PERCHÉ NON VOLA L’AEROPORTO DI REGGIO
LIMITAZIONI CHIARAMENTE PRETESTUOSE

di PASQUALE AMATO e DOMENICO GATTUSOAlla luce dei fatti emersi di recente circa l’operatività dell’Aeroporto dello Stretto, occorre che le autorità di governo (Città Metropolitane di Reggio e Messina, Regioni Calabria e Sicilia, Governo nazionale) assumano con immediatezza una serie di scelte determinate, al fine di rilanciarne il ruolo strategico e internazionale. 

A seguito della riunione al Mit del 19 luglio scorso, tra il  Ministro Salvini ed i vertici Enac, Enav e Sacal, è stato diramato un comunicato stampa che menziona un avviso Enac importante: «I requisiti di qualificazione dell’equipaggio di volo per il trasporto aereo commerciale con aerei complessi sono sospesi. Gli operatori effettuano una valutazione dei rischi per la pista 15/33. La pista 15 dev’essere considerata preferenziale per le operazioni». Ma già il 1° luglio il Presidente della Regione aveva dichiarato: «stiamo intervenendo con una procedura negoziata che siamo riusciti ad ottenere grazie alle interlocuzioni con Enac, abbiamo interessato i vertici di Enav per fare in modo che si rimuovano le limitazioni che impediscono alle compagnie low cost di volare su Reggio come si faceva un tempo».

In altri termini, non sussiste ragione cogente di mantenere le limitazioni che hanno penalizzato per anni, ingiustamente, l’Aeroporto dello Stretto. Se ne deduce che in passato è stata attuata una strategia finalizzata a limitarne la piena operatività e concentrare risorse e offerte di servizi solo su quello di Lamezia Terme. È tempo di rivendicare una strategia di compensazione e rilancio del Tito Minniti, prima che sia troppo tardi. Dai dati di traffico pubblicati da Assaeroporti, nel primi 5 mesi del 2023 (Gennaio-Maggio) si osserva che  l’Aeroporto di Lamezia registra 1 milione di passeggeri mentre l’Aeroporto dello Stretto ne registra 105 mila, con un rapporto 10 a 1. Per evitare il disastro occorre pretendere un’azione di rilancio decisa, immediata e lungimirante, attraverso 5 misure prioritarie:

  1. Preso atto che l’Aeroporto dello Stretto può essere funzionale a tutti gli effetti con la pista 15/33, occorre procedere alla sua abilitazione da subito, recuperando la coppia di voli Reggio-Milano (al mattino) e Milano-Reggio (serale)  scippato da Lamezia e concretizzando l’opportunità per voli low cost e charter, senza rinvii immotivati e strumentali (rinviare la caduta delle restrizioni a fine anno avrebbe come conseguenza l’impedimento per tutte le compagnie di programmare voli e tratte in autunno e in inverno). 
  2. Procedere al distacco dalla Sacal e alla creazione di una nuova società di gestione autonoma, adottando un accordo politico fra le 3 Città Metropolitane di Reggio, Messina e Catania, e una partecipazione azionaria a prevalenza pubblica, con partner privilegiato la società di gestione dell’Aeroporto Fontanarossa di Catania (Sac), ma inclusiva di ulteriori soggetti quali le Camere di Commercio delle tre Metrocity, imprenditori che hanno a cuore il nostro territorio, imprenditori di grande rilievo sulla scena internazionale (ad esempio MSC, che gestisce il porto di Gioia Tauro e si sta muovendo anche nel comparto aereo).
  3. Attivare tutte le forme di servizio pubblico che possono essere funzionali all’accessibilità dell’aeroporto da tutta l’Agglomerazione Metropolitana dello Stretto. Tra le azioni da rendere subito operative: la cessione delle deleghe sul TPL da parte di una Regione ostile alla Città Metropolitana di Reggio (sono anni che si registra tale inadempienza), la programmazione di servizi di trasporto coordinati treno-bus-nave a scala di area vasta dello Stretto (Reggio, Messina e Catania), la piena operatività della stazione ferroviaria di S.Gregorio con navetta di raccordo all’aerostazione, il ripristino del collegamento ferroviario dal porto alla stazione di Reggio Lido, la dotazione di una flotta di catamarani di ultima generazione  per i collegamenti fra le due sponde dello Stretto integrando porti e aeroporti (ivi comprese le relazioni  Reggio-Catania e Reggio-Eolie) e assicurando l’integrazione tariffaria  (biglietto unificato).
  4. Concretizzare la continuità territoriale che si traduca nell’abbattimento delle tariffe di trasporto aereo per come avviene in numerosi altri aeroporti d’Italia e d’Europa, superando i giochi truccati di soggetti poco inclini a sostenere lo sviluppo cooperativo di tutti gli aeroporti e dell’economia turistica della Calabria.
  5. Attribuire all’Aeroporto un ruolo  strategico ai fini della protezione civile, per l’assistenza ad un territorio a massimo rischio sismico e drammaticamente soggetto a fenomeni franosi, alluvioni, incendi devastanti, essendo le reti di soccorso terrestri alquanto fragili.  Con un cerchio di raggio pari a 300 km, centrato sullo Stretto (che corrisponde a 50 minuti di volo di un Canadair), si copre la Sicilia, la Calabria, buona parte del territorio lucano e tutto il Cilento campano. In tal senso l’Aeroporto dello Stretto dovrebbe essere dotato di una flotta di canadair ed elicotteri stabilmente insediati. (pa e dg)

[Pasquale Amato e Domenico Gattuso sono coordinatori del Movimento di Cittadinanza Attiva per l’Aeroporto Metropolitano dello Stretto, Strategico e Internazionale]

L’OPINIONE / Tilde Minasi: Per la prima volta una seria opportunità di crescita per l’aeroporto di Reggio

di TILDE MINASI – Gli altri parlano, noi lavoriamo e lasciamo parlare i fatti!

