Domani pomeriggio, a Reggio, alle 17.30, all’Auditorium Zanotti Bianco, in scena Il duello di Agricane e Orlando, spettacolo di opera di Pupi in stile catanese a cura della Compagnia Marionettistica Fratelli Napoli di Catania.
La pièce chiude il cartellone del Centro Teatrale Meridionale diretto da Domenico Pantano.
Lo spettacolo deve la sua origine letteraria a Matteo Maria Boiardo, che lo racconta nel I libro dell’Orlando innamorato. Angelica è tornata in Oriente, ma qui viene assediata nella città asiatica di Albraca da Agricane, il re dei Tartari suo pretendente che vuole a tutti i costi farla sua e che si è impadronito del prodigioso cavallo di Rinaldo, Baiardo. In aiuto degli assediati giunge inaspettato Orlando, anch’egli innamorato di Angelica, che dà prove di straordinario valore: Agricane decide di attirarlo in un bosco lontano dal campo di battaglia, fingendo di fuggire, per affrontarlo in un duello singolare e ucciderlo.
I pupari catanesi, mettendo in scena l’episodio, ne fecero una delle “serate” più belle della Storia dei Paladini di Francia: in un cavalleresco duello di tre giorni e tre notti si confrontano l’amore puro e ingenuo di Orlando per Angelica e l’amore tramutato in odio del forte e generoso Gran Khan dei Tartari ricusato dalla principessa indiana.
La metafora dell’eterna lotta del Bene, rappresentato dai paladini, contro il Male, incarnato di volta in volta nel perfido traditore Gano di Magonza, in furfanti di strada travestiti da eremiti, nei saraceni cattivi, nei giganti, nei draghi, è la cifra essenziale di questo spettacolo antologico, che propone tutti gli aspetti essenziali dell’Opera dei Pupi catanese.
Poi la proposta di tutti gli ingredienti spettacolari che costituiscono il fascino dell’Opera dei Pupi: le armature luccicanti, la ricchezza dei costumi, le scene con le loro fughe prospettiche, i combattimenti con il ritmo trascinante di una danza delle spade, il sangue che scorre sulle armature. Infine la riflessione critica dell’uomo comune sui problemi dell’esistenza mediata dalla bonomia, dall’arguzia, dalla comicità di “Peppininu”, la maschera del teatro dei pupi di tradizione catanese, capitato non si sa come in Francia al servizio dei Paladini che egli segue nelle loro avventure.
Un altro appuntamento imperdibile con il teatro, per un pubblico di tutte le età, suggellerà una ricca e varia stagione: dalla grande prosa alla commedia, dal varietà al balletto, dagli spettacoli per famiglie ai concerti. Tanti momenti che hanno avuto un ampio e significativo consenso di pubblico.
Una vera Festa della Cultura, a chiusura di due anni complessi per il mondo dello spettacolo dal vivo, che finalmente può guardare con fiducia al futuro. (rrc)