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Museo Archeologico di Reggio e Università di Messina insieme per la ricerca sul Kouros di Rhegion

L’OPINIONE / Eduardo Lamberti Castronuovo: tra impudenza e falsa cultura

di EDUARDO LAMBERTI CASTRONUOVO – Non sono un vittimista né tantomeno mi innamoro delle mie tesi. Le discuto e se, quelle opposte , sono razionali, mi adeguo.

Le dichiarazioni di Sgarbi, rilasciate al Corriere Fiorentino, non solo non mi convincono per nulla, ma alimentano fortemente quello che è stato il pieno convincimento del Comitato per la tutela dei Bronzi, costituito nel 2009, e mai disciolto. Appunto. L’operazione ordita da un certo numero di “mercanti d’arte” sotto le mentite spoglie di studiosi, è sin troppo evidente: appropriarsi dei nostri Bronzi per farli girovagare per il mondo al fine solo di essere invitati come testimonial e lucrare prebende alla faccia dei calabresi! Meglio dei Reggini!

Le dichiarazioni di Daverio, oggi scomparso e mi spiace, andavano in questo senso e, allorquando  disse che la Città non meritava di detenere le statue di 2500 anni orsono, fu contestato dall’allora assessore alla cultura della Provincia di Reggio Calabria in diretta Rai.  La stampa nazionale il giorno dopo titolò’ : La Caporetto di Daverio”

Oggi, ma non è il solo, riprende il tema Vittorio Sgarbi, lasciandosi andare a dichiarazioni non solo risibili ma destituite d’ogni fondamento tecnico, oltre che sociale. Insiste, il maestro di turpiloquio, col dire che i Bronzi sarebbero sequestrati nel Museo di Reggio Calabria e che, addirittura, dovrebbero essere esposti sempre, nella Città Capitale d’Italia. Non solo, ma dovrebbero fare i commessi viaggiatori dell’arte e della cultura italiana, trasportandoli in ogni parte del mondo. Addirittura in Russia, ora, magari, visto che regna la pace!

Il Vittorio del vaf ignora o finge di ignorare, due cose: la prima è che i Bronzi sono magistralmente esposti nel Museo della Magna Grecia di Reggio e sono liberi di essere ammirati da ogni cittadino del mondo, con un costo simbolico quasi ridicolo. Basti pensare che vedere Tiziano a Milano, costa cifre astronomiche ed in Romania ti chiedono cinquanta euro per visitare il castello nientemeno che di…. Dracula. La seconda è che il Comitato Scientifico Nazionale designato dal ministero, si è espresso a chiare lettere, circa l’assoluta inamovibilità dei Bronzi dal luogo dove si trovano!

Perché insistere?

Perché fa scena. Perché maramaldeggiare su una Città priva di spina dorsale, è facile: e direi anche redditizio. Chiediamo di sapere quanto sia stato pagato il grande esperto per essersi recato in Versilia a far da padrino al nulla! Due copie immerse in mare per studiare che? Beh, forse fra 2500 anni lo sapremo! Ma allora ne saranno passati 5000 dalla scoperta degli originali… e sarà difficile fare un paragone! Anzi impossibile.

Quella di Sgarbi, che definisce l’operazione di Marina di Pietrasanta, intelligente, è un’offesa alla logica, alla città di Reggio, al Museo ed al suo direttore, che non lo merita, e soprattutto all’intelligenza di tutti. Forse vorrebbe passare alla storia quale distruttore dei Bronzi, così come dice Francesco Alì del comitato, o probabilmente è in bolletta e cerca risorse sparandole grosse.

Caro Sgarbi, non sono i Bronzi che devono girovagare, ma sono qui a Reggio ad attendere milioni di visitatori da tutte le parti del mondo: con voli di linea a basso costo, con una città accogliente, pulita, organizzata, con navi da crociera attraccate al porto e visite guidate perché lei sa bene che il Museo della Magna Grecia non contiene solo i bronzi, come elemento rilevante, ma è pieno di reperti archeologici di interesse internazionale: o vuole far girare anche quelli !?.

Allora, abbattiamo i musei e inventiamo il giromuseo alla Sgarbi : guadagno sicuro per  le sue panzane!

Sia serio, almeno una volta, se ci riesce. Noi del Comitato non abbiamo fatto polemiche, abbiamo protestato a chiare lettere contro una spoliazione. Reazione non campanilistica ma altamente culturale: rispetti le nostre rimostranze.

Su una cosa ha ragione e gliela diamo malvolentieri. La città istituzionale, a caccia di poltrone parlamentari, tace. Non hanno una idea di Città e non possono capire cosa significhi una volgare manifestazione, meramente pubblicitaria, non certo per il nostro museo, come qualche miope ha affermato anche dalle nostre parti, ma per la città della Versilia, che non ha certo chiesto il gemellaggio con Reggio, ma ha solo approfittato, questo si, della locale insipienza. 

Chi è causa del suo mal, pianga se stesso.

Reggio dorme perché addormentata da una inefficienza soporifera e non sa neppure che può vantarsi di avere quadri di De Chirico, Migneco, Salvator D’alì, Fontana,  e addirittura due capolavori di Ligabue. Forse non lo sa neppure Sgarbi, altrimenti chiederebbe che girassero per le pinacoteche del mondo (e questo sarebbe bello, in cambio di altre opere da esporre temporaneamente) ma se passi dal Palazzo della Cultura, pensi subito che è stato come mettere la cravatta al collo del maiale! 

Il tutto perché è bello distruggere ciò che è stato fatto da chi ti ha preceduto: è la regola che vige nella città di Giufà, non a caso, così appellata. Ed è facile intuire perché Sgarbi e Compagni si permettono di rilasciare dichiarazioni oscene culturalmente.

Reggio riprenditi quel che ti spetta : il rispetto delle genti. (elc)