La Garante della Salute della Regione Calabria, Anna Maria Stanganelli, ha incontrato Maria Concetta, la giovane di San Ferdinando vittima di maltrattamenti e vessazioni consumate all’interno delle mura domestiche, assieme al Sindaco di San Ferdinando Luca Gaetano, il suo vice e assessore alle Politiche Sociali, Ferdinando Scarfò e il comandante della stazione Carabinieri, maresciallo Francesco Vadalà e Giusy Spata, in rappresentanza dell’Associazione Progetto Donna, per capire quali siano le necessità della ragazza e come attivarsi affinché le possano essere assicurate condizioni di vita finalmente dignitose.
Seduta sul divano della sala da pranzo degli zii, Maria Concetta, affetta da un lieve deficit cognitivo ha fatto capire di trovarsi bene distribuendo abbracci ma facendo vedere anche le vistose cicatrici che le segnano il viso.
«Ci sono tante situazioni in cui la vittima tende a giustificare certi atteggiamenti – ha detto la Garante Stanganelli – l’importante è che lei adesso stia bene e che abbia tutto ciò di cui ha necessità per trascorrere le giornate serenamente. Ora ha bisogno di svolgere una vita tranquilla reintegrandola man mano in quelle che sono le quotidianità della società civile e normale. Dobbiamo creare per lei momenti di svago che le consentano di conoscere persone nuove e vivere bene la sua vita. Si creeranno condizioni di sinergia con l’Amministrazione e mi occuperò personalmente di fare in modo che non le manchino eventuali cure necessarie, oltre alla costante vicinanza».
La Garante, ha ricevuto la disponibilità da parte della presidente di “Progetto donna”, Franca Ieranò, per farle frequentare corsi di danza e sartoria già attivati e in queste ore tante associazioni stanno contattando la Stanganelli, manifestando l’intenzione di aiutare la giovane.
Ma la più grande passione della ragazza, è la pallavolo e il suo sogno sarebbe quello di poter assistere ad una partita o a dei veri allenamenti, richiesta subito presa in carico dalla Stanganelli. Da parte sua, Comune a breve le invierà dei carichi di alimenti, indumenti e, magari, qualche accessorio femminile per farla sentire in una rete di protezione.
«Il passato non è modificabile – ha commentato il sindaco Gaetano – ciò che è successo è successo e ne siamo molto dispiaciuti, le sue sofferenze hanno fatto male anche a noi, non si doveva arrivare a questo. Sicuramente ci è sfuggito qualcosa, ma le accuse di omertà dobbiamo rigettarle perché la nostra non è una comunità omertosa. Stiamo lavorando per realizzare degli spazi fisici in cui praticare delle attività, ci preme fare in fretta e speriamo che questa storia, nel suo orrore, dia una spinta collettiva».