di PINO CINQUEGRANA – La Calabria è la Sicilia sono sempre stati divisi dallo stretto da attraversare con imbarcazioni? Pare che non sia stato sempre così: Calabria e Sicilia erano unite e che successivamente terremoti hanno reso una sorta di arcipelago con diversi canali tra le isole e durante assestamenti millenarie si è giunti alla situazione attuale. E, comunque, unire queste due terre è sempre stato l’interesse dello Stato Italiano a partire dalla sua unità.
Tutto questo e molto altro è scritto nell’opera di Felicia Lacava Lo stretto di Messina nell’antichità, edizioni Parallelo 1978. In questo lavoro si afferma dalle prime righe che possenti scosse modificarono il promontorio scilleo punto dove secondo la studiosa è avvenuto lo strappo. L’opera è supportata da studi antichissimi (Sallusto, Strabone, Ovidio, Seneca) fino ad autori del primi anni del Novecento come il Geraci, il Cortese che si sono ampiamente soffermati sulla formazione dello stretto.
Scrive Strabone “Nomen Rhegio esse ait Eschylus ab co quod ist accidit regioni: terrae enim motis Siciliam a continente abrubtam, cum alii, tum is affirmavit: nomen a verbo quod est rumpi, deductum videmur”. A queste testimonianze si uniscono tra gli altri quelle di Valerio Flacco, Pomponio Mela e Diodoro Siculo. Scrive la studiosa «la loro autorevole testimonianza ci porta ad ammettere che tale separazione dovette essere realmente avvenuta, e che la conoscenza dell’evento era largamente diffusa fra gli studiosi antichi e considerata come certa».
Nell’opera si sostiene la loro certezza soprattutto per le tracce di natura orografica e geologica nelle prime età storiche e che, comunque, segni evidenti della frattura sono documentati anche da altri studi storici, della tradizione, e della ricerca in genere su ciò che separò la Sicilia dal continente italico nelle prime ere geologiche: azoica, paleozoica e mesozoica epoche in cui Calabria e Sicilia dovettero essere unite.
«Ciò lo prova il fatto – continua la studiosa – che nelle creste dei monti Peloritani della Sicilia, che vanno da capo Tindaro, presso Pattì, al Pizzo di Polo e Monte Scuderi e nelle vette dei monti dell’Aspromonte, si trovano terreni identici come per esempio micascisti, gneiss, graniti». Fino al Miocene le due terre erano unite e in quest’epoca dice il Geraci (1908:26) il canale di Messina era già stato originatoe il posto dell’attuale Calabria era rappresentato da cinque isole che ricoprono lo spazio che da Diamante va fino a Capo D’armi. Tali isole erano formate da un ammasso di rocce giganteste rotte e frastagliate.
Lo studio continua con l’analizzare le faglie che determinarono la costituzione geologica attuale. Per ridare unità ai due territori a partire dagli anni Venti del Novecento di inizio a pensare ad un eventuale tunnel ma che non giunse a nessuna progettazione mentre prese sempre più consistenza della realizzazione di un ponte che doveva sorgere fra Cannitello e Punta Faro come riportato negli Atti Ufficiali del Convegno Ponte di Messina nel 1953, una idea mai abbandonata che decenni dopo decenni si è giunti ad oggi con molti punti interrogativi. (pc)