La Lega, con il ministro Matteo Salvini e i suoi rappresentanti sul territorio è riuscita finalmente a sbloccare la situazione dell’aeroporto di Reggio Calabria, portando a casa un successo strepitoso, atteso da lunghissimi anni: l’eliminazione delle limitazioni all’operatività dello scalo che, finora, avevano rappresentato l’ostacolo – e l’alibi perfetto – per bloccare la crescita dell’Infrastruttura a favore di altri territori!

«Ribadisco con gioia il mio grazie al Ministro per aver risposto immediatamente alle mie sollecitazioni e per aver convocato in sole 24 ore un tavolo tecnico con Enac, Enav e Sacal per metterle di fronte alle loro responsabilità e trovare finalmente soluzione al problema.

Ce l’abbiamo fatta, a dispetto di chi ha lanciato stupide accuse di “intermittenza” e di voler “salire sul carro dei vincitori”, nonché di chi da sinistra, responsabile negli anni passati dello sfacelo del nostro scalo, ha cercato di attribuirne la responsabilità agli avversari.

A dare, per la prima volta in decenni, una reale, fattibile e concreta opportunità di sviluppo è invece proprio la Lega! Se ne facciano tutti una ragione.

Anche perché ciò che conta è il risultato, e per noi l’unico risultato possibile era proprio garantire ai reggini e a tutta l’area metropolitana dello Stretto un aeroporto degno di questo nome. Come stiamo facendo, anche in sinergia con il governatore Occhiuto che ha messo a disposizione dello scalo fondi e sforzi per il suo rilancio, e che colgo l’occasione per ringraziare.

A chi, dunque, ha tentato di infangare in queste ore il mio operato e le mie iniziative in merito, rispondo che il mio lavoro in politica non è mai stato basato su proclami, conferenze e annunci, che si rivelano poi pure prese in giro dei cittadini, ma solo sui fatti, su un’azione seria e sostanziale, portata avanti nel silenzio, per poi eventualmente comunicarne, appunto, solo i risultati concreti conseguiti.

Come in questo caso. Ora tocca a chi governa la città metropolitana cogliere questa nuova preziosissima opportunità e non lasciarsela, per l’ennesima volta, sfuggire! Speriamo non sia nuovamente sprecata. (tm)

[Tilde Minasi è senatrice della Lega]

 

L’OPINIONE/ Giacomo Saccomanno: L’intervento di Salvini salva l’aeroporto di Reggio

di GIACOMO SACCOMANNO – A seguito della odierna riunione al Mit, fissata dal Ministro Salvini ed i vertici Enac, Enav e delle società di gestione aeroportuale (Sacal), si è proceduto a precisare le modalità per consentire un uso pieno dell’aeroporto di Reggio Calabria. Infatti, entro l’anno saranno mandante via le limitazioni esistenti e da oggi è stata liberalizzata la pista 15. Si legge nel comunicato del Mit  “Riunione operativa al Mit tra il Vicepremier e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, e i vertici di Enac, Enav e della società di gestione aeroportuale (Ssacal)».

«Rimosse le limitazioni operative relative alla pista 15 che da oggi e a regime risulta percorribile da tutti i vettori e gli equipaggi, mentre è stato studiato un piano di volo ad hoc per la pista 33, attualmente sottoposta a restrizioni. La nuova procedura di volo tracciata da Enav e in fase di approvazione da parte di Enac permetterà, previo addestramento dei piloti, il superamento delle limitazioni ai voli. Enac, inoltre, ha assunto l’impegno a coprire i costi di noleggio di un simulatore di volo, con i percorsi di avvicinamento dello scalo reggino, da mettere a disposizione delle compagnie interessate per l’addestramento dei propri equipaggi.

«Nel corso della riunione è stato discusso anche il progetto di intermodalità mare-aereo con la Sicilia nord-orientale, così da ampliare il bacino di utenza dell’aeroporto e rispondere alla domanda di trasporto di tutta l’area dello Stretto. L’aeroporto attualmente ha un traffico di 200mila passeggeri con una previsione di crescita entro quattro anni fino a un milione».

