di FRANCO BARTUCCI – La nuova farsa delle Terme Luigiane. Una brutta pagina è stata scritta ieri dai Sindaci dei Comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese, nonché dell’assessore regionale alle attività produttive, Fausto Orsomarso, visto in coincidenza in diretta in una trasmissione televisiva, che non si sono presentati questo pomeriggio all’incontro organizzato dal Presidente facente funzioni Spirlì per risolvere la questione delle Terme Luigiane, suscitando nei lavoratori rabbia, delusione e vergogna per quanto accaduto. Della loro assenza non è stata data alcuna giustificazione; eppure si trattava di assicurare una continuità lavorativa a 250 lavoratori delle stesse Terme e le cure termali agli oltre ventiduemila curanti che annualmente frequentano questo gioiello calabrese termale. Il presidente Spirlì per dare seguito all’impegno preso con i lavoratori ha pure rinunciato ad un incontro istituzionale romano.
«Un gesto inqualificabile, sia sul piano dell’educazione che su quello istituzionale» – hanno dichiarato i lavoratori perplessi per il comportamento tenuto da questi illustri figure del nostro firmamento politico calabrese. Un autentico schiaffo in faccia inferto, non solo alla Regione Calabria, ma anche alla persona di Nino Spirlì. Una vergognosa offesa a noi Lavoratori, oltre che al Sindacato, agli imprenditori ed all’intero territorio.
«Con un tale atteggiamento, i Sindaci hanno calato la maschera, vanificando tutto il percorso da noi proposto e sollecitato – hanno proseguito – per giungere ad un ragionevole compromesso,al fine di assicurare la salvaguardia dei livelli occupazionali e la continuità del servizio pubblico termale. I Sindaci, infatti, dopo avere rinnegato l’Accordo solennemente firmato in Prefettura nel 2019 e ratificato dai rispettivi Consigli Comunali, hanno, in sequenza, proceduto alla violenta spoliazione del compendio termale, rifiutato la proposta avanzata dalla CISL, respinto al mittente quella avanzata dalla Sateca, completamente ignorato quella della Curia vescovile e, da ultimo, mortificato l’autorevole mediazione del Presidente della Regione».
«Nel contempo, gli stessi Sindaci – prosegue la nota dei lavoratori – hanno letteralmente sabotato le Terme Luigiane: hanno interrotto il flusso dell’acqua delle sorgenti termali, provocando così un danno alla condotta termale che, se protratto ulteriormente, può divenire irreversibile. Con la definitiva perdita del patrimonio idrotermale appartenente alla Regione Calabria che, attualmente, stanno sversando in un torrente attraverso uno scarico abusivo. Esattamente l’opposto di quanto previsto dalla Legge Regionale, che fa obbligo ai concessionari di salvaguardare e sviluppare adeguatamente il patrimonio idrotermale, nel rispetto del preminente interesse pubblico».
I lavoratori delle Terme Luigiane, preso atto di quanto è accaduto oggi, considerata l’evidente incapacità di gestire e di valorizzare la risorsa termale e, al contrario, la palese volontà di distruggere una ‘scomoda’ realtà aziendale ed una risorsa ambientale inestimabile, hanno testualmente dichiarato che: «Non possiamo che ribadire la nostra richiesta al Presidente Spirlì di assumere un provvedimento forte ed immediato, che assicuri la sopravvivenza delle Terme Luigiane e delle famiglie dei Lavoratori, con la revoca della concessione ai Comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese e l’assunzione diretta della responsabilità da parte della Regione».
Sull’accaduto è pure intervenuto il segretario della Cisl di Cosenza, Gerardo Calabria, presente anch’egli all’incontro, dichiarando che i due Sindaci boicottando il tavolo di lavoro, convocato dal Presidente Spirlì, si sono assunti una responsabilità grave. «Non riteniamo giusta – ha dichiarato il sindacalista – la scelta fatta dai due Comuni. Correttezza ed etica politica vuole che si partecipi e si discuta nel trovare le giuste soluzioni. Visto che da mesi sbandierano la tutela dell’occupazione dei lavoratori delle Terme Luigiane, con la loro assenza hanno dimostrato il contrario».
Tutti i lavoratori si ritroveranno oggi in riunione telematica in assemblea per decidere le iniziative da intraprendere. (fba)