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progetto Arpacal

Presentati in Cittadella i risultati del progetto ‘Sic-Carlit’ su 14 siti comunitari

Sono stati presentati, in Cittadella regionale, i risultati del progetto Sic-Carlit, assegnato dalla Regione all’Arpacal, che riguarda 14 Siti di importanza comunitaria (Sic) marini della Calabria.

Presenti l’assessore regionale all’Ambiente, Sergio De Caprio, i sindaci dei Comuni interessati, il direttore generale Arpacal, dott. Domenico Pappaterra,  il dirigente del settore Parchi e aree naturali della Regione, Giovanni Aramini, il direttore del Centro regionale di strategia marina dell’Arpacal, Emilio Cellini, e il professor Pierfrancesco Rende, in rappresentanza dell’Ispra.

Il progetto I Siti di Importanza Comunitaria (SIC) Marini della Calabria è un programma di monitoraggio degli habitat e delle specie marine all’interno dei SIC, finanziato dalla Regione Calabria attraverso i fondi Por Fesr-Fse 2014-2020 per la Tutela e la Valorizzazione del Patrimonio Ambientale e Culturale.

Con il progetto denominato “I Siti di Importanza Comunitaria (SIC) Marini della Calabria – Stato delle conoscenze e implicazioni nelle strategie di monitoraggio, gestione e conservazione. valutazione dello stato ecologico delle acque marino costiere della Calabria” la Regione Calabria ha, infatti, inteso sostenere progettualità volte a studiare, tutelare e valorizzare il patrimonio di biodiversità marina della Calabria, utilizzando tecniche innovative di acquisizione dei dati,  per contribuire alla riduzione e controllo delle pressioni umane che ne costituiscono una minaccia; il fine ultimo è quello di favorire un uso economico ed una fruizione sostenibili della risorsa mare a beneficio delle attuali e future generazioni.

Presentazione dei risultati finali del progetto Sic

Lungo le coste calabresi, che si estendono per circa 740 km, sono stati infatti istituiti 14 Siti di Importanza Comunitaria (SIC) marini e 5 Siti SIC Costieri. La loro distribuzione è pressoché continua e interessa tutti i tratti costieri lungo le cinque province calabresi. La presenza dei S.I.C. marini in Calabria coincide largamente con la distribuzione delle praterie di Posidonia oceanica.

Con l’aumento recente di attività antropiche che insistono lungo la costa diventa urgente l’utilizzo di metodi rigorosi per quantificare la vulnerabilità degli habitat, in modo da sviluppare piani di gestione efficaci e avviare studi di impatto e di mitigazione impostati correttamente.

Ecco che sulla base di tali premesse, la Regione Calabria – Assessorato all’Ambiente – ha finanziato la proposta progettuale redatta dall’Arpacal attraverso il suo Crsm (Centro Regionale Strategia Marina), diretto dal dr. Emilio Cellini, demandandone il raggiungimento degli obiettivi tecnici fissati dalle norme di settore. Il Crsm ha coordinato a tal fine una rete di enti di ricerca (l’ISPRA, il CNR IGAG e l’Università della Calabria con i Dipartimenti Dimeg e Dibest ) tutti concentrati sul medesimo obiettivo di progetto.

«Questa ricerca è un modo per far capire all’Europa che cos’è la Calabria e creare maggiore consapevolezza. Proporre il turismo in questa regione è strettamente collegato alla necessità di proteggere l’ambiente e il mare prima di tutto» ha dichiarato l’assessore regionale De Caprio, aggiungendo che «questo progetto è arricchito dalla stella marina “Claudia”, una tecnologia avanzata realizzata dall’Arpacal, in collaborazione con l’Ispra e le Università della Calabria. Si tratta di un percorso virtuale in 3D dei 14 siti marini di interesse comunitario, fiore all’occhiello del Parco marino della Calabria».

«È una giornata particolare per la Calabria perché – ha affermato Pappaterra – presentiamo i risultati di una ricerca straordinaria, realizzata nel solco del programma operativo sulla strategia marina, che deriva da una direttiva europea e da una legge nazionale».

