Giacomo Saccomanno, commissario regionale della Lega, ha ribadito come sia necessario dare lavoro e sostegno ai giovani per contrastare l’emigrazione: «sono anni – ha spiegato – che i ragazzi non tornano più nella terra natia, ma sono costretti, per poter realizzare i propri sogni, ad andare in altre regioni ed anche all’estero».
«Una emorragia profonda, pesante – ha proseguito Saccomanno – continua, che ha privato la Calabria delle migliori risorse umane. Cosa è stato fatto finora di concreto e di strutturale? Quasi nulla! Ecco la necessità che vi siano reali politiche giovanili, che tendano a realizzare quelle occasioni che in altri territori esistono e che, invece, la Calabria nega alle nuove generazioni. Su questo, e su tanto altro, la classe politica deve interrogarsi e cercare di trovare soluzioni che consentano di porre un freno a questa tendenza derivante dal fallimento di coloro che hanno nel passato gestito la cosa pubblica e le relative iniziative».
«Ed ecco – ha aggiunto – la necessità indispensabile, per contrastare l’emigrazione, di incentivare il lavoro, di regolare seriamente i fondi per le aziende che assumono, di individuare misure finanziarie adeguate a sostenere le attività e le società giovanili. Non bandi clientelari, ma misure vere e concrete derivanti da uno studio serio sulle innumerevoli possibilità che la nostra terra offre».
«Si tratta – ha spiegato ancora – di individuare in modo oggettivo una politica sociale, economica ed imprenditoriale per contrastare l’esodo e ripopolare la Calabria con i nostri figli. La regione deve farsi carico di effettuare una ricerca di mercato reale e, conseguentemente,
«È giusto aiutare e sostenere chi ha bisogno – ha concluso – ma è anche corretto che costoro possano lavorare e non continuare con un assistenzialismo che genera, spesso, situazioni di depressione e di mancanza di fiducia in sé stessi. Senza aggiungere che l’unico modo per contrastare puntualmente il sistema ‘ndranghetistico è quello di offrire alle nuove generazioni delle alternative e la possibilità di vivere nella normalità e non nella povertà economica e culturale». (rcz)