Candeloro Imbalzano, già consigliere regionale e primo assessore comunale all’Area dello Stretto, ha evidenziato come «con la conversione definitiva in legge anche al Senato, riparte finalmente, dopo il vergognoso stop del Governo Monti nel 2012, la costruzione della grande opera che collegherà la Sicilia alla Calabria ed al Continente, realizzando il sogno, ormai millenario, di tanti di noi che a questa battaglia, da almeno 20 anni, hanno dedicato una parte importante della propria attività politico-amministrativa».
«Una opera – ha evidenziato – che sarà decisiva per rompere il sottosviluppo secolare dell’intero Mezzogiorno ed in particolare della Calabria e della Città Metropolitana di Reggio, per l’impatto virtuoso sui nostri territori che avranno gli enormi investimenti infrastrutturali che si stanno già mobilitando nelle due regioni per opere stradali – a partire dalla S.S. 106 – e ferroviarie, nonché con quelli miliardari che sono previsti per la costruzione dell’intera opera, che sfoceranno in un enorme sviluppo turistico del grande Comprensorio a cavallo delle due sponde una volta che sarà completata».
«In questo momento di legittima euforia – ha proseguito – un ringraziamento va rivolto, tra i tanti, ai due Presidenti di Regione Renato Schifani e Roberto Occhiuto, che hanno marciato in questi mesi di comune accordo, con convinzione e passione, per superare i non pochi ostacoli via via frapposti, ed ai parlamentari che hanno sostenuto ed approvato il provvedimento legislativo che definisce l’assetto della Società “Stretto di Messina” e riavvia le attività di programmazione generale e di progettazione definitiva della mega opera».
«Un doveroso pensiero particolare va, altresì ai due relatori, il siciliano Nino Germanà al Senato e l’onorevole reggino Francesco Cannizzaro alla Camera – ha aggiunto – che in questi mesi si sono spesi con costanza e sano pragmatismo per far progredire nelle Commissioni e nelle rispettive Aule parlamentari questo importante e decisivo approdo».
«Questa storica decisione, che bandisce finalmente – ha concluso – un ambientalismo ideologico e pernicioso che tanti danni ha prodotto fino ad oggi, nonché la strategicità dell’opera, non solo avranno nei sette anni previsti per la costruzione del Ponte un enorme impatto lavorativo con decine di migliaia di nuovi posti di lavoro nei più diversi settori, rispetto ai quali dobbiamo da subito attrezzarci, ma daranno finalmente a questa Area ed alla città di Reggio la possibilità di diventare, col grande porto di Gioia Tauro, un mega hub del Sud Europa e dell’intero Mediterraneo, offrendole una occasione unica ed irripetibile di riscatto sociale e di sviluppo sostenibile coerente con la sua antica vocazione naturale». (rrm)