Presentazione dei risultati finali del progetto Sic

«La Calabria – ha proseguito – è stata protagonista, mettendo in campo un’azione di coordinamento di tutta l’area ionica del bacino del Mediterraneo, così come la Regione Liguria è capofila per l’area tirrenica e l’Emilia Romagna per quella adriatica. Con le professionalità messe in campo, siamo riusciti a costruire non solo le attività istituzionali di monitoraggio, previste dalla direttiva, ma, attraverso questo progetto, fortemente sostenuto dalla Regione Calabria e dall’assessorato all’Ambiente, abbiamo messo in campo delle ricerche molto importanti, che hanno dato vita a un sistema multimediale, la stella marina “Claudia”, all’interno del quale ognuno potrà esplorare e vivere il nostro mare e conoscere a fondo la sua biodiversità».

«Ringrazio Arpacal – ha sottolineato Aramini – per il grande contributo dato. Il progetto si colloca all’interno di una strategia regionale. I siti calabresi, in totale, sono 178. Oggi si tratta di un approfondimento che ci porta all’avanguardia dal punto di vista scientifico nel panorama nazionale».

Claudia, la stella marina rossa digitale, è un plastico di 3.5 mt di raggio che riproduce in scala una Echinaster sepositus, nome scientifico della comune stella marina rossa che popola i fondali del Mediterraneo, dotata di un sistema parlante. A corredo, negli incavi delle 5 braccia, sono posizionati 5 visori 3D con joystick controller che, indossati da altrettanti utenti, rendono in visione tridimensionale una serie di contenuti riferiti ai 14 SIC marini ed all’ecosistema Posidonia oceanica.

Si tratta di una suggestiva visione del fondale accompagnata da una voce narrante che ne descrive i contenuti dando all’utente la possibilità di interagire, attraverso l’uso del controller, negli spostamenti come se si fosse realmente in immersione subacquea. [Guarda la demo per conoscere l’esperienza che l’utente vive indossando il casco 3D].

Ma il vero vantaggio di Claudia la Stella Marina Rossa sta nell’essere una struttura scomponibile, carrellabile e, quindi, trasportabile ovunque. Da qui l’idea del dr. Emilio Cellini, direttore del Centro Strategia Marina dell’Arpacal: non solo rendere pubblici i risultati del progetto in un viaggio itinerante per tutti i 14 Comuni che in cui si trovano i SIC in Calabria ma, soprattutto, raggiungere i reparti di pediatria degli ospedali calabresi o le associazioni che tutelano giovani con disabilità, che aderiranno all’invito dell’Arpacal, per dare ai piccoli ospiti e pazienti dei momenti di svago e di divertimento uniti all’apprendimento. Non dimenticando la piena fruibilità del progetto nelle scuole calabresi che si interfacciano con Arpacal nei diversi percorsi di educazione ambientale.

«I risultati del Progetto SIC-Carlit – ha spiegato Cellini – rendono evidenti le caratteristiche chimico-fisiche e bioecologiche che caratterizzano i 14 siti marini di interesse comunitario presenti in Calabria, analizzando l’ambiente marino nelle sue svariate matrici di studio: acque, sedimenti, biocenosi presenti, morfologia dei fondali, ed altro, valutando inoltre le pressioni esercitate e gli impatti antropici. L’importanza dei risultati ottenuti è certamente riconducibile alla implementazione della banca dati regionale ed all’aggiornamento della stessa rispetto alle norme cogenti di settore (Direttiva Habitat – Rete nauta 2000). A conclusione del progetto, tuttavia, risultava imprescindibile che tutta questa conoscenza venisse condivisa non solo con gli attori istituzionali, ma soprattutto con la collettività. Ecco la necessità di uno sforzo comunicativo in grado di “tradurre” il linguaggio scientifico in informazioni di facile comprensione ed accessibili al vasto pubblico». (rcz)