IL DOSSIER DI LEGAMBIENTE RILEVA UN MODESTRO INCREMENTO MA REGGIO E CROTONE RESTANO INDIETRO;
Raccolta differenziata

RIFIUTI, ANCORA POCHI I COMUNI RICICLONI
IN CALABRIA MANCANO I DATI EFFETTIVI

di ANTONIETTA MARIA STRATI – Su 404 Comuni calabresi, 91 sono “ricicloni” e 25 di questi sono Rifiuti free. È quanto è emerso dal dossier Comuni ricicloni della Calabria, giunto alla quarta edizione, presentato da Legambiente Calabria in Cittadella regionale. Dati che rivelano che la nostra regione ha intrapreso la strada giusta nella lotta ai rifiuti ma che, allo stesso tempo, indicano una forte disomogeneità territoriale del processo di diffusione della raccolta differenziata. A fronte dell’esempio virtuoso di alcuni territori, esistono criticità molto importanti, in particolare nella provincia di Crotone che continua ad avere dati bassissimi (la raccolta differenziata è al 27% che diventa addirittura 12% a Crotone città), seguita dalla provincia di Reggio Calabria (in cui la RD al 32,3 % ed è di poco superiore nella città capoluogo 37,4%).

Ad aprire i lavori dell’Ecoforum, la presidente di Legambiente Calabria Anna Parretta. Le sessioni sono state coordinate da Laura Brambilla, responsabile nazionale di “Comuni ricicloni” di Legambiente; Caterina Cristofaro, direttrice Legambiente Calabria ed Emilio Bianco, curatore Dossier Comuni Ricicloni. Le conclusioni, invece, sono state affidate al presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani. Premiati, infine, le amministrazioni virtuose.

Hanno preso parte all’incontro anche il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto; Gianfranco Comito, dirigente generale dipartimento ambiente e territorio della Regione; Gabriele Alitto, dirigente Unità operativa dell’economia circolare della Regione; Francesco Sicilia, direttore generale Unirima; Domenico Pappaterra, direttore generale Arpacal; Fabio Costarella, responsabile area progetti territoriali speciali Conai; Carmine Pagnozzi, direttore tecnico Biorepack.

Tante le storie e le esperienze raccontate nel corso del forum insieme a Maria Teresa Celebre di Calabra Maceri; Salvatore Procopio, fisico sanitario; Monica Nardi, Università Magna Graecia di Catanzaro; Enrico Ambrogio, presidente Ecotyre. Per le buone pratiche dal territorio: Pasqualina Tripodi (Pasly artdesign), Flavia Amato (Malìa Lab), Roberta Caruso (Project manager Home 4 Creativity).

È stata la presidente Parretta, a presentare gli obiettivi di questa quarta edizione, evidenziando i dati più salienti contenuti nel Dossier. Su 404 comuni calabresi, sono 91 i comuni ricicloni tra i quali soltanto 25 i comuni rifiuti free, ovvero i comuni che oltre a svolgere correttamente la raccolta differenziata hanno ridotto anche la produzione del secco residuo, con in testa il comune di Gimigliano, in provincia di Catanzaro. La Calabria, secondo i dati Arpacal, registra anche un aumento della raccolta differenziata raggiungendo nel 2020 il 48% (rispetto al 41,3% del 2019).

«In Calabria – ha dichiarato Parretta – si registra un lento miglioramento della raccolta differenziata,  ma insufficiente rispetto agli obiettivi che la nostra regione avrebbe dovuto raggiungere da anni nel rispetto delle direttive europee. Infatti a livello nazionale siamo penultimi nella classifica relativa alla raccolta differenziata. Non è più sostenibile,  in base alla legislazione vigente, anche solo pensare di gestire la questione rifiuti con l’apertura di nuove discariche o con l’ampliamento di quelle esistenti come nel caso di Scala Coeli: soluzioni inadeguate, anacronistiche ed illogiche».

«È necessario – ha concluso Parretta – utilizzare le risorse economiche incluse quelle del PNRR con grande realismo e consapevolezza per mettere in campo le necessarie iniziative e realizzare i progetti per costruire, in tutte le province calabresi,  impianti  tecnologicamente avanzati per il trattamento dei rifiuti ed il loro riciclo  come ad esempio biodigestori anaerobici per produrre compost e biometano superando le attuali gravissime carenze del parco impiantistico calabrese».

Nella sessione dedicata alla gestione virtuosa dei comuni, la responsabile nazionale dei comuni ricicloni, Laura Brambilla, ha dichiarato che «esistono tante eccellenze in Calabria – ha detto – e con questa iniziativa le abbiamo voluto premiare, però ci sono comuni con percentuali di RD molto bassi e quindi la Calabria rimane sempre ferma rispetto agli obiettivi da raggiungere. Inoltre, dobbiamo evidenziare che dai dati Arpacal in nostro possesso, mancano all’appello molti comuni, magari esistono più comuni ricicloni, ma non sono stati comunicati».

A margine dell’iniziativa, si è tenuto un incontro privato tra il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani, la presidente regionale Anna Parretta ed il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto che nella prossima settimana si incontreranno nuovamente per discutere dei tanti temi ambientali della regione.

