di FRANCESCO RAO – A Cittanova è stato inaugurato il primo Parco giochi in Italia alla memoria di Ciccio Samengo, ma a quanto pare l’Amministrazione Comunale non ha reputato opportuno indicare sulla targa chi è stato il nostro conterraneo, cosa ha fatto nel corso della sua vita e come ha saputo rappresentare nel mondo la sua generosità e la profonda sensibilità, espressa con l’intento di promuovere quell’idea a lui cara secondo la quale «realizzare un mondo migliore significhi innanzitutto prendersi cura dei più vulnerabili e indifesi, in particolare dei bambini, senza lasciare indietro nessuno».
Per un senso di profonda riconoscenza, gratitudine e stima nei confronti del compianto dr. Samengo, reputo doveroso replicare all’articolo pubblicato da Approdo Calabria, mediante il quale è stata annunciata la suddetta inaugurazione, apportando alcune puntualizzazioni e una proposta.
Francesco Samengo, per tutti gli amici chiamato affettuosamente Ciccio, era nato a Cassano allo Jonio il 12 agosto del 1939. Laureatosi in Economia e Commercio e iscritto all’Albo dei Dottori Commercialisti e dei Revisori Contabili, ha ricoperto nell’arco degli anni importanti ruoli manageriali ed apicali in numerose aziende pubbliche. Contemporaneamente, con semplicità e lungimiranza, è stato impegnato nel mondo del volontariato per l’Unicef divenendo prima componente del Consiglio Direttivo, dal 2001 ha ricoperto la Carica di Presidente del Comitato Regionale della Calabria e infine, nel 2018, Presidente nazionale dell’Unicef.
Purtroppo, il 9 novembre del 2020, a causa del Covid-19, è venuto a mancare dopo una breve degenza allo Spallanzani di Roma, lasciando un enorme patrimonio di esempi e importantissimi obiettivi raggiunti. Nel corso dei due anni che lo hanno visto impegnato alla guida dell’Unicef non vi è stata circostanza e occasione per le quali Samengo si sia risparmiato nell’esprimere le doti umane e professionali riconducibili a quella Calabresità che ne hanno contraddistinto il suo operato.
Tra le importantissime iniziative portate a termine in Calabria vi sono: la stipula dei protocolli d’intesa con i due Tribunali per i minorenni dei distretti di Reggio Calabria e Catanzaro; gli accordi con le Prefetture; le intese con le Università della Calabria e Mediterranea di Reggio Calabria; le Convenzioni stipulate con il Garante Regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, con vari Ordini professionali, con l’Ufficio Scolastico regionale e con il Coni. Tutto ciò, di volta in volta, è stato frutto di un lavoro condotto da Francesco Samengo con puntuale attenzione e con una visione tesa a generare fattivamente la funzione della “rete istituzionale” mediante la quale si potesse mettere al riparo da nuove devianze il futuro dei giovani guardando sempre con forte attenzione la crescente diffusione dei potenziali rischi causati della povertà educativa, dalla marginalità sociale e da una crescente povertà economica, circostanze presenti nei territori del Meridione e sempre più incombenti sul il futuro dei nostri giovani.
Scrivo queste puntualizzazioni perché leggendo il comunicato stampa diffuso dalla stessa Amministrazione Comunale per l’occasione e visionando la targa scoperta all’atto dell’inaugurazione, è stata fatta passare come notizia l’inaugurazione del parco giochi, mentre sono state messe in secondo piano le motivazioni utilizzate a suo tempo per ottenere il nulla osta dalla Prefettura di Reggio Calabria, atto necessario per poter procedere all’intitolazione del parco giochi con l’intento di rendere omaggio ad un nostro illustre conterraneo in luogo dove i bambini trascorreranno il loro tempo per giocare insieme.