Con una buona programmazione e con l’assunzione di provvedimenti adeguati l’aeroporto di Reggio Calabria potrà, finalmente, riacquistare quella centralità che errori del passato e mancanza di adatte strategie lo hanno fortemente ridotto nell’attività. Da oggi inizia un percorso nuovo che potrebbe, se assistito da una politica attenta e concreta, rendere lo scalo un punto di riferimento sia per Reggio Calabria che per la Sicilia. Specialmente, avendo riguardo alla realizzazione del ponte sullo Stretto che renderà le città come unico comprensorio. La Lega alle parole fa seguire i fatti e, sicuramente, Reggio Calabria e Messina avranno uno scalo importante e che consentirà collegamenti veloci. (gs)

[Giacomo Saccomanno è commissario regionale della Lega]

Il Mit: Entro fine anno via tutte le limitazioni all’Aeroporto di Reggio

Entro fine anno saranno rimosse tutte le limitazioni dell’Aeroporto di Reggio Calabria. È quanto è emerso dalla riunione operativa al Ministero delle Infrastrutture, tra il ministro Matteo Salvini, e i vertici di Enac, Enav e della società di gestione aeroportuale (Sacal).

Intanto, sono state rimosse le limitazioni operative relative alla pista 15 che da oggi è a regime: risulta percorribile da tutti i vettori e gli equipaggi, mentre è stato studiato un piano di volo ad hoc per la pista 33, attualmente sottoposta a restrizioni. La nuova procedura di volo tracciata da Enav  e in fase di approvazione da parte di Enac permetterà, previo addestramento dei piloti, il superamento delle limitazioni ai voli. Enac, inoltre, ha assunto l’impegno a coprire i costi di noleggio di un simulatore di volo, con i percorsi di avvicinamento dello scalo reggino, da mettere a disposizione delle compagnie interessate per l’addestramento dei propri equipaggi.

Nel corso della riunione è stato discusso anche il progetto di intermodalità mare-aereo con la Sicilia nord-orientale, così da ampliare il bacino di utenza dell’aeroporto e rispondere alla domanda di trasporto di tutta l’area dello Stretto.

«L’aeroporto, attualmente – ha rilevato il Mit – ha un traffico di 200mila passeggeri con una previsione di crescita entro quattro anno fino a un milione». (rrm)

L’assessore Staine: Aeroporto di Reggio finalmente libero da limitazioni

L’assessore regionale ai Trasporti, Emma Staine, ha evidenziato come «l’aeroporto di Reggio Calabria è finalmente libero dalle limitazioni operative relative alle sue piste e i reggini e calabresi tutti non possono che esserne contenti».

«La riunione operativa al Mit tra il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, e i vertici di Enac, Enav e Sacal – ha spiegato – ha permesso di rimuovere le limitazioni alla pista 15, che oggi è percorribile da tutti i vettori e gli equipaggi, mentre è stato elaborato un piano di volo specifico per la pista 33, ancora con attività limitata, che prevede speciale addestramento dei piloti, con il conseguente superamento delle limitazioni ai voli».

«Quello dello Stretto – ha ricordato – è uno scalo fondamentale per la Calabria, con un traffico attuale di 200 mila passeggeri, ma con una previsione di crescita entro qualche anno fino ad un milione. L’ottenimento di questo successo lo dobbiamo certamente al lavoro della squadra della Lega, con i suoi rappresentanti calabresi, in particolare la senatrice Tilde Minasi, e in testa il ministro Salvini. A lui va il nostro ringraziamento e quello dei calabresi tutti che finalmente potranno utilizzare uno scalo, con determinate peculiarità certo, ma in modo completo. Un ringraziamento anche al nostro governatore Occhiuto che, in un clima di proficua collaborazione, ha lavorato per il rilancio dell’aeroporto reggino».

«Questo è il nostro modo di lavorare per la cosa pubblica – ha concluso – forti del legame con il ministro Matteo Salvini che si è posto non solo costantemente in ascolto, ma ha sempre avuto una pronta e concreta risposta alle richieste legittime dei calabresi». (rcz)

Aeroporto di Reggio, il consigliere Giordano (Metrocity RC): C’è da chiedersi se c’è stato vero impegno da politica

Il consigliere metropolitano con delega alla Pianificazione, Giuseppe Giordano, è intervenuto in merito alla cancellazione delle limitazioni all’Aeroporto di Reggio, chiedendosi «se davvero il centrodestra, che è alla guida del governo nazionale e della Regione Calabria, si sia mai impegnato realmente per superare gli ostacoli per il rilancio dell’Aeroporto dello Stretto».

Una riflessione che avviene «considerando il fatto che è bastato un solo foglio di carta per eliminare temporaneamente le “singolari” limitazioni che da anni ingombrano il nostro aeroporto, aggirando in maniera fulminea qualsiasi difficoltà legata ai temi della sicurezza», ha detto Giordano, sottolineando come «fa bene, a questo punto, chi pensa che le cosiddette limitazioni sullo scalo reggino, più volte ritenute superabili da tecnici ed esperti di volo, compresa l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, siano un alibi, per tenere sottodimensionato un aeroporto al servizio della grande comunità cittadina dello Stretto che supera abbondantemente i 600mila abitanti residenti, più l’indotto turistico che si genera soprattutto nei mesi estivi».

