ELEZIONI / IL TERZO DEI NOSTRI INEDITI IDENTIKIT DEI QUATTRO CANDIDATI IN CORSA PER LA REGIONE;
Roberto Occhiuto

ROBERTO OCCHIUTO, IL “PREDESTINATO” VITTORIA FACILE, CAMPAGNA MOLTO SOFT

dalla REDAZIONE ROMANA – Un predestinato. Ci arriva con undici anni di ritardo (peraltro costellati di successi in ambito nazionale) all’appuntamento con la presidenza della Regione. Correva il 2010 e l’UdC, all’epoca molto forte in Calabria, veniva tirato dalla giacchetta da destra e sinistra. Per strappare lo scudocrociato all’abbraccio con Peppe Scopelliti (poi eletto), il Partito Democratico offriva su un piatto d’argento la candidatura alla presidenza (e la probabile elezione) al giovane e rampante deputato Roberto Occhiuto, all’epoca quarantenne e pupillo di Pierferdinando Casini.

Era pronto, il PD, a scaricare il presidente uscente, Agazio Loiero, dato perdente dai sondaggi, cosa poi puntualmente avvenuta.

L’UdC calabrese, ago della bilancia retto dai fortissimi colonnelli Franco Talarico e Michele Trematerra, decise invece per l’alleanza con il centrodestra e Occhiuto, molto ossequioso delle scelte del partito, restò disciplinatamente al suo posto.

Per uno stranissimo gioco del destino, colui che doveva e poteva essere il candidato presidente del centrosinistra nel 2010 rischia di essere il presidente della Regione in quota centrodestra nel 2021. Ma cos’è la politica se non lo specchio degli scherzi che la vita riserva?

Dietro quella faccia da bravo ragazzo della porta accanto, si cela un politico molto abile e astuto, allevato in ambiente democristiano, che ama la mediazione e non disdegna affatto l’esercizio del potere.  Possiede quel pizzico di cinismo, ereditato dalla più felice tradizione andreottiana della Dc, che gli permette di centrare gli obiettivi e di sventare le manovre, i tranelli e gli attacchi anche feroci che gli vengono mossi (è di ieri, tra l’altro, la prima pagina del Domani che insinua dubbi sulla sua correttezza).

Nato a Cosenza il 13 maggio del 1969 sotto il segno del Toro, ostenta con orgoglio le radici popolari e la circostanza che il padre “vendeva frutta al mercato”.

È legatissimo alla famiglia d’origine, ai fratelli (in particolare a Mario, architetto di successo e sindaco uscente di Cosenza), alla mamma a cui ha dedicato il 27 luglio un toccante post su facebook (“Mamma è preoccupata, lo sa che governare la Calabria non è facile, conosce i rischi di fare politica qui e teme anche lei che sia una mission impossible. Mà, tranquilla. La Calabria si può cambiare”).

D’altronde, nei giorni difficili alla fine del 2019, quando i veti di Salvini affondarono la candidatura alla presidenza della Regione del fratello Mario (e poi in successione la sua), non ebbe esitazione a dire ai vertici di Forza Italia: «Tra il cognome e l’appartenenza politica, scelgo il primo». Sembrava un annuncio di addio, poi tutto è rientrato, al punto che Roberto è stato ricompensato da Berlusconi con il ruolo prestigioso di capogruppo alla Camera. Politicamente è molto legato ai ministri Renato Brunetta e Mara Carfagna, mantenendo nel contempo buoni rapporti con Antonio Tajani e soprattutto con Licia Ronzulli, la fedelissima del Cavaliere.

Governato da un segno di Terra, Occhiuto ha tutte le caratteristiche del Toro: molto metodico, lento, porta a termine tutti gli scopi che si prefigge. Gli piace ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo, come recitano i manuali di astrologia, e questo spiegherebbe una campagna elettorale a fari bassi, senza scossoni, molto sobria.

È stato un enfant prodige della politica cosentina. Consigliere comunale della DC a soli 24 anni, consigliere regionale a 31 anni, deputato a 39 anni. È il più giovane tra i quattro candidati alla presidenza e sottolinea questo aspetto con un look molto informale, capelli cortissimi, in preferenza jeans e camicia bianca, scarpe di tendenza.

Giornalista pubblicista, ha un passato di editore (il network televisivo formato da Ten, Telestars, Rete Alfa) e un futuro da imprenditore agricolo. Ha rilevato nel 2019, assieme a Paolo Posteraro e Valentina Cavaliere, l’azienda “Tenuta del Castello” , situata a Montegiordano tra Calabria e Basilicata, dove produce vini ed olio. I suoi “gioielli” sono i rossi “Soprano dello Jonio” e “Narobio”, il bianco “LePanio” e il rosato “Pian delle Rose”, di cui va ovviamente molto orgoglioso. In un post di Ferragosto, ha pubblicato una foto in cui brinda, felice, con un calice del suo vino “made in Calabria”.

È amante dei social, delle nuove tecnologie, della modernità, consuma almeno due batterie di cellulare al giorno. Non gli manca un filo di autoesaltazione che un po’ guasta il suo profilo sobrio. «Potevo fare il ministro, lascio un ruolo di primissimo piano, i riflettori nazionali, ma ho scelto la Calabria». Tutto si perdona ad un predestinato. (rrm)

> DOMANI IL RITRATTO DI MARIO OLIVERIO

(Il profilo di Amalia Bruni è stato pubblicato martedì 21 settembre, quello di Luigi De Magistris mercoledì 23)

 

IDENTIKIT DEL CANDIDATO ROBERTO OCCHIUTO
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Luogo e data di nascita: Cosenza 13 maggio 1969

Segno zodiacale: Toro

Stato civile: separato, 2 figli

Professione:Deputato, Capogruppo di Forza Italia alla Camera

PUNTI DI FORZA

L’immagine di politico nazionale

La sobrietà della campagna elettorale

Liste molto forti

PUNTI DI DEBOLEZZA

Percepito come politico di lungo corso

Percepito come continuità del vecchio sistema

Il ticket con l’”odiato” Spirlì

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