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Sanità privata, sindacati incontrano la struttura commissariale ma è fumata nera

È fumata nera per l’incontro avvenuto per il mancato rinnovo contrattuale Aiop/Aris Sanità privata tra i segretari di categoria Baldari e Sciolino per Fp Cgil, Giordano e Rubino per Cisl Fp e Bloise per Uil Fpl per le Associazioni datoriali, i rappresentanti di Aiop e Aris, Anaste, Agidae, Uneba, Anisap, Andiar, Federlab e il sub-commissario Esposito.

I segretari di categoria hanno rappresentato unitariamente le ragioni della vertenza nazionale riguardo il mancato rinnovo contrattuale Aiop/Aris Sanità privata e per il contratto unico Aiop/Aris Rsa che interessa oltre 200mila unità su tutto il territorio nazionale, che forniscono importanti servizi ospedalieri, riabilitativi, territoriali, socioassistenziali.

In ragione dei lunghi blocchi contrattuali che sembrano reiterarsi, 14 anni per il Ccnl Sanità privata (rinnovato una sola volta nel 2020 sul triennio 2016/18) e la lunga attesa verso il contratto unico per Aiop/Aris Rsa da chiudersi entro giugno 2024 con salari fermi al 2012, le lavoratrici e i lavoratori di questo comparto hanno aderito in massa allo sciopero dello scorso 23 settembre indetto dalle organizzazioni sindacali che hanno chiamato in causa anche le Regioni, chiedendo la revoca degli accreditamenti per le strutture che non rinnovano i contratti o applicano contratti poco dignitosi.

Anche nell’incontro che si è tenuto ieri in Calabria, i rappresentanti sindacali hanno espresso la necessità di porre dei vincoli negli accreditamenti regionali, revisionando l’attuale regolamento e coinvolgendo le organizzazioni sindacali al fine di assicurare omogeneità di trattamento retributivo e di condizioni di lavoro garantiti da puntuali rinnovi contrattuali, nel rispetto del principio che a uno stesso lavoro debbano corrispondere lo stesso salario e gli stessi diritti.

Tutte le parti datoriali presenti al tavolo, anche quelle non direttamente interessate ai rinnovi contrattuali oggetto della convocazione, hanno comunicato che i rinnovi contrattuali per loro sono condizionati alla modifica delle tariffe che vanno incrementate ed ai finanziamenti che in questo senso saranno a loro destinati dal governo e dalla Regione a cui hanno chiesto conto anche del mancato rimborso delle spese sostenute durante la pandemia, aggiungendo infine che, data la lievitazione dei costi, potrebbero essere a rischio a breve i livelli occupazionali.

Il Commissario Esposito ha esposto i limiti finanziari a cui è sottoposta la Calabria, quale regione vincolata al piano di rientro, ed ha anche comunicato che il 70 per cento delle tariffe calabresi, benché datate, superano la media delle tariffe nazionali e quindi la Regione ha pochi margini finanziari su cui poter fare leva.

«Alla luce di quanto emerso dall’incontro – si legge in una nota – resta intatta la distanza tra le rivendicazioni avanzate dalle organizzazioni sindacali a livello nazionale e locale e le parti datoriali che legano indissolubilmente e unicamente il trattamento dei lavoratori ai finanziamenti istituzionali. (rcz)