«La politica reggina, quella che ci tiene davvero, resti unita – ha concluso Giordano – e faccia sentire la propria voce a tutti i livelli istituzionali, per il bene della Calabria e del Mezzogiorno. Da un concreto riconoscimento del pieno diritto alla mobilità – conclude – potranno trarne benefici tutti i cittadini, il mondo dell’impresa ed in generale i settori pubblici e privati» (rrc)

L’assessore comunale di Rc Battaglia: Da Governo ci aspettiamo soluzioni sul Tito Minniti

L’assessore comunale con delega ai Trasporti di Reggio Calabria, Domenico Battaglia, ha evidenziato come «la chiusura dell’Aeroporto di Catania e l’annullamento temporaneo delle limitazioni sull’Aeroporto dello Stretto sono circostanze che lasciano intuire come le questioni tecniche siano state, per lungo tempo, semplicemente un alibi per penalizzare il Tito Minniti, e che in realtà il rilancio del nostro scalo sia esclusivamente un fatto di volontà politica».

«Risultano oggettivamente incomprensibili oggi – ha spiegato – le affermazioni pubbliche di alcuni esponenti della maggioranza di Governo nazionale che, chiamando in causa il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili Matteo Salvini, affermano di volersi attivare adesso per l’abbattimento delle limitazioni tecniche. Una presa di posizione che oggi, anche alla luce della temporanea sospensione tecnica operata d’ufficio con un semplice colpo di penna, ha davvero dell’incredibile».

«Ci domandiamo dove sono stati fino ad oggi questi rappresentanti istituzionali – ha continuato – che dovrebbero perorare le istanze del nostro territorio, promuovendo la causa del rilancio dell’aeroporto con il ministro loro collega di partito e di maggioranza, ed invece dimostrano di cadere dal pero, con un incredibile atteggiamento di totale estraneità ai fatti».

«Sarà lecito chiedersi per tutti i reggini – ha proseguito – di cosa si sono occupati fino a ieri questi autorevoli esponenti della maggioranza di governo che scoprono solo oggi, tolta la foglia di fico delle limitazioni tecniche, la volontà politica di affossare il Tito Minniti. Da rappresentanti della maggioranza alla guida della Regione, principale azionista di Sacal, e del Governo nazionale, ancor più con un ipotetico filo diretto, dovuto all’appartenenza di partito, con chi muove dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti muove le leve della mobilità aeroportuale in tutta Italia, ci attendiamo che questi signori offrano alla città delle soluzioni, possibilmente definitive, non limitandosi ad evidenziare e ad illustrare i problemi che ci sono e che tutti già conoscono. Ci aspettiamo che comunichino ai reggini quando avranno ottenuto un risultato, non quando si accorgono dei problemi e affermano (chissà come!) di volersi attivare per risolverli».

«Da parte nostra rimaniamo a disposizione di questo percorso – ha detto ancora – nella speranza che si assuma la piena consapevolezza che solo remando insieme, tutti dalla stessa parte, istituzioni territoriali, rappresentanze parlamentari e politiche, si possa fare davvero qualcosa di buono per il nostro territorio».

«L’invito quindi è quello a fare fronte comune, anche alla luce delle novità normative introdotte dal Governo – ha concluso – legate alla vicenda del ponte sullo Stretto, che prevedono la stesura di un piano integrato dei trasporti, pubblici e privati, nell’area dello Stretto, in deroga ai piani regionali. Un’occasione che dobbiamo essere in grado di far valere anche nell’ottica di una nuova centralità acquisita dal nostro aeroporto». (rrc)

L’OPINIONE / Tilde Minasi: Smascherata volontà di affossare l’Aeroporto di Reggio

di TILDE MINASI – La vicenda dell’incendio che ha interessato l’aeroporto di Catania, costringendo le autorità di gestione a chiudere lo scalo siciliano fino al 19 luglio e a dirottare le compagnie aeree su altri aeroporti, tra cui quello di Reggio Calabria, smaschera l’Ente dell’aviazione civile sulle reali finalità delle limitazioni imposte finora all’operatività dell’infrastruttura reggina, che evidentemente non appaiono legate a ragioni di sicurezza, come invece finora è stato sempre sostenuto.

Per consentire che anche l’aeroporto di Reggio possa farsi carico di parte del traffico aereo catanese è stato sospeso per 2 giorni l’obbligo di abilitazione per gli equipaggi che operano sul nostro scalo: ciò significa che, per questi due giorni, potranno decollare e atterrare all’aeroporto dello Stretto, considerato pericoloso, anche piloti sprovvisti del richiesto brevetto speciale.

Questa sospensione temporanea del brevetto dimostra come l’obbligo in questione sia stato evidentemente finora solo un alibi per penalizzare la città dello Stretto a favore di altre località e altri scali: le operazioni sull’aeroporto reggino, infatti, ritenute fino al momento pericolose, o lo sono sempre o non lo sono mai, non possono certamente essere rischiose solo a intermittenza.

Se l’abilitazione dei piloti viene, infatti, bypassata provvisoriamente per far fronte a una situazione di emergenza che riguarda uno scalo di peso come quello di Catania, bisogna necessariamente concludere che in realtà l’aeroporto di Reggio non sia stato mai davvero così pericoloso come sostenuto, e che siamo perciò di fronte alla conferma del fatto che la sua limitata operatività sia dipesa non da una reale volontà di tutelare la sicurezza di operatori e passeggeri, ma da ragioni diverse, che non conosciamo, ma che possiamo immaginare, e che certamente danneggiano la città metropolitana, e contro le quali mi sono sempre battuta.

