi, collaborando in varie forme con istituzioni e con la giustizia, può conoscere cosa è realmente accaduto il 6 maggio del 2016 e cosa è accaduto a Maria Chindamo. (rvv)LIMBA