di CANDELORO IMBALZANO – Dopo 30 anni di analisi e valutazioni di tutti i tipi, oggi debitamente aggiornate, ed a dispetto delle periodiche ossessioni di chi come il PD Francesco Boccia, dimenticando di aver perso il 25 settembre le elezioni e non avendo più argomenti convincenti a cui appigliarsi, ha rispolverato qualche giorno fa con toni da “bravo manzoniano” le solite trite motivazioni ideologiche, l’incontro di martedì al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti tra il vice premier Matteo Salvini ed i Governatori Roberto Occhiuto e Renato Schifani, ai quali va il mio più forte apprezzamento, può diventare la pietra miliare per il definitivo decollo della fase di realizzazione del Ponte sullo Stretto, realizzando il millenario sogno di unire finalmente Scilla e Cariddi.
Finalmente, dopo le passate, scellerate decisioni di ministri e governi di centro sinistra di stoppare più volte l’incipiente avvio dei lavori, sembra si veda la luce in fondo ad un interminabile tunnel , non riscontrandosi alcuna motivazione seria che possa impedire l’avvio in tempi brevi della grande opera. Anzi, oggi più che mai, sono palpabili gli enormi vantaggi economici e sociali che ne deriveranno anche per il Mezzogiorno e per il definitivo sviluppo non solo turistico della città di Reggio e del suo hinterland.
Non vi sono difficoltà di ordine tecnico, così come ribadito di recente dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri. Non esiste un problema di sismicità come dichiarato, tra le tante autorità scientifiche in materia, anche dal capo della Protezione Civile Nazionale Fabrizio Curcio e dal presidente dall’Ingv Carlo Doglioni, e come peraltro dimostrato da analoghe infrastrutture in zone ad alta sismicità, come il Giappone, la California e la Turchia. Né esiste un problema di sicurezza, come sottolineato dall’ad del più importante Gruppo di costruzioni italiano Webuild, Pietro Salini, vincitore negli anni scorsi della gara di appalto.
Esistono, al contrario, solo enormi vantaggi. Intanto, si dà un senso all’Alta Velocità fino a Palermo superando la strozzatura di Villa S. Giovanni e si sposta l’attenzione della necessità dello sviluppo infrastrutturale anche stradale, a partire della S.S. 106, verso il Sud e la Calabria. E, poi, grandi vantaggi di carattere ambientale, in passato evocati spesso a sproposito, con l’abbattimento di tutte le emissioni inquinanti: la sola CO2 si ridurrà di ben 140.000 tonnellate all’anno (il 93% di quella attuale), mentre con il trasferimento su ferrovia di gran parte delle merci oggi trasportate su gomma si verrà incontro all’obiettivo di sostenibilità ambientale dell’Unione Europea del 30% entro il 2030 e del 50% entro il 2050.
Ma soprattutto, per la Calabria, la Sicilia e per l’Area dello Stretto, a partire dalla Città di Reggio, l’attrattore turistico “Ponte”, diventerà una grande panacea di tutti i mali che fin qui hanno frenato lo sviluppo dei nostri territori, dal momento che studi di Istituzioni specializzate valutano in circa 10 milioni all’anno il numero aggiuntivo di turisti che verrebbero ad ammirare l’ottava meraviglia del mondo. (ci)