Se poi si pensa che sono state date già disposizioni perché la pista 15 sia immediatamente liberata e messa in condizione di essere utilizzata, anche questa è l’ulteriore riprova di quanto fosse in realtà estremamente facile prendere decisioni come questa, finora invece presentate come proibitive.

Mi sono, dunque, subito rivolta al ministro Matteo Salvini, che mi ha dato immediata disponibilità ad attivarsi per ogni iniziativa utile a risolvere una volta per tutte il problema, mettendo Enac, Enav, Sacal e tutti gli interlocutori del caso di fronte alle loro responsabilità per dare subito risposte sul perché sia stato finora tagliato fuori lo scalo aeroportuale reggino con la scusa della sua inadeguatezza e dell’insufficiente sicurezza.

Gli Enti e società in questione, di fronte a questa circostanza che evidenzia le loro gravissime mancanze, non possono certamente sottrarsi al confronto.

Non accetteremo più giustificazioni: accogliamo anzi positivamente il fatto che, se si è consentito in questa situazione temporanea di superare il limite del brevetto speciale, evidentemente sono venute meno le ragioni che ne stanno alla base e sarà possibile superarlo anche successivamente e definitivamente, perché la questione del Tito Minniti sia finalmente chiarita e sistemata.

I diritti dei reggini hanno lo stesso valore di quelli del resto dei calabresi e degli italiani e dovranno finalmente essere rispettati. (tm)

[Tilde Minasi è senatrice della Lega]

Chindemi (Task Force Aeroporto): Filt Cgil contribuisca ad aprire dibattito

Salvatore Chindemi, presidente della Task Force dell’Aeroporto dello Stretto, ha risposto alla Filt Cgil Calabria, invitandoli a contribuire adaprire un dibattito pubblico basato sui dati in grado di costruire un nuovo paradigma di crescita per il Tito Minniti.

«Una sigla sindacale, la Filt Cgil, esce, improvvisamente – ha detto Chindemi – allo scoperto sollevando polveroni, chiaramente finalizzati a creare una strumentale disinformazione. Come non essere d’accordo con quanti sostengono che i veri nemici di questa città siano proprio alcuni reggini? Sembra un riflesso condizionato: appena qualcuno tenta di difendere interessi vitali della comunità, lesi concretamente da egoismi di altri territori, si apre un fuoco di sbarramento di singoli, che almeno in quel caso ci mettono la faccia, in spesso di sigle, più o meno rappresentative, dietro le quali si nascondono soggetti privi del necessario coraggio di apporre una firma su acrobatici comunicati. Sarebbe utile sapere chi sigla questi comunicati e chi li invia alla stampa, per apprendere quale umanità partorisce queste amenità».

«Nelle sue dichiarazioni pubbliche – ha sottolineato Chindemi – la Filt Cgil lamenta un decadimento complessivo delle rappresentanze: come non concordare. Ma una forma di decadimento, forse la più subdola e deprecabile, non è, forse, rappresentata proprio da una colpevole e neanche tanto velata mistificazione dei fatti?».

«La convocazione delle rappresentanze istituzionali per le problematiche dello scalo reggino è nata, ovviamente – ha ricordato – dall’iniziativa del sindaco metropolita facente funzioni Carmelo Versace, proprio in virtù del suo ruolo istituzionale. L’assunto, quindi, che altri e segnatamente la Task Force, si sia arrogata questo ruolo, nasce da una distrazione o da un tentativo maldestro di delegittimazione di chi tenta di arginare lo strapotere della Sacal e delle sue politiche di affossamento dello scalo reggino a tutto vantaggio dello scalo lametino».

«Invece di esercitare maldestri ruoli tribunalizi – ha aggiunto Chindemi – individuando colpevoli a destra e a manca ed emettendo sentenze di colpevolezza con motivazioni frutto di suggerimenti di vecchi e nuovi registi, questa prestigiosa sigla sindacale, si faccia promotrice di un dibattito pubblico, esteso alla più larga rappresentanza possibile e nella sede ritenuta più idonea, ove i soggetti, e non le sigle, possano dibattere, alla luce del sole, le vere questioni in campo: la storia autentica della concessione trentennale alla Sacal della gestione del tre scali calabresi; della richiesta della Metro city di ingresso nel capitale di detta società e di chi lo ha impedito, di chi ha consentito prima e poi di chi ha sventato l’operazione di acquisto, da parte di privati, del pacchetto di maggioranza della Sacal, con il conseguente allontanamento dell’ad De Metrio e di tante altre interessanti questioni, riguardanti lo scalo, più o meno misteriose».

«La città ha esigenza di sapere – ha concluso – chi realmente tenta di difendere i suoi interessi e chi invece intorbidisce le acque colludendo, oggettivamente, con i portatori di altri interessi. Si scelga il tempo ed il luogo di questo dibattito pubblico sulle problematiche aeroportuali, avendo cura di concentrarsi soprattutto sulle azioni concrete da mettere in campo, sollecitando la presenza dei soggetti decadenti e non sigle più o meno anonime e, soprattutto, si raccomandi di venire preparati sulle questioni, supportando le tesi e le eventuali proposte con dati reali e non con ricostruzioni più o meno suggerite o fantasiose». (rrc)

Mercoledì 21 giugno si riunisce la task force per l’Aeroporto dello Stretto

Mercoledì 21 giugno, a Palazzo Alvaro di Reggio Calabria, si riunisce la task force per l’Aeroporto dello Stretto Tito Minniti.

