di GIUSEPPE CAMPANA – Il porto di Corigliano Rossano non può continuare a rimanere uno splendido, ma inutilizzato, portale sul Mediterraneo. Le potenzialità dello scalo marittimo sono infinite e siamo convinti che in quegli spazi possano coesistere, come accade in tutti i porti medio-grandi, la pesca, il commercio, il turismo e l’industria. Per questo motivo invitiamo l’Autorità di sistema portuale dei mari Tirreno e Ionio, con a capo un eccessivamente polemico presidente Andrea Agostinelli – e troppo gioataurocentrico – a redigere velocemente il Piano regolatore portuale, atteso ormai da decenni, ed a realizzare la banchina croceristica, compresa nel Pot.
Se oggi il porto di Corigliano Rossano sta perdendo opportunità, come quelle turistiche derivanti dall’attracco delle navi da crociera, le responsabilità sono tutte di Agostinelli. Un presidente che si affaccia da queste parti solo per pretendere e mai per dare, nel rispetto dei sacrosanti diritti vantati dal territorio e di un’area, il nord-est calabrese, potenzialmente ricchissima. E se Baker Hughes ha deciso di non fruire della concessione Zes concessa dall’Autorità portuale, le colpe sono tutte di Agostinelli, perché il sindaco di Corigliano Rossano da anni sta chiedendo, semplicemente, il rispetto delle regole e degli impegni assunti anche attraverso documenti ufficiali. Dall’ammiraglio non accettiamo nessuna lezione e lo invitiamo ad essere più cauto nelle dichiarazioni proprio a causa del fatto che se oggi l’infrastruttura è inerme, le responsabilità sono tutte sue.
Al contempo ci auguriamo che anche grazie alla mediazione del Ministero dello Sviluppo economico l’azienda possa tornare sui suoi passi e proseguire con l’investimento proposto. Consapevoli della serietà della multinazionale, siamo convinti che, nel rispetto delle regole, la città di Corigliano Rossano non possa perdere questa importante opportunità di sviluppo. Perché il lavoro porta benessere in una regione che offre scarsissime occasioni. Europa Verde-Verdi Calabria è favorevole all’insediamento industriale e per questo auspica una ripresa del dialogo tra l’Amministrazione comunale, la Regione Calabria e Baker Hughes-Nuova Pignone.
Il nord-est calabrese non può continuare ad essere considerato dagli ultimi piani della cittadella regionale, come ultima ruota del carro. Qualora non si riuscissero a riallacciare i rapporti, anche con le mediazioni ministeriali, Europa Verde-Verdi Calabria chiederà alle rappresentanze istituzionali tutte il trasferimento di giurisdizione verso la più naturale Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio di Taranto, distante appena 50 miglia nautiche e non 400 – un’infinità, in tutti i sensi – da quella di Gioia Tauro. (gc)
[Giovanni Campana è coordinatore regionale di Europa Verde-Verdi/Avs]