Nell’allora Delibera di Giunta, le motivazioni che portavano all’approvazione dell’atto, sono state: «Ad un figlio della nostra Calabria che nel corso della sua vita ha saputo trasformare la bellezza dell’altruismo e della disponibilità in amore ed impegno quotidiano, intravedendo negli adolescenti l’entusiasmo da difendere ed un futuro da sostenere». Nulla di tutto ciò è stato riportato, né nel comunicato stampa né sulla targa. Inoltre, pur essendoci state interlocuzioni con il mondo Unicef e con gli stessi familiari del defunto Samengo, anticipando l’avvio di tale iniziativa, perché non si è pensato di invitare alla cerimonia d’inaugurazione i familiari ed i rappresentanti de “Il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia” trasmettendo la sensibilità di Cittanova ai familiari ed a tutto il mondo Unicef?
Forse saranno state le stesse motivazioni che non hanno tenuto in considerazione la proposta allora illustrata in più occasioni, volta ad avviare l’intero percorso previsto per far accedere Cittanova tra quei Comuni riconducibili all’iniziativa promossa proprio dall’Unicef e denominata “Città Amiche dei Bambini e degli Adolescenti”? Proprio in quella proposta poteva esserci una via facilmente percorribile per ottenere un duplice risultato: da una parte si avviava un percorso culturale mediante il quale, partendo proprio dai bambini e coinvolgendo i genitori, sarebbe stato possibile mettere in atto una serie di attività virtuose per tale ambito.
Dall’altra, indirizzando l’operato della Giunta, della Commissioni consiliari afferenti e quindi del Consiglio Comunale ad una operatività ben definita e codificata dallo stesso manuale, sarebbe stato possibile implementare una progettazione specifica sui servizi per l’infanzia e attraverso un sistema di welfare generativo avviare anche opportunità occupazionali finalizzate anche al superamento del pericolosissimo paradosso indotto dalla crescente fase di povertà dovuta in parte alla disoccupazione, molto spesso riversata forzatamente dai genitori anche sui bambini sin dalla loro tenerissima età.
Eppure, appare ormai ridondante la ricorrente affermazione promossa nelle varie occasioni pubbliche mediante la quale Cittanova vuole affermarsi nel contesto territoriale come luogo di Cultura. Ma con queste premesse, siamo sicuri che sia possibile continuare ad affermare ciò? Vi è un’altra domanda che sorge spontanea: basta il taglio del nastro, una fotografia e un comunicato stampa per fare Cultura? Credo proprio di no. La Cultura è fatta di contenuti, azione, coinvolgimento e senso di appartenenza. Sentimenti che nelle varie occasioni di confronto avverto venir meno.
Quando il contenuto della notizia non riporta la valenza portante dell’evento, le iniziative sono destinate ad essere vuote e la scarsa presenza dei Cittadini è un dato di fatto non condannabile da nessuno. Vi è infine un’ultima curiosità e una proposta che mi hanno indotto a scrivere questa replica: tra i giochi installati nel “Parco Giochi Francesco Samengo” è stata installata qualche giostrina per i bambini con ridotta mobilità? Vengo alla proposta, rivolgendomi all’Amministrazione Comunale e al sindaco in particolare, certo che la loro non sia stata una disattenzione malevola: perché non ultimare il parco giochi con altre giostrine e poi inaugurarlo con tutti i “crismi” il prossimo 12 agosto, invitando ufficialmente i familiari del compianto Ciccio Samengo, una rappresentanza dell’Unicef e riportando sulla targa quelle informazioni oggi mancanti?
Infine, si consideri che proprio in quel giorno, oltre ad essere la data di nascita del nostro illustre conterraneo, sarà anche il 405° compleanno di Cittanova e quanti parteciperanno all’evento potranno apprendere e comprendere quell’impegno profuso nel tempo per garantire ai bambini ed ai giovani il diritto di giocare, divertirsi e conoscere da vicino la storia di ha desiderato la loro felicità, anche senza averli mai conosciuti e incontrati. Anche questa sarà Cultura utile ai nostri giovani e soprattutto al nostro tessuto sociale. (fr)