L’assessorato ai Diritti civili del Comune di Rende di concerto con la Consulta Pari Opportunità, hanno lanciato un appello per la Pace in vista della Giornata internazionale della donna, con l’hashtag #
«Una ricorrenza che, mai come in questo delicato momento storico – ha dichiarato l’assessore Lisa Sorrentino – ci preme celebrare sostenendo la resistenza quotidiana e l’autodeterminarsi di tutte le donne, ad ogni latitudine. Da una parte c’è chi continua a fomentare la cultura militare e a sostenere i conflitti armati, dall’altra c’è chi resiste, chi ritiene che la pace sia la precondizione per costruire un mondo migliore, più equo, più vivibile e le donne in tutto questo hanno un ruolo determinante».
«Movimenti di resistenza e per la pace – ha aggiunto – in cui le donne sono protagoniste sono presenti in molti territori devastati dalle guerre e così reti di solidarietà al di là dei confini nazionali e delle differenze etnico-religiose in cui le donne sono le principali portavoce. L’agire delle donne è essenziale nei processi di costruzione e anche di ricostruzione della pace dopo i conflitti militari. Questo anche perché le donne ancora oggi continuano a sentire il peso di una oppressione patriarcale frutto di quello stesso sistema che genera conflitti e che si fonda sull’intimo legame tra violenza e superiorità fisica, sul disprezzo della debolezza sul culto della forza, sulla dicotomia maschio/femmina e sulla distorsione e l’uso di stereotipi che trasformano la differenza in disuguaglianza».
Consulta e assessorato alle pari opportunità aderiscono poi alla mobilitazione regionale lanciata da Non una di meno Lamezia Terme-Catanzaro con lo sciopero femminista e transfemminista contro ogni forma di violenza e oppressione previsto martedì pomeriggio alle h 17,00: «I nostri territori ospitano basi militari, producono armi, i nostri Governi ne hanno appena autorizzato l’export: la guerra ci riguarda, la sua logica purtroppo ci pervade, anche quando ci sembra lontana».
«Schierarsi per la pace non significa non avere coraggio, significa opporsi ad ogni forma di gerarchica e di dominio, significa anche e soprattutto scardinare l’immagine che la società ha della donna, significa rivendicare l’autodeterminazione e la costruzione di un mondo basato su altri sistemi possibili, che non prevedano la sopraffazione, ma l’orizzontalità, il riconoscimento dell’altr* a prescindere dall’orientamento sessuale, dalla razza o dalla religione», ha proseguito Sorrentino annunciando che: «per l’occasione il museo Civico sarà colorato di fucsia, simbolo di lotta e liberazione».
Il presidente della Consulta Pari Opportunità e Diritti Umani del Comune di Rende, Federico Cerminara sostiene che «ben altre sono le battaglie che bisogna portare avanti, battaglie di civiltà, finalizzate a realizzare l’effettiva eguaglianza ed equità per tutte le categorie discriminate, battaglie le cui armi sono la cultura ed il diritto, per la conquista non di territori ma di spazi di vita degni di essere vissuti. In questa visione l’8 marzo è una data importante perché ricorda al contempo il punto di arrivo di queste battaglie per molte donne ma al contempo un nuovo punto di partenza per il raggiungimento di nuovi diritti, coscienti che questa continua diatriba tra forze conservatrici e forze progressiste rappresenta una tenzione continua, dove a nuovi attacchi rispondono nuove resistenze».
«Spezzare le catene patriarcali vuol dire adoperarsi per gettare le basi di un mondo realmente inclusivo in cui non vi sia spazio alcuno per “guerre umanitarie”, “guerre in difesa dei diritti umani” e per varie alte connotazioni e giustificazioni prettamente morali che sorreggono solo ed esclusivamente gli interessi e i rapporti di forza nelle relazioni internazionali», ha concluso l’assessora alle pari opportunità. (rcs)