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L'OPINIONE / Tania Bruzzese: La mortificazione dei diritti è la missione del Governo

L’OPINIONE / Tania Bruzzese: La mortificazione dei diritti è la missione del Governo

di TANIA BRUZZESELa mortificazione dei diritti è la missione del governo: una destra che a colpi di emendamenti, decreti legislativi, manganellate e ispezioni punitive ha accerchiato la democrazia e attaccato la  Costituzione per impedire ogni libertà di scelta. 

Mentre qualche settimana fa la Francia inseriva l’aborto nella Costituzione e pochi giorni fa il Parlamento Europeo votava una risoluzione chiedendo di inserire all’art. 3 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Ue l’aborto sicuro e legale, il governo Meloni organizzava un silenzioso assalto  all’autodeterminazione delle donne, attraverso l’emendamento al Pnrr, con tanto di questione la  fiducia, che garantirebbe la presenza constante delle associazioni pro-life “qualificate” nei  consultori ai fini persuasivi e morali a sostegno della maternità, finanziandole attivamente con i  fondi del Pnrr, sottraendo peraltro ulteriori risorse alla sanità pubblica.  

La questione va vista in maniera dualistica perché di fatto i consultori forniscono già assistenza alle  donne che valutano l’aborto e che poi scelgono di portare avanti la gravidanza attraverso psicologi e assistenti sociali, mettendo questi ultimi in contatto le donne con associazioni che forniscono beni  di prima necessità e che l’obiezione di coscienza è già garantita dalla legge, tanto è che in alcune  regioni vi è la difficoltà a reperire medici non obiettori di coscienza: allora per caso la necessità di questo emendamento è forse finanziare realtà vicine al governo che abbiano nella loro mission  l’obiettivo di limitare i diritti delle donne, causando ulteriore dolore ed umiliazione alle donne che  praticano una scelta difficile come l’aborto? 

Obbligare una donna ad ascoltare il battito cardiaco del feto o inviare un moralizzatore che  stigmatizzi i sensi di colpa è la strada di un governo debole, incapace di garantire i diritti nella piena  autonomia e nel rispetto dei propri cittadini: questa si traduce come l’ennesima offesa ai diritti delle  donne ed è necessario ribadire forte e chiaro un concetto fondamentale inerente la persona come  quello della differenziazione di declinazione fra maschile e femminile. La gravidanza riguarda la  donna, nella sua totale interezza ed ha un impatto psico-fisico che non può essere inquadrato nella  definizione di integrità della persona. Nessun emendamento può regolare e regolamentare il  controllo delle donne circa il proprio corpo, l‘aborto è sempre una decisione sofferta che mette di per sé la donna in una condizione di fragilità psicologica e che lascia inevitabilmente strascichi.  

Un governo che di fatto ha paura del popolo e che quindi lo colpisce minandone le possibilità di  scelta, restringendo giorno dopo giorno la possibilità di autodeterminazione in quadro di legalità  attraverso provvedimenti – figli di una cultura del rifiuto del riconoscimento dell’identità femminile,  della giustizia sociale e dell’equità – che limitino sempre più le condizioni di soggettività libere e  autonome. Allora risulta quanto mai attuale quanto detto nel 1981 dal palco di Firenze alla  manifestazione in favore della 194 da Enrico Berlinguer: «Minacce di involuzione derivano  dall’andamento complessivo della società […] indebolendo lo spirito di solidarietà e lotta per la  giustizia sociale. Questi fenomeni spingono la società ad un imbarbarimento, da cui non ci si salva  chiudendo gli occhi […]». 

La libertà delle donne fa paura ad un mondo reazionario e suprematista, un mondo soggiogato dalle biopolitiche fino alle complesse dinamiche della globalizzazione, inclusa le guerre: dobbiamo  lottare, serve una grande mobilitazione per l’inviolabilità della libertà degli individui. Le scelte del  governo ci chiamano ad una lotta continua, senza che si arretri mai di un passo, per difendere giorno  per giorno i diritti delle donne, dei più deboli, perché è quanto mai evidente che in questa società  dare per acquisiti definitivamente dei diritti civili sia sbagliato. 

La battaglia sul diritto all’aborto sia la battaglia di tutti, e assuma il valore di difesa di un patrimonio  culturale.  

Lavoriamo allora , ad una mobilitazione costante, unitaria e generale. (tb)

[Tania Bruzzese è presidente Associazione Metropolitana PD RC]