Alla riunione, che si aprirà con una comunicazione del Presidente Salvatore Chindemi, è prevista la partecipazione dei sindaci facenti funzioni della Città Metropolitana, Carmelo Versace, e del Comune di Reggio Calabria, Paolo Brunetti.

Una riunione che avviene dopo le polemiche recenti in merito all’Aeroporto, iniziate dal sindaco f.f. del Comune di Reggio, Brunetti, in cui ha detto che «bisogna avere il coraggio e l’onestà intellettuale di dire che c’è l’intenzione e la volontà politica, certo non di questa amministrazione, di affossare l’aeroporto “Tito Minniti”».

«Se pensano di risolvere il problema con bandi di gara spot – ha evidenziato Brunetti –, non avranno mai la mia condivisione. Su questo e su tanto altro, si potrebbe discutere in un Consiglio comunale dedicato, congiunto con la Città Metropolitana, aperto al contributo dei parlamentari calabresi, della Regione e della governance di Sacal».

Sempre Brunetti, insieme al sindaco f.f. della Città Metropolitana di Reggio Calabria, hanno ricordato come «abbiamo dato fiducia, anche per troppo tempo, a Sacal. È il momento che la società di gestione cambi una strategia che, per evidenza dei fatti e per stessa ammissione dell’Ad Marco Franchini, è totalmente fallimentare».

Versace ha ricordato come, «già nel 2021, su mandato del sindaco Giuseppe Falcomatà, la Città Metropolitana ha chiesto l’accesso agli atti per poter conoscere un Piano industriale che, sulla carta, prevedeva un rilancio importante della nostra aerostazione. Da allora si sono susseguite soltanto una serie di annunci che mai si sono risolti in qualcosa di concreto. Oggi, invece, l’aeroporto sta morendo e servono altre idee rispetto a ciò che continua a proporre l’ad di Sacal, Marco Franchini».

«Insieme alla task-force del Comune, coordinata dall’avvocato Salvatore Chindemi – ha aggiunto il sindaco metropolitano facente funzioni – avevamo chiesto la subconcessione per la gestione dell’infrastruttura. Purtroppo, anche questa ipotesi, messa sul tavolo come condizione “sine qua non” per iniziare un percorso, non è andata a buon fine. Allo stesso modo, rammento la richiesta della Città Metropolitana di entrare a far parte della compagine societaria di Sacal, acquisendo circa il 10% delle quote. Di nuovo, dalla società di gestione e dalla Regione, è arrivato un netto diniego. Ecco, ritengo che continuare a giocare su un argomento così importante sia deleterio per tutti».

«Oggi – ha proseguito Verace – stiamo provando a dettare una strada alternativa che, ovviamente, deve coinvolgere, in maniera predominante, pure Enac che non può considerarsi estranea alla faccenda. Il problema, infatti, non sono le limitazioni o i vettori low-cost, ma avere una visione sul medio-lungo periodo per il nostro aeroporto».

«Ai tempi di Sogas – ha concluso Carmelo Versace – si perdevano ugualmente 2 milioni di euro, identico ammanco che lamenta Sacal. Tuttavia, prima si era raggiunta la vetta dei 700 mila passeggeri, adesso se ne registrano appena 120 mila. Noi siamo sempre stati rispettosi dei livelli istituzionali, cercando di collaborare con la Regione e col socio privato Sacal. Continueremo ad esserlo, ma serve un concreto e serio cambio di rotta».

Il sindaco f.f. di Reggio, Paolo Brunetti, si è rivolto direttamente all’Ad di Sacal, Marco Franchini, rispetto ad alcune sue recenti dichiarazioni: «Nessuno si permetta di offendere la città di Reggio. Le sue parole sono fortemente lesive quando sostiene che non si atterri a Reggio perché è una realtà poco attrattiva e senza i servizi adeguati. Mi spieghi, dunque, quale sia la grande differenza con Lamezia Terme che, con tutto il rispetto, pur essendo un’altra dignitosa cittadina della Calabria, non credo abbia molto di diverso da offrire rispetto al nostro territorio».

«Il dato – ha affermato – parla chiaro: sette anni fa, dal “Tito Minniti”, si muovevano 700 mila passeggeri, oggi soltanto 120 mila. Su questo bisogna interrogarsi e chiedere a Sacal cosa abbia fatto in questo lasso di tempo». Ma non è l’unico interrogativo sollevato dal sindaco facente funzioni: «Come è stato possibile che la Regione abbia venduto le proprie quote ai privati per poi riacquistarle? Qualcuno ce lo spieghi». Secondo Brunetti, quindi, il fine deve essere uno ed uno soltanto: «Rilanciare l’aeroporto dello Stretto».

«Per farlo – ha continuato – bisogna parlare con tutti. Serve sostenere qualsiasi progetto che possa ridare slancio all’aerostazione di Ravagnese, guardano la serietà della proposta e non l’appartenenza politica. Serve unità e compattezza rispetto ad una battaglia vitale».