«L’incontro con il presidente Occhiuto – ha dichiarato Ciafani – è servito a focalizzare le questioni concrete da mettere in campo nei prossimi mesi per superare la stagione delle discariche e degli inceneritori. Serve realizzare impianti e bisogna costruire il consenso sul territorio e su questo la Regione può avere strumenti utili, come è successo con la Regione Toscana che ha approvato una legge sulla partecipazione, per fare il dibattito pubblico per i progetti che riguardano le infrastrutture della transizione ecologica».

«Abbiamo parlato – ha proseguito – di come potenziare la raccolta differenziata, che è fondamentale farlo sia nei comuni più grandi, a partire da Reggio e da Lamezia, che da quelli piccoli e costieri che poi diventano grandi città durante l’estate, e penso alle tante iniziative sulla falsa riga delle campagne che abbiamo fatto con Ricicla Estate. È necessario anche garantire equità nel ciclo dei rifiuti: i comuni più bravi devono pagare meno in discarica, rispetto a quelli meno bravi. Ed anche per quanto riguarda i rifiuti domestici chi produce meno rifiuti da avviare a smaltimento deve pagare di meno, modificando, rispettivamente, l’ecotassa regionale e l’obbligatorietà della tariffa puntuale in tutti i comuni, come hanno fatto Emilia Romagna e Lazio».

«Abbiamo parlato – ha concluso – anche di rinnovabili. Stiamo vivendo settimane terribili a causa del conflitto in Ucraina, ci dobbiamo liberare presto del gas, che viene utilizzato per metà per l’elettricità. Per liberarci del gas bisogna presto sviluppare le rinnovabili, bisogna realizzare sia impianti piccoli che grandi. Abbiamo chiesto alla Regione di promuovere gli impianti eolici a terra e a mare, che si possono fare anche a distanza dalle coste, per produrre tanta elettricità e cancellare anche dal panorama calabrese, ciminiere di centrali sia attive che spente che rischiano di essere riattivate come nel caso della centrale di Rossano».

Il direttore generale dell’Arpacal, Pappaterra, ha invece posto l’accento sul fatto che «pur presentandosi un trend in moderata crescita che lascia ben sperare per il futuro, ci sono ancora Comuni in Calabria , circa un terzo sul totale, che ancora non comunica i dati sulla produzione dei rifiuti. Da quest’anno, con il sistema di tracciabilità dei rifiuti mySIR, voluto dalla Regione Calabria, noi saremo nelle condizioni di acquisire meglio i dati ambientali provenienti dai Comuni».

«Mi rivolgo ad Anna Parretta, presidente regionale di Legambiente Calabria – ha aggiunto – che sta facendo un lavoro egregio, e voglio dire che dobbiamo ammettere che ancora ci stanno certe logiche legate ad un ambientalismo troppo ideologico, che non tiene conto delle esigenze che la transizione ecologica richiede. Molti in Calabria, forse, sono stati catturati ancora dalla sindrome NIMBY (Not in my backyard, ndr), e tra non molto lo scenario ritornerà ad essere emergenziale in materia di rifiuti. Possiamo continuare a stressare le stesse discariche sinora operative, senza dare una soluzione di prospettiva ed in una condizione di continua emergenza? Fino a qualche anno pensavamo ai termovalorizzatori, ora la tecnologia propone altre tecnologie più sostenibili. Un regione come la Calabria non può rimanere priva di un impianto pubblico».

«Si è parlato molto della tematica dell’economia circolare – ha proseguito Pappaterra – e dobbiamo fare un passo in avanti. Non possiamo solo declamarla, ma va praticata. Su 70 miliardi previsti nel PNRR ci sono appena 2 dedicati all’economia circolare. Sui dati prodotti dal Catasto rifiuti dell’Arpacal, il dato che viene fuori, incrociando i dati dei comuni con quelli degli impianti che lavorano i rifiuti al fine della verifica puntuale, qui in Calabria non siamo all’anno zero. Registriamo una forte impennata di Vibo Valentia dei dati della differenziata, e la provincia di Catanzaro che  si conferma virtuosa».

«Abbiamo ancora serie criticità nel Crotonese e Reggino – ha proseguito – in quest’ultima provincia abbiamo dati disarmanti con circa il 50% dei Comuni che non comunica i dati. Si tratta della provincia con maggiore popolazione e produzione di rifiuti che incide decisamente sul valore complessivo regionale. Dati che non possono rimanere tali. Sui comuni, alcuni di essi saranno premiati oggi, anche dai nostri dati confermiamo le ottime performance di comuni del cosentino e del catanzarese».

«Un’ultima anticipazione – ha concluso Pappaterra – riguarda MySIR, sistema di tracciabilità voluto dalla Regione Calabria: ad oggi 179 comuni hanno trasmesso i dati sui 404 calabresi, se fossero confermati questi dati sarebbero risultati eccellenti, anche se è prematuro giudicare su queste proiezioni che ci darebbero ora al 59%». (ams)