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Materia festival Catanzaro

Materia Festival, il design della spiritualità in bella mostra a Catanzaro

Grande successo della V edizione del Materia Independent Design Festival che si è chiuso ieri sera a Catanzaro. È la più importante manifestazione del Sud Italia dedicata al design, ideata e organizzata da Officine AD degli architetti catanzaresi Domenico Garofalo e Giuseppe Anania, con la direzione artistica di Antonio Aricò. L’evento, che ha coinvolto in modo importante il capoluogo della regionale Calabria, si è svolto in una dimensione speciale, sospesa tra reale e immaginario, anche per il tema della spiritualità che ha segnato questa edizione .

Attraverso i canali ufficiali del Festival – Facebook, Instagram e Web – sono stati diffusi i prodotti realizzati per le operazioni “Young” e “Big” rispettivamente da giovani designer under 40 e dai grandi nomi del design italiano e internazionale. Grande riscontro per i talk, in versione digitale, con la curatrice e design advisor, Federica Sala, e con il fotografo di moda e design, Guido Taroni.

Ieri sera, al Complesso Monumentale del San Giovanni, le migliori realizzazioni hanno ricevuto il premio della Guglielmo Spa, main partner della manifestazione, e la menzione speciale dedicata al giovane architetto e amico del festival, recentemente scomparso, Sergio Mirante.

Nel corso della serata l’art director, Antonio Aricò, ha raccontato le importanti azioni realizzate per questa insolita ma coinvolgente edizione e la sua “Madonna viola” disegnata per Materia 2020.

Natalia Carere, responsabile esecutiva dei prodotti realizzati, ha spiegato il significato dell’evento: «Il design è il ganglio del progetto. L’approccio creativo al progetto non può essere scisso dalla matrice artigiana. Materia è un progetto che parla di territorio, con lo scopo di esaltare due figure fondamentali del progetto/processo creativo,  quella degli artigiani e quella  dei designer. Gli artigiani sono depositari del saper fare e dell’ingegno, guardano all’unicità del pezzo, alle irregolarità e alle imperfezioni, viste come un valore aggiunto, quale ‘gesto di affetto nei confronti dell’oggetto stesso. Antonio Aricò, Elena Salmistraro, Tommaso Spinzi, Matteo Cibic e Sara Ricciardi, hanno reinterpretato il magico e mistico mondo dei tradizionali oggetti sacri, parlando di luogo e di riti, avvalendosi delle sapienti mani di artigiani italiani».

«Il lavoro artigianale è mutato nel tempo – raccontano Giovanni e Domenico Cugliari gli artigiani che hanno realizzato “Il Trono” disegnato da Elena Salmistraro – adottando via via strumenti meccanici per migliorare sempre più l’oggetto, fino a creare gli strumenti stessi. Esso è esaltato dalla robotica, dal lavoro a controllo numerico. L’artigiano italiano, fonda la sua tradizione nel saper fare e nel fatto di avere “speciali polpastrelli”, polpastrelli Intelligenti. Il vero passo in avanti l’artigiano lo fa intessendo rapporti e collaborazioni con designer e architetti, in quanto proprio tali figure del progetto sono necessarie a stimolare superando i limiti di realizzazione dell’oggetto».

«Il lavoro artigianale risale alle nostre radici e alle nostre tradizioni – afferma lo studio Studio F Atelier che ha realizzato “L’Inginocchiatoio” disegnato da Matteo Cibic – ma è proprio attraverso le opere artigianali che si percepisce l’impatto emotivo messo in atto nella creazione di un’opera. Il tocco umano è sempre importante! Le collaborazioni con i designer sono fondamentali per lo sviluppo di nuove idee. Per questa edizione di Materia 2020, realizzare un pezzo a firma di Matteo Cibic è stato emozionante e stimolante, e la nostra esperienza ha fatto sì che il progetto prendesse vita attraverso l’utilizzo di materiali naturali e del territorio».

«Se da un lato nella nostra vita sarà sempre più presente la tecnologia, l’informatica e la robotica – evidenzia l’azienda Edilmarmi Mazzotta che ha realizzato “L’Altare” disegnato da Tommaso Spinzi – dall’altro, il mondo del lavoro sarà caratterizzato dalla crescente richiesta di professionalità basate su ‘competenze umane’ dove manualità, ingegno e creatività non potranno essere sostituite dalle macchine».

«L’interscambio con i designer è fondamentale – sottolinea Maria Battaglia-Emme&Emme che ha realizzato “La Madonna viola” disegnata da Antonio Aricò – È importate trovare “complicità” e comprendere quello che il progettista vuole esprimere attraverso l’opera di volta in volta. Nascono rapporti di stima, a volte di affetto che suggeriscono collaborazioni continuative. È stata una grande emozione poter essere io stessa, con la mia arte del ricamo, lo strumento per la realizzazione di un’opera unica!».

L’evento è stato sostenuto dal Comune di Catanzaro e con la collaborazione della Fondazione Rocco Guglielmo e dell’Ordine degli Architetti di Catanzaro. (rcz)