«Con il Governatore Roberto Occhiuto – ha affermato ancora – c’è stata più e più volte un’interlocuzione, ma aspettiamo di capire come mai nessuna compagnia nazionale abbia partecipato al bando per tre nuove rotte di collegamento con Reggio Calabria. Nessuno si inventi, però, la storia delle limitazioni. Non regge».

«L’attenzione, piuttosto – ha concluso – si è spostata sull’aeroporto di Lamezia, col quale non siamo in competizione perché c’è un bacino d’utenza diverso e che si estende fino alla dirimpettaia Messina. Ce lo diciamo da 10 anni, ma nessun programma di sviluppo sta venendo fuori».

Dichiarazioni che hanno scatenato polemiche nell’opposizione reggina, tra il consigliere d’opposizione e presidente della Commissione di Controllo e Garanzia, Massimo Ripepi e l’assessore ai Trasporti del Comune di Reggio, Domenico Battaglia.

Ripepi, ha evidenziato come «tutti sanno a Reggio Calabria che Giuseppe Falcomatà ha svenduto l’aeroporto dello Stretto, gioiello della città, per interessi di partito e di carriera».

«Dopo la mia prima conferenza stampa fatta in solitaria otto anni fa – ha ricordato – nell’aula del Consiglio Comunale, nonché mesi di sit-in all’interno dell’aerostazione, tutta la cittadinanza seppe che fu Renzi, Presidente del Consiglio dei Ministri e segretario del Partito Democratico, ad annunciare, per bocca del suo fedelissimo parlamentare calabrese Ernesto Carbone, che in Calabria sarebbe bastato un solo aeroporto: quello di Lamezia».

«Giuseppe Falcomatà – ha continuato – senza battere ciglio, pensando solo a se stesso, nel silenzio assoluto di tutta la classe dirigente reggina, permise al Presidente Oliverio di annettere l’infrastruttura più importante della Città al nostro primo competitor fisiologico, la Sacal di Lamezia Terme, governata da una compagine sociale (Comune di Lamezia, Comune e provincia di Catanzaro, soci privati di Lamezia) che ha come unica mission statutaria lo sviluppo del loro territorio, ovvero Lamezia Terme e Catanzaro».

«Oggi, che lo spirito di Giuseppe Falcomatà vive dentro il Sindaco facente funzioni Paolo Brunetti, si cerca di capovolgere gli eventi e da carnefici si tenta di trasformarsi in vittime – ha continuato Massimo Ripepi – . Ieri, infatti, Paolo Brunetti senza vergogna e pudore, infischiandosene della solennità della seduta del Consiglio Comunale e vestendo i panni di Eva di fronte alla forza della verità dei fatti realmente accaduti otto anni fa, ha cercato di difendere il suo mentore Giuseppe Falcomatà e il suo peccato originale dichiarando che c’è in corso una strategia per affossare il Tito Minniti».

Brunetti sa, ma fa finta di non sapere – ha detto ancora – che il Sindaco Falcomatà non solo ha ceduto per interessi personali il gioiello di famiglia rendendolo lo zerbino del competitor lametino, ma non ha mai avuto una vera strategia per poter contrastare il collasso di questo vitale servizio: non ha chiesto come doveva la cessione del ramo di azienda per riportare la stanza dei bottoni in una società a guida reggina e messinese e non ha voluto comprare le quote messe in vendita dalla Sacal per entrare nel consiglio di Amministrazione».

«Bensì l’unica cosa che ha fatto – ha aggiunto – è stata quella di regalare soldi alla Sacal compiendo la più imbarazzante campagna pubblicitaria della Storia: ossia prevedendo cartelloni pubblicitari della Città Metropolitana di Reggio, piuttosto che negli altri aeroporti del mondo, nel nostro stesso aeroporto. Sono riusciti a realizzare, pagandola a caro prezzo (25.000 euro al mese), la pubblicità di Reggio nell’aeroporto di Reggio: una follia!».

«Come ho sempre con forza dichiarato – ha ricordato – la soluzione al problema era e rimane una sola: staccarsi prima possibile dalla Sacal e gestire con una nuova società composta dal Comune, Città Metropolitana e Camera di Commercio di Reggio e Messina, Autorità portuale dello Stretto e compagini private nazionali (Ferrovie dello Stato, Società Ponte sullo Stretto) e società legate al territorio (come per esempio MSC e Caronte). Bisogna costruire un nuovo Aeroporto dello Stretto nell’ottica di infrastruttura del Ponte sullo Stretto».

«La notizia delle 16 nuove rotte Ryanair concentrate solo sull’Aeroporto di Lamezia – ha sottolineato – è una cattivissima notizia che conferma le nostre antiche convinzioni che avrebbero portato il nostro scalo a divenire lo zerbino di lusso dell’aeroporto lametino».

