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Sanità, Occhiuto: È indispensabile riformare reclutamento medici

Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ha evidenziato come nella sanità servono non solo risorse ma, soprattutto, quanto sia indispensabile riformare il reclutamento medici.

Nel suo intervento a Tg1 Mattina, Occhiuto ha ricordato che «la mia regione è stata governata nella sanità dall’esecutivo nazionale, perché è commissariata da oltre dieci anni. Ciò vuol dire che non abbiamo un assessore regionale alla sanità. Certo, da un anno sono io il commissario, ma prima abbiamo avuto a svolgere questo ruolo generali dei Carabinieri o della Guardia di Finanza».

«Abbiamo avuto un commissariamento da parte del governo – ha spiegato – che non ha prodotto risultati: non è stato accertato il debito, non è aumentata la qualità delle prestazioni sanitarie. Ho raccolto una sanità in macerie. C’è bisogno di risorse, ma soprattutto di riformare un aspetto che è stato molto trascurato negli ultimi anni, quello relativo al reclutamento dei medici. Io vivo un problema gigantesco legato alla carenza dei medici, così come lo vivono le altre Regioni: sappiamo tutti che i Pronto Soccorso in Italia hanno difficoltà a reperire personale sanitario».

«Nei reparti ospedalieri c’è questa carenza – ha continuato – anche perché per anni non sono state finanziate le borse di studio che servivano per colmare questi vuoti, e questo accade ancor di più in una Regione come la mia che ha un sistema sanitario poco attrattivo.
Ora sta succedendo anche che molti medici si dimettono dal pubblico per andare a lavorare nelle cooperative a gettone, facendo spendere ai sistemi sanitari 120-130 euro a ora. In Calabria si richiedono anche 150 euro per un turno di ora che equivale, per otto ore, a circa 1200 euro e quindi 50mila euro al mese».

«Allora, bisogna intervenire dando la possibilità ai medici che già operano nel pubblico – ha proseguito – di guadagnare un po’ di più e in condizioni migliori. È un tema di numeri ma anche di incentivazioni. A volte si discute soltanto delle risorse, e questo vale anche per il Pnrr, ma non a sufficienza delle riforme che nel nostro Paese varrebbero più delle risorse».

Il Governatore, poi, ha parlato del Reddito di Cittadinanza.

«Sul reddito di cittadinanza – ha ricordato – credo di essere stato l’unico esponente del centrodestra che ha sollevato qualche perplessità sulla riforma. Considero questa misura un grande errore dei 5 Stelle, ma ad un errore si deve riparare con una soluzione».

«Per cui, se non si riforma il meccanismo che permette di incrociare domanda e offerta di lavoro – ha evidenziato – è difficile pensare che, ad esempio, in una Regione come la mia si possa trovare un’occupazione in soli sei o otto mesi. Credo che il reddito di cittadinanza, nella parte che riguarda le politiche attive del lavoro, sia stato un grande errore, ma a questo errore si deve trovare una soluzione.
Se lo si cancella soltanto, in una Regione come la Calabria, nella quale ci sono 240mila percettori, può essere un problema».

Parere positivo, poi, per l’iniziativa del ministro Nordio: «Questo è il primo governo di centrodestra dopo tanti anni, con un magistrato ministro della Giustizia. Giudico positivamente il fatto che Nordio abbia avuto il coraggio di proporre certi temi, forse partendo da una posizione che è più favorevole a fare le riforme, proprio perché è un magistrato che è stato in trincea», ha detto Occhiuto.

«Nordio, ad esempio – ha spiegato il Governatore – è ancora più credibile quando dice che a volte c’è stato un abuso delle intercettazioni. Le intercettazioni sono uno straordinario strumento d’indagine. Lo dico io che governo una Regione nella quale è importante non avere alcun cedimento nell’attività di contrasto ai poteri criminali, ma a volte le intercettazioni sono diventate uno strumento di lotta politica.
La separazione delle carriere è un altro punto che Forza Italia ha sempre evocato come necessario per riformare il sistema della giustizia. Così come l’obbligatorietà dell’azione penale: se i magistrati sono bravi hanno la possibilità di stabilire quali attività vadano perseguite e quali no».

«Probabilmente queste riforme non sono state ancora fatte – ha detto –  perché da tanti anni non c’è un governo con una maggioranza coesa come quella attuale. Questo è un governo che ha una maggioranza politica che in Italia non vedevamo dal 2011.
Quindi, probabilmente questo esecutivo è nella condizione di fare ciò che governi con coalizione più larghe, che paradossalmente nascevano per realizzare cose più coraggiose, non sono riusciti fare». (rrm)