I consiglieri regionali del PD, apprezzando la decisione del presidente della Regione, Roberto Occhiuto, di approvare una delibera per tenere indenni i calabresi agli aumenti di Trenitalia, hanno chiesto di aprire un ampio confronto sui trasporti.
«Non c’è nessun contratto capestro firmato dalla giunta Oliverio – hanno detto i dem –. C’è semplicemente un contratto che rispetta obblighi di legge, nazionale e comunitaria, approvato dall’Autorità Nazionale di Regolazione dei Trasporti e dal Comitato della Mobilità (istituito dalla legge regionale n. 35/2015), che si aggiorna annualmente ma che, per tre anni, è rimasto bloccato. Ed è lo stesso accordo che assicura più km/treno di percorrenza, più qualità nei servizi, maggiori controlli e sicurezza per i viaggiatori, e, non da ultimo, il rinnovo della flotta dei treni, 26 dei quali di nuova produzione».
«Ricordiamo, poi – hanno proseguito – che per la consegna di una parte di essi, avvenuta non più di qualche mese fa, ha espresso soddisfazione l’assessore al ramo dell’attuale giunta regionale. Ci vorrebbe, pertanto, più rispetto verso contesti e atti frutto di continuità istituzionale. Al presidente Occhiuto, chiediamo, pertanto, di mettere da subito in atto azioni su scala regionale per incentivare l’uso dei mezzi pubblici abbattendo anche dell’80% la spesa per abbonamenti scolastici e dei pendolari meno abbienti. Se ci sarà occasione di discutere di questi provvedimenti, il Pd farà la sua parte a sostegno di queste iniziative, la cui gestione operativa richiede un grosso sforzo amministrativo che assicuri tempi brevi affinché i pendolari possano beneficiare di queste norme».
«C’è anche un problema molto più ampio con le società “statali” nel loro complesso – hanno concluso i consiglieri dem – Rfi e Anas hanno nei loro portafogli un mare di risorse già erogate ma non mettono a terra i progetti per cui quelle risorse sono state assegnate. È questo che denunciamo da tempo ma il governo regionale “dimentica” di chiedere conto. Se il presidente Occhiuto vuol cominciare adesso, noi siamo pronti». (rrc)