Al Museo Archeologico di Reggio Calabria prende il via domani la settima edizione della rassegna Arte (e)’ scienza, organizzata dall’Associazione Italiana di Archeometria (AIAr), rappresentata dal Presidente Mauro Francesco La Russa.
L’iniziativa sarà un’occasione per riflettere sul “gemellaggio” fra arte e scienza per la diffusione della conoscenza e la promozione del patrimonio culturale.
In tale occasione, sull’intero territorio nazionale, si apriranno le porte di musei e siti archeologici, offrendo al pubblico l’opportunità di vedere al lavoro i ricercatori di Università ed altri enti di ricerca a stretto contatto con coloro il cui mestiere è comprendere, restaurare, conservare e far conoscere le opere d’arte.
«L’iniziativa organizzata al MArRC – ha dichiarato il direttore Carmelo Malacrino, ospiterà i ricercatori Istituto per i processi chimico fisici del CNRdi Messina e del dipartimento STEBICEF dell’Università di Palermo. Il museo, quindi, si conferma, ancora una volta, non solo un luogo in cui ammirare le bellezze del passato, ma un centro in cui è possibile fare ricerca e divulgazione didattica».
«Anche quest’anno – ha spiegato Rosa Ponterio, ricercatore del CNR di Messina – nonostante le limitazioni ed i ritardi imposti dalla pandemia, ci stiamo preparando per la nostra consueta rassegna Arte e(ʹ) Scienza. Questo è diventato un appuntamento fisso al MArRC, dove siamo infatti presenti come CNR-IPCF Messina sin dal 2016».
«Durante le giornate previste – ha aggiunto – saranno allestite delle postazioni con strumentazione portatile per condividere con visitatori e studenti informazioni e delucidazioni riguardo all’utilizzo di metodologie scientifiche applicate allo studio dei beni culturali. Questa manifestazione – aggiunge- costituisce un’importante occasione per riflettere sul rapporto vitale tra i beni culturali e le metodologie scientifiche nella diagnostica e nella conservazione del nostro patrimonio artistico-culturale».
Per Maria Luisa Saladino, professoressa del dipartimento STEBICEF di Palermo «Arte e(ʹ) Scienza è un momento per mostrare ai cittadini e agli studenti come la scienza possa contribuire allo studio dei reperti archeologici in sinergia con gli esperti di altri settori come gli archeologici, i conservatori e i restauratori. La tutela dei beni culturali non è più soltanto una responsabilità degli esperti del settore ma di tutta la società e della comunità scientifica».
«Oggi – ha aggiunto – le nuove generazioni hanno a disposizione strumentazione avanzata, ma soprattutto portatile e non invasiva, tramite la quale è possibile rispondere in maniera ottimale ai quesiti posti dalle diverse professionalità legate al mondo della tutela».
La giornata di studi è organizzata con il coordinamento scientifico dei funzionari archeologi del MArRC Daniela Costanzo e Maurizio Cannatà e del funzionario restauratore Barbara Fazzari.
«Presso la sala conferenze del Museo – ha dichiarato quest’ultima – saranno allestite delle postazioni che accoglieranno dei veri e propri laboratori di spettroscopia Raman e XRF e di ricostruzione tramite laser scanner 3D. Le indagini avranno come oggetto alcuni manufatti bronzei provenienti dall’antica Locri Epizefiri. In particolare lo studio diagnostico permetterà un approfondimento della tecnica esecutiva mediante spettroscopia e un confronto tipologico tramite ricostruzione 3D». (rrc)