«Questa storia va risolta alla radice – ha ribadito – non esistono soluzioni tampone.Faccio appello alla deputazione nazionale e regionale reggina e a tutti i rappresentanti delle Istituzioni locali, affinché il nostro aeroporto venga immediatamente liberato dal cappio mortale in cui Giuseppe Falcomatà lo ha introdotto otto anni fa.” – ha concluso il Consigliere Massimo Ripepi – “La politica può fare e disfare tutto. È sovrana. Il Presidente Occhiuto deve aiutarci ad essere liberi di determinare il nostro futuro. Lo può fare solo staccando il nostro aeroporto da quello di Lamezia. L’interesse di Reggio e dei suoi cittadini viene prima di ogni cosa, io ho aspettato ma il tempo è finito

L’assessore ai Trasporti del Comune di Reggio, Domenico Battaglia, ha risposto al consigliere d’opposizione, sottolineando la necessità di «smettere i perenni toni da campagna elettorale e concentrarsi, se davvero si vuole bene al territorio ed al suo sviluppo, su serie e proficue politiche di rilancio analizzando i fatti per quelli che sono, senza eludere la verità o confondere i cittadini in un momento in cui serve la massima compattezza per una comunità che può, realmente, svolgere un ruolo decisivo per le sorti del “Tito Minniti”».

«Ripepi sbaglia – ha affermato Battaglia – sapendo di sbagliare, quando parla della svendita dello scalo a Sacal. Bisogna contestualizzare i fatti, mantenere la mente lucida e ricordare come, all’epoca, l’adesione al gestore unico, avvenuta peraltro a seguito di un bando pubblico e non per scelta di qualcuno come vorrebbe far sembrare Ripepi, fu la conseguenza del tremendo fallimento di Sogas, l’ex società di gestione piombata nel baratro per circostanze che, almeno per affinità politiche, il consigliere Ripepi non può dimenticare».

«Come non può dimenticare – ha incalzato l’assessore – che il sindaco Giuseppe Falcomatà è stato il primo, una volta appurata la piega che stava prendendo Sacal, ad invocare la costituzione di una società indipendente, da realizzare insieme alle Città Metropolitane di Reggio Calabria e Messina ed al Comune peloritano. Vani, infatti, fino a quel momento, si erano rivelati i tentativi di provare ad incidere all’interno di una compagine societaria che, a più riprese, ha respinto l’ipotesi di ingresso degli enti reggini nella propria governance. Soltanto la pubblicazione del Piano industriale, a lungo tenuto nascosto nei cassetti di Sacal nonostante le nostre ripetute rimostranze, ha spinto il sindaco Giuseppe Falcomatà e tutta la maggioranza ad invocare la fuoriuscita del “Tito Minniti” dall’organismo unico. Fa, dunque, piacere riconoscere come lo stesso Ripepi si sia accodato a questa richiesta».

«Il consigliere di opposizione – ha continuato Battaglia – nelle sue ricostruzioni fantasiose e faziose, non può far finta di non avere contezza di come sul “Tito Minniti” si stia giocando una partita impari dove, da un lato, ci sono una classe dirigente ed una città che invocano rispetto, trasparenza e strategie di sviluppo, dall’altro, invece, una flotta di manipolatori seriali che, a suon di post social, conferenze stampa spot e fumosi finanziamenti sta scrivendo una narrazione artefatta e deleteria».

«I responsabili del declino dell’aeroporto dello Stretto – ha aggiunto – hanno connotati precisi ed anche Ripepi lo sa. Sono quelli che hanno venduto la maggioranza delle quote di Sacal ai privati per poi riacquistarle in tutta fretta, con ingente sperpero di denaro pubblico, una volta scoppiato lo scandalo. Sono gli stessi che, da anni, vanno promettendo piani di sviluppo soltanto sulla carta, che sbandierano emendamenti scritti sul ghiaccio e che a Ravagnese stanno lasciando desolazione, polvere e sconforto. Massimo Ripepi, abbia il coraggio, così come tutti i cerberi e i pretoriani di questo governo regionale, di ammettere che c’è la volontà, ormai palese, di affossare l’aeroporto di Reggio e chiudere ogni possibilità di crescita ad un’area che si estende da Reggio fino a Messina, relegata all’isolamento per chiara ed espressa volontà di una parte politica».

«A Reggio – ha proseguito Battaglia – non è più il tempo di divisioni, di guerre fra bande o di corse a chi la spara più grossa. È il tempo della responsabilità. La città non può più vivere questo stato di emarginazione ed il suo aeroporto, che è al tempo stesso l’aerostazione di tutta l’area dello Stretto, non può morire per l’assenza di coraggio di chi scodinzola al primo cenno del proprio padrone. Di padroni, la nostra città, non ne ha mai avuti. Ripepi deve uscire dal tunnel della faziosità e porsi al fianco di Reggio e dei reggini. Il Comune su questo ha sempre assunto un atteggiamento propositivo, come in occasione dell’ultima conferenza dei servizi che puntava all’individuazione delle tre nuove rotte. Ma di certo non ce ne facciamo nulla della propaganda di chi colleziona una sequela di bandi per l’arrivo di nuove compagnie aeree che, sistematicamente, vanno deserti per la totale assenza di programmazione».

«Sull’aeroporto “Tito Minniti” – ha concluso il delegato ai Trasporti – si sta giocando la partita più importante, ma è difficile vincerla se si continua ad indossare la casacca di quelli che remano contro Reggio e per la chiusura definitiva del suo scalo. Almeno per una volta, Massimo Ripepi metta da parte le mistificazioni e si impegni, insieme a noi, a ribaltare un risultato che, da Lamezia in su, danno già per scontato». (rrc)