È un romanzo avvincente La bolgia dei dannati di Marcello Vitale (edizioni Cairo) che è stato presentato venerdì allo Spazio Tritone della Fondazione Sorgente Group, accolto e festeggiato dal presidente Valter Mainetti e la moglie Paola.
Marcello Vitale, presidente aggiunto onorario della Cassazione e già Presidente della Prima Sezione penale del tribunale di Roma, non è al suo primo romanzo (ne ha pubblicati quattro). Calabrese, con l’orgoglio dell’appartenenza a una terra difficile, Vitale racconta di un omicidio in un legal thriller che si dipana in un’inchiesta intricata e molto complessa. È ambientato in Calabria, dove il protagonista (un magistrato con caratteristiche oggi sempre più rare da trovare) torna dl Nord a lavorare per scelta personale. È l’occasione per ritrovare i profumi della terra che gli ha dato i natali, ma che allo stesso tempo lo costringerà a fronteggiare non solo situazioni di mafia, ma anche sette occulte, dark web e mille altre difficoltà quotidiane. Introdotto dal direttore de Il Foglio Claudio Cerasa, Marcello Vitale ha parlato del suo romanzo con il magistrato Valerio De Gioia e il giornalista e scrittore Emilio Orlando.
«Cerco di trasfondere nelle mie opere – ha detto Vitale – le esperienze umane e culturali. In magistratura, peraltro, specie nel campo penale, le esperienze non mancano. Ne La bolgia dei dannati, ho inteso trasferire lo scenario di questa società inquieta, caduta nella “bolgia” del Covid, ma già sprofondata nel disastro ambientale e ora nella guerra. Una società impregnata di cattiveria, sete di denaro, erotismo da frustrati. Dove anche la tecnologia e il web in particolare, diventa un ambiente per community criminali e per lo sviluppo di sette diaboliche». (s)