I TEMPI SONO MATURI PER RIFORMARE LE NORME ELETTORALI IN CALABRIA PER L'EQUILIBRIO UOMO-DONNA;
COmmissione Pari Opportunità Regione Calabria

PARI OPPORTUNITÀ, MODIFICARE LA LEGGE.
VA INTRODOTTA LA PREFERENZA DI GENERE

Prima della chiusura della passata legislatura, la proposta di legge avanzata da Flora Sculco sull’introduzione della preferenza di genere nella legge elettorale aveva registrato una solenne bocciatura in Consiglio regionale. Una cosa di cui la passata assemblea avrebbe dovuto vergognarsi:  «Oggi – dichiarò il presidente Mario Oliverio – è stata scritta una pagina buia e triste per la Calabria, perché è stata rappresenta la nostra regione per quello che non è: come una regione arretrata, non al passo con i cambiamenti che a livello nazionale ed europeo sono già largamente in atto. Non nego che tutto ciò mi crea grande tristezza e lo dico aldilà delle appartenenze». Era il 15 aprile 2019. Lo stesso presidente del Consiglio Nicola Irto aveva sottolineato che «Si è persa un’occasione per rendere migliore la nostra democrazia. Sono stato fermamente a favore della doppia preferenza in tutti questi mesi, continuo a esserlo e lo sarò fino in fondo. E’ una battaglia di civiltà, ci ho creduto fino a oggi e continuerò a spendermi perché la parità di genere in politica è un dovere a cui la Calabria non può e non deve sottrarsi».

Quanto avrebbe inciso sulle elezioni regionali dello scorso 26 gennaio l’eventuale preferenza di genere? Domanda insidiosa per chi continua a traccheggiare intorno all’argomento. Adesso i tempi sono maturi per provvedere alle modifiche necessarie sul piano normativo e culturale e non si cerchino altre scuse dilatorie perché i calabresi non sono disposti più a tollerarli. Un monito in questo senso è venuto da Cinzia Nava e Monica Falcomatà, presidente e vicepresidente della Commissione regionale per l’uguaglianza dei diritti e le pari opportunità fra uomo e donna, dopo l’invito del Governo alle sei Regioni ancora inadempienti (tra le quali c’è la Calabria, in compagnia di Friuli Venezia Giulia, Liguria, Piemonte, Puglia e Valle d’Aosta) a provvedere alle modifiche necessarie per inserire nella legge elettorale la preferenza di genere, come previsto dalla legge n. 20 del 2016 sulla pari opportunità tra uomini e donne nell’accesso a cariche elettive.

«Fin dal suo insediamento – hanno sottolineato la Nava e la Falcomatà – la nostra Commissione ha ritagliato uno spazio prioritario di intervento per promuovere iniziative che andassero nella direzione di sollecitare la riduzione del gap sulla partecipazione attiva delle donne alla vita politica calabrese valorizzandone il loro ruolo anche nelle istituzioni, in particolare attraverso l’introduzione della doppia preferenza di genere, vera punta di diamante della democrazia paritaria».

«L’occasione offerta – hanno proseguito Cinzia Nava e Monica Falcomatà – dal recente invito del Governo rivolto alle sei Regioni inadempienti ad adeguarsi alla legge n. 20 del 2016 sulla promozione delle pari opportunità tra donne e uomini nell’accesso alle cariche elettive, nonché la scelta annunciata dalla Liguria di andare al voto con la doppia preferenza e ancora la posizione espressa dalla Regione Puglia che deciderà a breve l’adeguamento sono tutti elementi funzionali a ribadire che i tempi sono maturi sul piano normativo e culturale affinché il meccanismo volto a garantire l’equilibrio di genere nei Consigli regionali venga ben presto declinato in un testo normativo».

«La Commissione – è stato specificato – vuole continuare a portare avanti con determinazione questa battaglia per la Calabria, rivolgendo un appello alla sensibilità politica e istituzionale dei presidenti di Giunta e Consiglio affinché anche la nostra Regione non rimanga tra le ultime a dotarsi di questo strumento normativo indispensabile per garantire la qualità della democrazia e della rappresentanza. Ribadisce, inoltre, la propria disponibilità, nel solco di quanto già fatto, ad offrire il proprio impegno concreto nell’ambito dell’esercizio delle proprie funzioni istituzionali per assicurare azioni di supporto e di sensibilizzazione nei vari passaggi che porteranno, come si auspica, all’allineamento anche della nostra Regione alla doppia preferenza di genere».

È opportuno ricordare che la legge vigente nella Regione Calabria prevede un unico voto di preferenza con l’unico vincolo che le liste comprendano, «a pena di inammissibilità, candidati di entrambi i sessi». La proposta di legge della Sculco prevedeva che non ci potevano essere nelle liste percentuali di appartenenza di genere superiori al 60% facendo riferimento a una legge nazionale. Disse Oliverio dopo la bocciatura: «Non c’è stata la volontà politica di affrontare un tema fondamentale ed importante relativamente ad una proposta complessiva di riforma della legge elettorale. Né si può ricorrere a distinzioni manichee, facendo riferimento a maggioranze e a minoranze. Quando si costituì il gruppo di lavoro, [il 12 marzo 2019, si provò a lavorare sul progetto, ndr] infatti, lo si è fatto sulla valutazione convergente che le regole del gioco vanno scritte insieme, aldilà degli schemi precostituiti di maggioranza e minoranza. Nel rispetto delle regole del gioco». Il risultato si è visto nell’aula di Palazzo Campanella. Il nuovo Consiglio dovrebbe farsi carico di mettere mano alla legge elettorale: oltre alla preferenza di genere, c’è il caso del voto disgiunto che non è previsto (ovvero si può votare per il presidente di una coalizione ed esprimere il voto per un altro gruppo politico). Due elementi che farebbero la differenza alle prossime consultazioni elettorali del 2025. (mcg)