I RITARDI SULLE INFRASTRUTTURE SONO TROPPI E RENDONO DIFFICILE AI CITTADINI SPOSTARSI NELLA REGIONE;
QUEL "DIRITTO ALLA MOBILITÀ" NEGATO AI CALABRESI, COSTRETTI A "FUGGIRE"

QUEL “DIRITTO ALLA MOBILITÀ” NEGATO
AI CALABRESI, COSTRETTI A “FUGGIRE”

di FRANCESCO COSTANTINO – È innegabile la diretta dipendenza tra il ritardo di sviluppo delle aree meridionali, e più in particolare di quelle calabresi e siciliane, e la inadeguata dotazione di infrastrutture e di servizi che le caratterizzano in ogni settore.

Limitando lo sguardo alle sole infrastrutture che consentono ai calabresi la mobilità delle persone e delle merci, sia interna che verso le rotte nazionali e internazionali, emerge una situazione di desolante noncuranza e sottovalutazione.

La peculiarità della Regione Calabria è quella di essere un territorio prevalentemente montano con una popolazione residente per oltre il 50% nelle aree tecnicamente classificate come “Aree Interne”.

Queste aree sono sempre più difficilmente raggiungibili utilizzando arterie stradali datate e carenti di manutenzione ordinaria programmata e straordinaria pur in presenza di fondi prevalentemente europei all’uopo destinati. 

In pratica, si registra un sostanziale abbandono di territori divenuti progressivamente sempre più inaccessibili con riflessi che si riverberano negativamente sui delicati equilibri degli ecosistemi locali generando dissesti idrogeologici i cui effetti negativi si manifestano  financo sulle aree costiere.

Sostanzialmente il sistema viario calabrese si appoggia sul versante tirrenico alle dorsali costituite dalla S.S. 18 e all’autostrada A2 e sul versante Jonico alla dorsale S.S. 106. Su queste dorsali si innestano le principali connessioni in direzione Est-Ovest rappresentate dalle trasversali di seguito indicate.

  • S.S. 534 che collega lo svincolo della A2 in corrispondenza di Firmo con Sibari;
  • S.S. 283 o trasversale delle Terme Luigiane che collega la costa tirrenica nei pressi di Guardia Piemontese con l’Autostrada A2  e la piana di Sibari.;
  • S.S. 107 Silana-Crotonese che si innesta sulla S.S. 18 presso Paola e raggiunge la S.S. 106 presso Crotone;
  • S.S. 280 che collega l’aeroporto di Lamezia con Catanzaro Lido;
  • S.S. 182 o trasversale delle Serre che collega l’A2 all’altezza di Vibo con la S.S. 106 all’altezza di Soverato;
  • S.S. 682 Jonio-Tirreno che collega lo svincolo di Rosarno dell’A2 con la S.S. 106 in corrispondenza di Gioiosa Jonica.

Le aree interne sono al loro volta collegate alle trasversali in vario modo con arterie secondarie. Le popolazioni calabresi attendono da decenni che venga completato tanto l’ammodernamento dell’autostrada A2 quanto quello della S.S. 106 Jonica. 

Intanto numerosi viadotti ed altre opere d’arte dislocate lungo il tracciato di queste fondamentali dorsali cominciano a risentire gli effetti del tempo e si avvicinano, in molti casi, alla conclusione del ciclo vitale che consente la percorrenza condizioni di sicurezza.

In siffatta condizione quello che potrà accadere a seguito dell’annunciata prossima chiusura  prolungata della galleria della Limina lungo il tracciato della S.S. 682 è facilmente prevedibile: una già precaria e limitata condizione di mobilità che riguarda un vasto bacino territoriale verrà ulteriormente aggravata per un periodo programmato in 20 mesi ma che, considerando la storia realizzativa degli interventi strutturali alle nostre latitudini, è sottoposto al rischio di subire prolungamenti insopportabili.

Nel merito specifico della chiusura della galleria avevo già in precedenza espresso la mia opinione personale su questo stesso giornale. 

Provo ora a meglio precisarla perché le proposte operative di utilizzare percorsi viari alternativi che molti suggeriscono, attesa l’ampiezza temporale del disservizio, non mi convincono.

Non  mi convincono perché la galleria di cui si parla, di lunghezza ragguardevole pari a 3200 mt, è percorribile  nelle 2 direzioni di marcia con due sole corsie senza corsie di emergenza laterali e senza spartitraffico: Una vera trappola potenziale in caso di incidente. 

Nessun intervento manutentivo potrà cambiarne la sagoma della galleria e dunque anche ad intervento ultimato avremo sempre una struttura percorribile in condizioni di sicurezza molto limitate non dissimili da quelle attuali.

Perché, allora non ritardare l’intervento manutentivo per il tempo necessario a progettare e realizzare una moderna galleria sostitutiva  a doppia canna (soluzione A), oppure realizzare una galleria ad una sola canna con corsia di emergenza (soluzione B) da utilizzare per la percorrenza in una sola direzione, rendendo successivamente la galleria esistente opportunamente manutenuta percorribile nella direzione opposta a quella della galleria di nuova costruzione. 

La tempistica realizzativa, ridotta al massimo utilizzando la procedura sperimentata per la realizzazione del ponte Morandi di Genova, dovrebbe essere la seguente. 

Prima Fase: mantenimento del traffico stradale nell’attuale galleria per tutto il tempo necessario alla realizzazione della 2^ galleria;

Seconda Fase. Questa dipenderebbe dalla tipologia scelta per la costruzione della nuova galleria in quanto, in caso di scelta per la soluzione A coinciderebbe con il solo tempo di costruzione della nuova galleria. In caso invece di scelta per la soluzione B quest’ultima dovrebbe, per un tempo corrispondente alla conclusione delle opere manutentive sulla galleria esistente, funzionare a doppio senso di marcia;

Terza Fase  tempo zero se si scegliesse la soluzione A oppure tempo corrispondente a quello occorrente per la conclusione delle opere manutentive sulla galleria esistente  se si scegliesse la soluzione B.

Il tempo per agire con fondi del Pnrr, se si scegliesse il metodo di azione ponte Morandi di Genova, ci sarebbe ancora e in ogni caso sarebbe insopportabile accettare che a determinare la scelta dovesse essere la limitatezza delle risorse finanziarie disponibili. 

Per molto meno, in altre aree territoriali, sono state recuperate e impiegate ben altre risorse. 

Ci vuole coraggio a proporre, o imporre, che venga presa in considerazione una delle 2 soluzioni prima prospettate, ma rassegnarsi a soffrire aggravamenti del diritto alla mobilità per un tempo enorme quale quello prospettato senza peraltro ottenere con gli interventi solo manutentivi  programmati significativi miglioramenti della transitabilità in sicurezza nella galleria esistente è una rassegnazione che giudico somigliante molto ad una resa rassegnata. (fc)

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