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Psichiatria, il Coolap occupa pacificamente i locali dell’Asp di Reggio

Il Coordinamento Lavoratori Psichiatria ha occupato, pacificamente e senza interruzione del pubblico servizio, i locali dell’Asp di Reggio Calabria, e ha ribadito che «i diritti dei lavoratori e della disabilità devono essere rispettati e devono fare parte seria del discorso politico e sociale; possibilmente senza inutili paternalismi, con maggiore pragmatismo e tempi certi e non biblici».

«Riteniamo necessario – si legge in una nota – che gli impegni presi da Regione e Asp siano categoricamente rispettati, non accetteremo più alcuna scusa di comodo e non ci muoveremo fin quando non avremo prove certe e scritte dei pagamenti dei servizi resi. Cerchiamo il sostegno della società civile e di chi ha a cuore le sorti di tanti onesti lavoratori, padri e madri di famiglia, e dei tanti disabili a cui diamo il nostro totale e quotidiano sostegno da sempre e incondizionatamente».

«Le tante manifestazioni – viene spiegato – non hanno dato le risposte sperate (pagamento dei servizi resi in primis) e non possiamo e non intendiamo più aspettare… abbiamo superato il limite dell’indigenza! Vogliamo ricordare, comunque, che la legalità nelle loro mani (Regione-Asp) è divenuta mistificazione pirandelliana adattata al contesto e alla situazione ed a pagare sono sempre le persone oneste che lavorano e i disabili, ai quali non viene riconosciuto il diritto alla cura».

«Così agendo, in ogni modo – continua la nota – si stanno rendendo complici d’illegalità per evitarsi la responsabilità di prendersi delle decisioni a quanto pare troppo scomode, come pagare ciò che gli è stato reso onestamente».

«Concludiamo affermando, con fermezza – dice il Comitato – che il compromesso politico e la politica del baratto non ci riguarda e non sarà accettata. Come la conciliazione con pretese differenti, non necessariamente opposte, ma anche parzialmente fatte per perdere tempo non sarà tollerata, semplicemente perché difendiamo diritti costituzionalmente e umanamente riconosciuti anche dallo Stato italiano, che, attraverso i suoi rappresentanti sparsi nel Belpaese, li dovrebbe tutelare e far rispettare». (rrc)